Capitolo IX

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[TW: morte di bambini]

La fine di ottobre del 1928 si presentò come una mattina uggiosa, tipica dell'autunno di Arkham. Si svegliarono dopo avere dormito tutti a malapena, carichi di domande a cui non sapevano dare una risposta, oltre che pervasi da un senso di pericolo imminente. , oppure poteva essere stato soltanto un caso; questa incertezza li rendeva tesi, incapaci di prendere sonno e gustarsi la calma che li aveva circondati il giorno dopo il loro rientro da Boston. Si erano lambiccati il cervello in cerca di soluzioni, e non erano riusciti a ottenere uno straccio di indizio.

Dopo avere ricordato al resto del gruppo che Darcus McCrindle, lo sterminatore della sua stessa famiglia, era ancora vivo, Blake aveva precisato che lo sapeva rinchiuso nel manicomio di Greenville, nel Maine, parecchio lontano da Arkham e soprattutto circondato da solide mura di cemento. Aveva provato a chiamare per chiedere informazioni, ma gli erano state negate, in quanto non risultava che McCrindle avesse dei parenti ancora in vita a eccezione del fratello; forse non tutti erano a conoscenza del doppio fallimento di Darcus, oppure nel corso degli anni di detenzione erano stati molti i ficcanaso che si erano interessati alla macabra vicenda.

Blake sapeva poco dello zio sopravvissuto, solo ciò che Silas aveva lasciato scritto nella lettera di commiato al nipote, unito alle informazioni ottenute chiamando la centrale di polizia di Greenville, che lo aveva tranquillizzato sulla cattura di Darcus, avvenuta il giorno successivo alla strage. La sua teoria prevedeva la presenza di una seconda persona, un complice acquisito negli anni, come un paziente rilasciato – sebbene ciò avvenisse molto di rado nei manicomi criminali – o peggio l'uomo che lo aveva aiutato a disfarsi dei McCrindle. Secondo Blake, era stato lui a seguirli e a evocare i mostri.

"Evocare": quella parola suonava così strana, eppure al contempo appropriata. I ricordi del detective potevano essere stati falsati dagli eventi avvenuti a casa di Jefferson Masters, ma Blake insisteva di avere visto due libri accanto al cadavere del bibliofilo. Erano entrambi aperti, uno per la caduta, ma l'altro? Possibile che il presunto complice di Darcus lo stesse consultando in quel momento? E per fare cosa, se non evocare un demone o roba simile? Ellen non avrebbe mai creduto a questa teoria, se nel giro di una settimana non avesse visto ben due creature inimmaginabili tentare di staccarle la testa.

Mentre il detective si dedicava a cercare informazioni sullo zio in cella, dunque, il resto del gruppo si era concentrato sullo studio dei mostri, in base alle informazioni che ricordavano su di loro. Ogni volta che Ellen ripensava alla creatura di Boston si sentiva torcere le budella, quindi aveva scelto di prendere in considerazione, per il momento, solo le carcasse su cui aveva già lavorato. Era stata una giornata piena di indagini, effettuata suo malgrado nella poco fornita biblioteca dell'Arcivescovo Giraud, per niente avvezza ad accogliere volumi su magia e stregoneria; l'alternativa sarebbe stata la Miskatonic Library, ma Ellen era restia a uscire di casa, ormai non soltanto per tenere un basso profilo all'università. Janet le aveva dato una mano a scandagliare ogni libro presente a Chateaubriand Manor, e Fauerbach le aveva dato il cambio quando l'archeologa si era addormentata sul tavolo della sala da pranzo, e fu una fortuna: le ricerche continuarono a rivelarsi infruttuose, ma perlomeno chiudersi in camera con il medico austriaco le aveva alleviato la tensione per un paio d'ore; al suo risveglio – avvenuto in assenza di Fauerbach – i dubbi erano ricominciati insieme a un forte odore di bruciato.

Si era vestita in fretta e furia, pervasa da una strana sensazione che le aveva attanagliato lo stomaco, ed entrando in salotto aveva osservato Blake estrarre dal camino il volume nero recuperato da Boston. Era incredula: non perché il libro sembrava intonso, ma perché non riusciva a comprendere come Blake fosse passato da "Guardiano" a "Distruttore di questi libri del cazzo". Si era bloccata prima di prenderlo a pugni; dopotutto, il suo tentativo di bruciare il tomo non era riuscito, quindi niente di inestimabile era stato distrutto, per il momento. Avvertiva ancora l'attrazione e la contemporanea repulsione verso quei tre volumi, e cercava di combattere il desiderio di metterci le mani sopra per studiarli accuratamente.

Il Richiamo di Cthulhu: Il GuardianoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu