29 - Elijah

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Mi sveglio frastornato con la suoneria del mio cellulare che riceve una chiamata in entrata. Sono ancora in vacanza, e visto che io e James alla fine abbiamo deciso di non andare più da nessuna parte con i nostri amici, sono qui a dormire fino a tardi come ogni mattina. Mi metto il cuscino in testa ignorando il fastidio. Il cellulare squilla ancora. Nel corridoio sento i passi di mio fratello che gira per la casa. Probabilmente si sta preparando per andare a fare jogging. Questo significa che è troppo presto, saranno tipo le sette.

Il cellulare squilla ancora e mi metto a sedere frustrato. Prendo finalmente la chiamata. - Pronto?

La voce rauca e severa è di una signora che non conosco. - Finalmente - mi risponde sprezzante - dovete venirvi a prendere il ragazzino ora che la pazza è andata via.

- Ha sbagliato numero - mi strofino assonnato un occhio pronto a richiudere la chiamata.

- Charlie - sento questo nome e finalmente mi sveglio - sei suo fratello, giusto?

- Chi è lei? - domando.

- Non importa - dice la voce - segnati questo indirizzo e vieni adesso. Stanotte era peggio delle altre volte e io non so come stia il ragazzino.

Deglutisco e penso alla prima cosa sensata che puoi pensare con una chiamata del genere. - È uno scherzo, vero? - Lei non mi risponde dicendomi l'indirizzo esatto di dove andare. Mi affretto a segnarlo nelle note del cellulare. Terzo piano, aggiunge. Dice di fare presto perché Charlie non risponde anche se continua a chiamarlo. Riattacca. Guardo il cellulare. È uno scherzo sicuramente, ma se c'è anche solo la minima possibilità che Charlie sia in pericolo non lascerò correre. Afferro una felpa e mi metto le scarpe. - James! - non le allaccio e vedo mio fratello al piano di sotto che mi guarda confuso con una cuffietta nell'orecchio e l'altra tra le dita. È all'ingresso, in tuta e pronto per uscire. - Charlie - scendo le scale di fretta - dobbiamo andare da lui.

- Cosa? - mi vede mettermi il giubbotto in agitazione. - Cos'è successo?

- Te lo spiego in macchina - esco dall'ingresso e i miei piedi affondano nella neve. Stanotte ha nevicato un sacco, ma almeno stamattina c'è il sole. - Ho il suo indirizzo, sbrigati.

——

- Chi era quella signora? E come conosce Charlie? - mi domanda James. Cerca di mantenere la calma, ma va veloce nonostante le strade siano ancora ghiacciate e piene di neve.

- Non lo so, non me l'ha detto - continuo a pensare che sia uno scherzo, ma penso anche a ieri sera. Papà quando è tornato a casa era strano. Ha detto che ha incontrato la mamma uscendo dal lavoro e lei aveva dato di matto per una cosa che non voleva dirci. James ha insistito nel sapere cosa fosse successo esattamente e abbiamo scoperto che papà si vede di nascosto da qualche mese con una sua collega d'ufficio. Mi sono sentito come se avessi ricevuto un colpo alle spalle. La rabbia mi ha accecato e ho iniziato a urlare quanto fosse meschino ed egoista. Lui pensava a farsi una vita mentre la sua famiglia soffriva a causa sua.

"Sei ancora sposato, papà!" gli ho urlato in faccia.

"Vostra madre non vuole il divorzio" si era giustificato "insiste con l'idea di volersi rimettere insieme".

"Devi parlarle, non può continuare a illudersi in questo modo" aveva detto James, e gli ho dato ragione. Poi ho continuato a prendermela con papà accusandolo di quanto trascuri le sue responsabilità, le ignori, come ignora Charlie. Lui si è arrabbiato, ferito nel suo orgoglio, e ha fatto la cosa che gli riesce meglio: è scappato andando via nel cuore della notte.

- Starà bene Charlie? Lui e la mamma non erano in vacanza? Ma papà ha visto mamma ieri sera, sono già tornati? - mi agito, l'indirizzo che mi ha dato la signora è verso la zona malfamata della città, dove mamma ha detto di abitare con Charlie.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now