Capitolo 26- Prime volte

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*in questo capitolo è presente linguaggio omofobo e avvenimenti per un pubblico adulto*

Marcus

L'orario di cena è arrivato senza che neanche me ne accorgessi. Dopo l'incontro con i genitori di Jonathan, una volta rientrati a casa, abbiamo passato il pomeriggio a giocare con Hank e poi abbiamo fatto un bagno in piscina.

In un batter d'occhio si è fatto orario per l'incontro con Corringham, ed ora siamo seduti al tavolo del Belami Bistrot e abbiamo già fatto le nostre ordinazioni.

«Come sta la sua signora?»

La domanda che Corringham rivolge a Jonathan mi lascia interdetto.

«stiamo divorziando...»

La risata dell'uomo panciuto davanti a noi mi dà i brividi.

«Wenston, te lo avevo detto che non sei fatto per la vita coniugale, non ti conosco bene eppure l'ho fiutato subito» dice toccandosi il naso con l'indice.

«già» afferma Jonathan sovrappensiero, facendo roteare il Merleau nel suo calice.

«E tu giovanotto? Qualche bella conquista di cui vuoi darci i succulenti dettagli?» il viscido parla con me ora.

Lancio uno sguardo di traverso a Jonathan, ma capisco che con questo uomo dobbiamo fingere, e quindi faccio quello che so fare meglio: mentire sulla mia sessualità.

«Sono fidanzato da un po' di anni, ma al momento ci siamo presi una pausa» tecnicamente non è una stronzata.

Corringham ride di nuovo e mi dà una pacca sulla spalla «ben fatto, meglio tenersi liberi per la prossima preda!».

Non mi capacito del perché Jonathan stia fingendo di essere ciò che non è. Lui è sempre stato così aperto, sincero, un modello a cui ispirarmi.

Ora invece è silenzioso e finge di essere stato sposato con una donna, non con un ex giocatore dell'NBA.

Tutto questo mi confonde, soprattutto perché basterebbe digitare il nome "Wenston" su Google per sapere la verità...

Inoltre, lo stronzo di fronte a noi non ci ha ancora dato il documento; quindi, dobbiamo lisciarcelo per bene fino ad allora.

Il cameriere che ci serve riempie nuovamente i nostri bicchieri e con fare lascivo fa gli occhi dolci a Jonathan.

Se fossi una persona diversa mi alzerei e glieli caverei...

«Pff! Quello è un frocetto. Come diavolo fanno ad assumere gente del genere?! Wenston dovresti andare a dirlo al caposala.»

Le parole di Corringham mi paralizzano e rimango con il boccone per aria, alla ricerca di una spiegazione per l'esperienza che sto vivendo.

È per gente come lui se io ho sentito la necessità di nascondermi fino ad ora, se ho avuto difficoltà ad ammettere chi sono perfino a me stesso.

Lo odio così tanto che vorrei tirargli un pugno in pieno viso.

«Non capisco di cosa tu stia parlando» dice glaciale Jonathan.

Avevo notato che si stava comportando con distacco durante la serata, ma credevo che fosse per mantenere una parvenza di professionalità, essendo questo un incontro per affari.

A quanto pare, invece, c'è ben altro sotto.

«Lascia perdere» dice Corringham, e la conversazione passa ad altro.

Ho smesso di ascoltare.

È come se il mio corpo fosse entrato in modalità difensiva e stesse, di sua volontà, bandendo dal mio sistema uditivo la voce del mollusco che ho di fronte.

SADLY BUT MINEWhere stories live. Discover now