Capitolo 20- fronte compatto

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Marcus

«Quando, tra qualche minuto, quello stronzo di O'Donell varcherà quella porta, voglio vedere un fronte compatto»

Le parole di Max fanno sollevare gli occhi al cielo a Jonathan, che risponde «non siamo mica in guerra...»

«Jonny bello, lo siamo eccome! Ti vuoi tenere la tua bella casetta negli Hamptons? Allora fa come ti dico»

Io nel frattempo me la rido, perché litigano come due vecchiette.

Jonathan volta il capo verso di me e mi guarda come se volesse baciarmi per imprimere su di sé il sorriso che sto sfoggiando.

«No, assolutamente niente di tutto questo!» ci rimprovera Max.

Lo guardiamo interrogativo e lui spiega «non vi azzardate a scambiarvi uno sguardo simile quando arrivano. Si vede lontano un chilometro che siete amanti».

«non siamo amanti!» io e Jonathan lo abbiamo detto contemporaneamente e ci ritroviamo a sorriderci l'un l'altro.

«dio santo, siamo fottuti» dice Max sbuffando.

«Max, stai tranquillo sono certo che la nostra strategia sia quella vincente» mi affretto a rassicurarlo.

Si abbandona sulla poltrona della sala conferenze degli uffici Wenston e dice «non vi dovete neanche guardare quando arriveranno, altrimenti ci ricatteranno minacciandoci di vendere la vostra storia alla stampa».

Lo fissiamo senza fiatare e continua «immagino già il titolo "il genio immobiliare Wenston, si butta sul suo cucciolo di avvocato per divorarlo, mentre è in corsa per un posto nella sua azienda"».

Ok, fa un po' ridere, ma allo stesso tempo mi dà i brividi l'idea di un articolo simile.

«saremo professionali, andrà tutto bene» ripeto, più convinto questa volta.

Jonathan deve aver percepito il mio cambio di tono, perché mi guarda preoccupato.

Veniamo interrotti da Agata che ci comunica che i nostri "ospiti" sono arrivati.

Ci alziamo mentre tre uomini arrivano nella stanza. Uno è chiaramente Patrick, ancora più affascinante che in foto, e gli altri due sono degli avvocati, imbalsamati a più non posso.

«salve gente!» dice Max, come se stesse salutando amici di vecchia data.

Noi altri ci scambiamo cenni freddi del capo e ci accomodiamo schierandoci l'uno di fronte all'altro.

Io, Jonathan e Max da un lato e loro tre dall'altro.

Jonathan è seduto tra me e Max, stessa cosa per Patrick, che è affiancato da entrambi i lati dai suoi avvocati.

«vogliamo iniziare?» chiede l'avvocato smilzo numero uno.

Faccio di sì con il capo al pari di Max, ma Patrick ci interrompe per dire «come mai il tuo avvocato sembra avere dodici anni?».

Lo stronzo mi lancia delle occhiate che dovrebbero incenerirmi sul posto, se non fosse che sono così geloso e incazzato con lui che gli staccherei la testa con le mie mani.

«se ha qualcosa da comunicare al mio cliente può dirla a me, il signor Wenston non intende intrattenere conversazioni di alcuna sorta» lo guardo freddo e distaccato sperando di farlo morire congelato grazie al ghiaccio che rilascio con il mio tono di voce.

«ah, ma allora il modello di intimo che ti sei portato appresso, parla anche?» dice lui, poco prima di ricevere una lieve gomitata dal suo avvocato.

Io sorrido e rispondo «Sa, Signor O'Donell, noi avvocati al momento rappresentiamo la legge, seppur in maniera ristretta e fortemente contestualizzata...lei sta mancando di rispetto alla legge degli Stati Uniti, vuole che presenti il nastro ad un giudice? Le ricordo che questa conversazione è registrata».

SADLY BUT MINEWhere stories live. Discover now