12. It's not enough for me

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Mi accusate di avere dei vizi; di essere dissoluto, immorale, mentre io forse sono colpevole solo di essere più sincero degli altri e basta; di non nascondere ciò che gli altri nascondono persino a sé stessi.
Dostoevskij

S W A M I
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Sono fermamente convinta che la morte a causa di un affogamento sia la peggiore. È per niente indolore e la considero come una tortura anche per la persona che possiede il maggior istinto suicida.
Eppure il caso volle che in questo momento io stia nuotando verso il fondo di una piscina, essendo consapevole che potrebbe essere questioni di secondi prima che anche la mia anima si abbandoni.

Tuttavia il mio unico pensiero in questo momento è quello di salvare Renesme.
Stringo le chiavi con le mani per evitare che mi scivolino dalle dita a causa del tremore.
Apro gli occhi e, nonostante la vista mi si presenti appannata, riesco a intravedere indistintamente la figura della mia amica. Non ho molto fiato, per questo cerco di preservarlo il più possibile.

La raggiungo con grandi bracciate e le afferro immediatamente il braccio che si muove velocemente per dimenarsi. Appena si accorge della mia presenza mi tocca i capelli e finalmente riesce a calmarsi. Io invece mi affretto a chinarmi ulteriormente e afferrare la catenina con il lucchetto e il peso agganciato.

Cerco la giusta chiave. Ne provo tre ma nessuna di quelle corrisponde alla giusta apertura del lucchetto.

Sento una fitta ai polmoni e un senso di angoscia invadermi lo stomaco. Non sono mai stata una cima in apnea, eppure ora ho fatto una trentina di secondi sott'acqua.

Quando sento un rumore metallico cadere sulle piastrelle del fondo della piscina lascio un sospiro di sollievo, dimenticandomi di trovarmi sott'acqua. La vista infatti, diventa ancora più sfocata e le mie forze diminuiscono nel giro di poco tempo. Osservo le bollicine che fuoriescono dalle narici di Renesme, la quale cerca di aiutarmi a salire.

Conoscendola non mi avrebbe mai lasciata da sola qui giù, quindi raccolsi tutte le forze che le mie gambe mi garantirono e slittai verso l'alto. Renesme, probabilmente convinta che io la stia seguendo, inizia a muovere le gambe verso l'alto mentre la mia schiena aderisce alle piastrelle.
L'unica cosa che vedo in lontananza è un uomo che afferra Renesme e la fa sedere sul muretto. Quando si accorge della mia assenza cerca di ributtarsi in acqua nuovamente, ma viene trattenuta dalle spalle da un secondo ragazzo. La profondità mi impedisce di verificare chi sia.

Chiudo gli occhi con un lieve sorriso che tira all'insù l'angolo delle labbra.
Almeno tutti loro finiranno nella merda.

La mano si appoggia sul mio grembo ed emetto l'ultimo respiro sotto forma di bollicine, quando alle orecchie mi arriva ovattato il suono di qualcuno che si tuffa in acqua.
Vengo staccata bruscamente dal suolo con uno strattone che mi fa socchiudere gli occhi dallo spavento. Una mano mi cinge la vita e la mia testa scivola automaticamente nell'incavo del collo di chi mi stia sollevando. Chiunque mi stia tenendo possiede una presa salda e le sue dita sono premute contro la mia pelle fredda e increspata dalla pelle d'oca, come se avesse paura che scivoli nuovamente giù.
Dopo qualche secondo mi trovo nuovamente in superficie e la mia schiena viene aderita con il pavimento duro della struttura. A fianco a me sento il rumore del filtro dell'acqua e le persone tacciono.

Due mani si posizionano sul mio petto, all'altezza dello sterno, e iniziano a fare pressione per effettuare un massaggio cardiaco.

Lethal BeatsWhere stories live. Discover now