Capitolo 15- ciambelle parte seconda

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Marcus

L'eco della mia richiesta riverbera ancora tra di noi.

Jonathan mi guarda in volto con un desiderio cocente ed io sento le guance avvampare al pensiero di essere stato nuovamente così audace nei suoi confronti.

Il suo viso si avvicina lentamente al mio. Imprigiona il mio volto tra le sue mani, prima di poggiare delicatamente le labbra sulle mie.

Questo bacio è diverso dagli altri che ci siamo scambiati. Non è famelico, ma è dolce, delicato, come se Jonathan volesse essere certo di quello che gli ho chiesto e del fatto che mi piaccia per davvero.

Sono così dipendente dalle sue labbra e dal suo odore che mi avvicino ancora di più e gli cingo il collo con le braccia.

È un bacio così casto che mi sta facendo impazzire. Le dita di Jonathan continuano ad accarezzare le mie guance, come se fossi di porcellana e avesse paura che, se facesse di più, io mi potrei scheggiare o frantumare tra le sue mani.

Decido di avventurarmi con la lingua sulle sue labbra e lui rabbrividisce, poco prima di lasciarmi entrare e approfondire il bacio.

Continuo a respirare il suo profumo e a sentire il suo sapore, e mi rendo conto che questo momento mi rende felice.

Più approfondisco il bacio, più Jonathan sembra insofferente e respira rapidamente. Anche io ho il respiro su di giri e ad ogni boccata di ossigeno non faccio altro che respirare lui.

Voglio tutto questo.

Mi avvinghio al suo corpo e decido di trascinarlo con me sulla tovaglia da picnic. Siamo stesi con le labbra che continuano a mischiarsi tra loro e sento il corpo solido di Jonathan che preme sul mio.

Faccio un verso strozzato nel momento in cui mi accorgo della sua erezione che mi preme sulla coscia, come probabilmente sta facendo la mia su di lui, già da un pezzo.

A quel punto Jonathan si ferma e allontana leggermente il capo per guardarmi in viso.

«dobbiamo rallentare» le sue parole sono un sussurro, come se fosse un segreto.

«sì, forse è meglio...» alle mie parole si alza e torna seduto.

Pesca una sigaretta e un accendino dalla tasca dei pantaloni e, dopo aver iniziato a fumare, si gira per guardarmi e chiedere: «va tutto bene?».

Leggo preoccupazione nel suo tono e questo mi fa sorridere «più che bene, oserei dire».

Mi guarda sorpreso e, poco dopo, ecco comparire le fossette «ti è piaciuto?».

«sì» dico senza esitazione.

Lui mi sorride ancora e poi mi fa segno di andare ad accoccolarmi tra le sue gambe.

Mi siedo dove ha indicato, dandogli le spalle e sento il suo petto premere sulla mia schiena, le sue gambe racchiudere le mie e il suo braccio avvolgere la mia vita, mentre con l'altro continua a fumare.

Mi rilasso e inizio a giocare con l'orologio che spunta dalla sua manica, che copre il braccio muscoloso che mi tiene stretto a lui.

«a te è piaciuto?» chiedo, improvvisamente insicuro.

Dopotutto non ho mai baciato nessun uomo oltre lui, potrei anche aver fatto un casino colossale e non esserne consapevole.

La sua risata scuote leggermente il suo petto e la sento riverberare sulla spina dorsale. Volto il capo per guardarlo e lui butta la sigaretta.

Abbassa i suoi occhi su di me e mi scosta i capelli dal viso, per poi sussurrare ad un passo dalle mie labbra «mi è piaciuto così tanto, che potrei fare solo questo per tutta la vita».

SADLY BUT MINEWhere stories live. Discover now