13. The truth is spelled out in your eyes

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S W A M I
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«Scusa perché hai messo questo segno qui?»

«Intendi un "meno"?»

«Sì sì quella cosa lì» mordicchio la gomma della mia matita mentre la nella mia testa si annidano dubbi e confusione. Davanti ai miei occhi vedo solo lettere e qualche numero che pare essere un instruso.

Avevo accettato di prendere ripetizioni da Myra per il test di fisica che si sarebbe svolto l'indomani. Ho passato una settimana intera a studiare duramente, cercando di far coincidere gli orari del lavoro con quelli riservati solo allo studio.

Non ho mai avuto molti problemi a superare gli esami scolastici e il merito lo attribuisco alla mia memoria fotografica. Ma devo ammettere che la fisica mi manda fuori di testa e il professor Beverly non è una persona che ti risparmia molto facilmente.

Inoltre, in questo periodo non ho potuto studiare come avrei voluto: avevo altro a cui pensare e mi sono del tutto scordata del semestre e degli esami che avrei dovuto sostenere.

Fortunatamente abbiamo un'amica che è sempre pronta ad aiutarci in caso avessimo bisogno per qualsiasi materia.

«Se scegli come variabile x, poi devi per forza mantenerla. Non puoi passare da una all'altra sperando che i calcoli vengano giusti»

«A volte la speranza è l'unica a cui devi aggrapparti per queste materie» sbuffo e mi scompiglio i capelli sulla testa. Il mio cervello non vuole saperne proprio niente oggi.

«Quindi per risolvere questo problema puoi fare un sistema, in questo modo sarai in grado di trovare le varie incognite»

«Mh-mhm» annuisco impercettibilmente per niente convinta e inizio ad appuntarmi sul foglio a quadretti alcuni numeri. Pigio sulla calcolatrice i tasti e mostro il numero che dovrebbe essere il risultato a Myra, la quale mi guarda soddisfatta.

«Per oggi può bastare» mi dice mentre ripone nel suo zaino libri e quaderni. Si alza in piedi e sistema la sedia di legno della biblioteca.

«Grazie ancora per essere restata qui» le sorrido e lei ricambia prima di darmi un bacio sulla guancia. Controlla l'orario dal suo telefono e torna a guardarmi.
«Devo proprio andare, se no sarei rimasta e ti avrei aiutata ulteriormente. Le cose le sai, quando avrai davanti il foglio ti devi solo concentrare e ripeterti che puoi farcela perché hai studiato duramente » si mette lo zaino in spalla e mi saluta con la mano, «Non esagerare...Stasera devi riposare»

Udisco che saluta qualcuno a bassa voce, ma decido di non girarmi per controllare. Quando sento le porte della biblioteca chiudersi con un tonfo, sospiro e chino nuovamente la testa sui libri. Continuo per l'ora successiva e le luci tra gli scaffali iniziano a spegnersi, così accendo la lampada che ho sopra la mia scrivania. La luce è gialla e soffusa quindi sono costretta a strizzare gli occhi tentando di mettere a fuoco le righe del libro davanti a me.

«Che ci fai ancora qui?» sobbalzo sul posto quando la sedia accanto alla mia striscia sul pavimento e Ares ci si adagia sopra. Stende le gambe sulla scrivania incrociando le caviglie e le mani dietro la testa.

«Domani ho il test più importante del semestre, devo entrare al corso di fisica a tutti i costi e come se non bastasse è stato assegnato a Beverly il compito di darci l'esito»

«Scommetto che a prescindere dal professore hai già studiato abbastanza» prende il mio libro e lo chiude con forza sotto il mio sguardo minaccioso.

«No, io non penso proprio» sibilo riaprendolo e allontanandolo da lui prima che possa sottrarmelo nuovamente.

Lethal BeatsWhere stories live. Discover now