𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟖

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PoV Luna

Mi sentivo ormai fuori di me al solo pensiero di essere finalmente entrata in contatto con quel giovane ragazzo, che aveva l'aria di un cavaliere così galante, quasi un principe azzurro, tanto signorile quanto il marchese interpretato da Totò di Antonio De Curtis, almeno così lo vedevo io. Cercai di distrarmi leggendo, per non far capire quanto fossi affascinata da lui, almeno sul piano lavorativo, per evitare di mettere a rischio il mio lavoro. "Buongiorno!" - e sentii la voce di Mimmo, che fino a stamattina consideravo un caro amico, per il legame che si stava creando tra noi due. "Dove vai..." - chiesi infine, cercando di liberarmi dai miei pensieri. "Vorrei fare qualcosa, sto annoiato qui dentro" - disse in modo suo modo, ma si fece capire perfettamente. "Ascolta Mimmo, vorrei chiederti una cosa..." - dissi un po' timida, un po' impacciata, ma non riuscivo più a trattenere la domanda. "Dimmi Luna" - rispose alla fine. "Andrea..." - dissi ansimando tra me e me. "Si?!" - rispose quasi retoricamente, come se sapesse già sia la domanda che la risposta. "Beh, vi state parlando, sai... se piaccio a lei... beh, intendo in senso romantico, non voglio essere solo un'amica per Andrea" - perfetto, ora anche io iniziai a balbettare per l'imbarazzo. "Beh, è ovvio, al lavoro è chiaro che ci siete reciproca attrazione, penso che lei ti piaccia, in quel senso... quindi non preoccuparti" - vidi un po' di tristezza nei suoi occhi mentre lo diceva, ma qualcosa dentro di me si risvegliò, quasi come se fosse diventato notte. "E tu, hai interesse per qualche ragazza? Con me puoi confidarti, ti piace qualcuna?" - chiesi avvicinandomi a lui. "M-ma ch-chi potrebbe interessarsi a me..." - disse ancora balbettando. "Sei una persona dolcissima, Mimmo, perché non dovrebbe interessarsi qualcuna, penso che un giorno la ragazza che incontrerai dovrebbe considerarsi fortunata ad averti" - dissi e non so perché, ma lo sguardo di Mimmo si ammorbidì al punto da spingermi a dirgli quelle parole, se non lui, chi altro le meritava. "Grazie Luna, ma nessuna ragazza si è mai avvicinata a me" - udii un gemito triste nel suo sguardo, era un ragazzo attraente, un po' robusto, con occhiali e degli occhi verdi stupendi, un viso pulito ma trascurato, mancava un po' di armonia ma non era affatto male, chiunque avrebbe potuto notare il suo talento nascosto: "Quel ragazzo ha talento e non lo sa!". Avrei voluto instaurare un'amicizia solida con lui, essergli accanto, farlo capire che ognuno è unico a modo suo e che forse avevamo vissuto esperienze simili di depressione, questo era certo. "Luna, avvisa nel gruppo che Andrea deve cambiare il turno alla mensa degli utenti, mentre Gaia e Nancy devono farlo qui in centro" - improvvisamente la voce di Niccolò interruppe la nostra conversazione e, saltando la parte finale, Mimmo andò a pranzare e io, nel mio dovere, rimasi al mio posto.

𝐀𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚Där berättelser lever. Upptäck nu