Capitolo X

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«Queste possono andare bene?»

Janet sollevò lo sguardo sulle mele che Ellen teneva in mano e annuì. «Sì, sono perfette per la torta. Hanno la consistenza giusta per...»

«Prendiamole e basta» tagliò corto Lilyan.

Dopo ciò che era avvenuto quella mattina nel salotto di Chateaubriand Manor, la giovane ereditiera aveva dato sfogo a una serie di comportamenti contraddittori; in quell'istante, era di nuovo passata a detestare l'idea di festeggiare il compleanno di Blake. Janet lo aveva annunciato durante il pranzo, allo scopo di sollevare gli animi dei presenti, ma il detective non era parso contento della sua proposta; a sua volta, Lilyan aveva bofonchiato un «Non sappiamo nemmeno quando sia il suo vero compleanno», ma a sostegno di Janet si era lanciato Fauerbach, il quale aveva passato intere ore in silenzio, riflettendo probabilmente sul racconto di Blake.

Secondo il medico austriaco, fingere di essere un normale gruppo di amici o conoscenti riunitasi per una gioiosa occasione li avrebbe aiutati a dimenticare, per almeno una serata, l'orrore che si stavano portando dietro da settimane. Ellen stentava a credere che appena sette giorni prima si era svegliata entusiasta per dovere saltare la lezione di Peabody e partecipare a una ricerca scientifica.

No, lunedì scorso, a quest'ora, avevamo già trovato il cadavere di Proctor.

Su un punto, Janet e Fauerbach avevano ragione: le indagini stavano andando a rilento, il manicomio di Greenville non sarebbe stato reperibile fino al mattino successivo, dunque meglio divagare. Lo stesso Fauerbach aveva convinto Blake a uscire per una passeggiata mentre le tre donne si occupavano della spesa.

Ecco, quello era stato il primo segnale ambiguo da parte di Lilyan. Janet avrebbe voluto organizzare la serata e aveva già preparato un elenco di acquisti da affidare a Jeremy, quando Lilyan aveva asserito che il maggiordomo fosse fin troppo carico di impegni, quindi sarebbero andate loro tre al suo posto. Era stata una strana proposta da parte di una persona che, appena qualche minuto prima, si era detta contraria a festeggiare il compleanno dell'uomo con cui ce l'aveva a morte - compleanno reale o inventato che fosse - tuttavia Janet aveva sorriso e si era dichiarata bendisposta a dedicarsi alle compere. Ellen sarebbe andata comunque con loro, anche se Lilyan non l'avesse invitata, perché conscia di avere bisogno di una pausa.

Si erano inoltrate nel Merchant District, il quartiere che divideva French Hill e il Campus dal Miskatonic River, ed erano state liete di trovare un mercato a cielo aperto nonostante il tempo perfino più ostile di Lilyan. L'intenzione di Janet era di acquistare il necessario per un pasto che restituisse loro il calore familiare, e qualcosa suggeriva a Ellen che avrebbe insistito per apparecchiare il tavolo della cucina, con grande disappunto di Jeremy e Lilyan, ma poco importava: le interessava soltanto dedicarsi alla scelta delle mele perfette per la loro torta, perché per un pomeriggio voleva sentirsi frivola. No, non era vero: voleva provare cosa significasse avere come unico problema il dilemma fra mele rosse e mele gialle - avevano dei nomi, ma lei non si era mai degnata di impararli.

«Grazie» sussurrò improvvisamente Janet alle sue orecchie. Ellen la guardò, scoprendo un'espressione contrita dietro gli occhiali spessi. «Di essere ancora qui, intendo. Non avrei dovuto trascinarti in questa storia... La colpa è di Alexander quanto mia.»

Ellen non sapeva come reagire, perché le parole di Janet non avevano senso: era stata lei a voler rimanere a Chateaubriand Manor, e sempre lei a essersi dimostrata entusiasta per essere stata inserita nell'equipe di Miller. A sollevarla dalla risposta fu Lilyan, che si era avvicinata in fretta.

«Penso che ci stiano seguendo» annunciò a bassa voce.

Janet sollevò d'istinto il capo, mentre Ellen rimase concentrata sulle mele che stava imbustando. «Non guardare» la ammonì.

Il Richiamo di Cthulhu: Il GuardianoWhere stories live. Discover now