73 - Charlie

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- Eli - scuoto mio fratello che dorme come un sasso nonostante siano le dieci di mattina e papà e James sono già andati all'ultimo giorno di processo da ore. Mio fratello fa un verso, sarà sveglio. - P-posso uscire, Eli?

Elijah mi guarda, apre appena un occhio. - Cosa? - dice con voce impastata dal sonno.

Mi tiro una manica. - P-posso fare un giro in bici?

Elijah si strofina una palpebra. - Da solo?

- N-non posso? - è da un po' che ho iniziato a chiedere di uscire di mia spontanea volontà. Di solito sono sempre con qualcuno, ma adesso mi fanno perfino rimanere a casa da solo senza problemi. Per quanto so che la mia famiglia non mi farebbe nulla, quando vedo che sono restii a lasciarmi uscire, mi sale un po' di ansia e un senso di soffocamento. La mamma non mi permetteva mai di uscire, si arrabbiava parecchio se glielo chiedevo, e ora sto pensando che non posso uscire di casa, che è meglio non insistere.

- Certo che puoi - Elijah si mette a sedere stanco e mi guarda - promettimi solo che non ti allontanerai e che eviterai di distrarti mentre sei in bici per non finire sotto una macchina. - Rido, ma Elijah rimane serio. - Ritorna per pranzo, portati il telefono e chiamami se dovesse succedere qualcosa, intesi?

Annuisco, i miei fratelli si preoccupano davvero un sacco per me, a volte è ancora difficile capacitarmene. Sto per andare via, ma Elijah mi ferma di nuovo. - Portati la borraccia, farà caldo, e se ti senti male chiamami.

Il tempo fa sempre i capricci in questo periodo, prima fa freddo e poi improvvisamente caldo. - P-posso prendere il t-tuo berretto della D.C.?

Si ributta sul letto. - Non sporcarmelo.

Sorrido andando a frugare nel suo armadio. Prendo il berretto con il logo al centro e me lo sistemo in testa. Elijah si è già riaddormentato nel frattempo. Mi dirigo di sotto e gioco un po' con Ebony. Le ho già dato da mangiare, l'ho spazzolata e portata fuori per una passeggiata. Vuole però ancora giocare e le coccole, e io gliele dò ancora, perché so benissimo che di questo non se ne ha mai abbastanza. La saluto, le dico di fare la brava e chiudo la porta d'ingresso con lei che mi guarda confusa.

Prendo la bici in garage e pedalo. Stamattina mi sono svegliato con un pallino in testa, non riesco a toglierlo fuori. Non ne ho parlato con i miei fratelli e papà, perché non penso che a loro piacerebbe cosa sto pensando e neanche cosa sto facendo. Pedalo, tanto, conosco la strada perché il luogo dove devo andare ci passai per quando con papà e i miei fratelli ci divertimmo a una fiera fuori città. Fu davvero una bellissima giornata quella, non la dimenticherò mai.

Il tempo è sereno, c'è una leggera brezza nell'aria e il vento mi colpisce quando pedalo. Vorrei godermi questo momento, ma ho il cuore che mi batte fortissimo e mi sento crescere dentro un'ansia enorme. Arrivo al luogo dove mi ero prefissato di andare, ma non mi avvicino. Più che altro rimango sulla strada opposta, un piccolo parchetto verde posto proprio di fronte l'enorme edificio dove si sta decidendo il futuro di mia madre. Intravedo parcheggiata davanti il tribunale la macchina di papà. Lascio la bicicletta a terra e rimango in piedi all'entrata del parco. È luminoso e ora fa un po' caldo, ma ho il cappello di Elijah e la mia mente non pensa al caldo quanto invece mi martella per questo ultimo giorno di processo. Tra poche ore si deciderà il futuro della mamma, probabilmente non la rivedrò più, forse neanche i miei fratelli potranno anche se vorrebbero. Mi stringo la maglia al petto perché ho i battiti sempre più veloci e il respiro corto.

C'è un via via dal tribunale senza sosta. C'è sempre qualcuno che sale o scende gli ampi gradini di ingresso di fretta. Sono tutti vestiti elegante, e ho fatto bene a non avvicinarmi. Io indosso un pantaloncino blu e una maglietta gialla semplice. È a maniche corte. Le cicatrici si vedono poco, ma non mi interessa più tanto se qualcuno le vede. Le persone più importanti a cui voglio bene sanno cosa c'è dietro, e cosa c'è dietro ora è finito, anche se in questo momento ho un nodo allo stomaco perché so che sarà completamente finito quando la giuria avrà emesso il suo verdetto. Sento la suoneria del mio cellulare e sussulto. In realtà non ho idea da quanto tempo sta suonando, e neanche da quanto tempo sono rimasto qui a guardare il tribunale. Aspettavo e basta e nel frattempo mi sono distratto.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now