26. Just a piece of paper

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Questa è la versione aggiornata del capitolo 26. È passato un pò di tempo dall'ultimo aggiornamento, quindi se non ricordate molto bene le vicende, siete liberi di rileggere il capitolo. Al contrario, durante la storia vi lascerò un'emoji per far capire da dove sono iniziate le modifiche.
Grazie mille per la comprensione, il nuovo aggiornamento uscirà questa settimana🩷

J O E L
♣️

Mercoledì 14 Novembre.

Aspetto le 21.00 con impazienza. Quasi come il mio stomaco attende il dessert dopo una cena. Oppure come aspetto una sufficienza in matematica dalle scuole medie.

«Avete portato il modulo già firmato per la gita?» la voce squillante della prof di francese mi risveglia dai miei pensieri. Punto i miei occhi su di lei con grande lentezza.

«Joel»
«Mh-mh?» alzo il capo e incontro i suoi occhi grigi che mi osservano attendendo una mia risposta. Regge tra le dita un fascicolo di fogli.
«Ce l'hai?»

Durante le vacanze natalizie la nostra scuola ha organizzato una gita in montagna, in una baita enorme che ospiterà gli studenti. Se non sbaglio la durata di permanenza sarà di una settimana.

«Le porto il modulo firmato domani» incurvo le labbra in un sorriso innocente e lei scuote la testa rassegnata. Esco dall'aula quando la campanella inizia a suonare, sancendo la fine delle lezioni.

«Joel!» mi volto quando sento la voce di Swami chiamarmi a poca distanza da me.

«Ciao splendore» fermo i miei passi e le faccio un cenno di saluto con la testa. Indossa dei jeans e una semplice felpa bianca con una scritta color violetto.
«Dimmi tutto»

«Volevo dirti che per stasera non devi essere preoccupato. Ho parlato con Thomas e lui mi ha detto che-»

«Non sono affatto preoccupato» la interrompo aggrottando le sopracciglia e alzando le spalle con disinvoltura. Lei spalanca leggermente la bocca, successivamente richiude le labbra e si sbatte una mano sulla fronte. Impreca a bassa voce e torna a guardarmi con rimprovero.

«Non essere sconsiderato» mi avverte con tono negligente. «Ti supplico»

«Swami»
Quando gonfia le guance offesa dal mio richiamo le infilo l'indice sulla fossetta createsi. Penso che voglia uccidermi. Appoggio le mano sulle sue spalle e la tiro verso di me, stringendola tra le mie braccia per qualche secondo. Lei si scosta imbronciata.

«Riesco a venire, poi devo scappare diretta al lavoro» mi dice. Assumo una smorfia.
Sono a conoscenza del problema economico che ha la famiglia Foster, eppure quel pub in cui lavora non mi piace per niente. Possono accedervi solo maggiorenni o comunque adulti, inoltre gli adolescenti falsificano i documenti com'è solito fare in America per entrare nei locali.

«Non mi piace quel posto» ammetto infilandomi le mani nelle tasche e alzando le spalle. Lei ruota gli occhi verso l'alto per qualche istante come se dovesse riflettere sulla risposta.

Un leggero soffio le fuoriesce dalle labbra rosse, totalmente in contrasto con la sua pelle chiara e il colore della felpa.
«Nemmeno a me, fidati. Ma pagano bene con le mance e Lana ha bisogno di me»

Mi tranquillizzo e poso il palmo della mano sulla sua spalla, «Riguardo a stasera, devi rilassarti. Non succederà proprio niente»

💀

Ore 20.50

Estraggo il telefono dalla tasca e inizio a giocare durante l'attesa. Mi trovo nel campo da football dietro la scuola, nonché il punto prestabilito da Thomas. Per ora non vi è anima viva, se non qualche gruppo di persone radunate più distanti. Ho notato che nessuna porta telefoni con sé, o almeno non li stanno usando. Questo mi porta a interrompere la mia partita e infilare nuovamente il telefono nella tasca.

Lethal BeatsOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz