Capitale 38: leggendaria Nomade -2°parte

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Come aveva potuto non accorgersi subito che la calligrafia del messaggio era troppo simile a quella di Ademaro? Le venne un capogiro ragionando sul fatto che erano state portate a entrambe un infuso della medesima qualità, ma la tazzina più raffin...

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Come aveva potuto non accorgersi subito che la calligrafia del messaggio era troppo simile a quella di Ademaro? Le venne un capogiro ragionando sul fatto che erano state portate a entrambe un infuso della medesima qualità, ma la tazzina più raffinata non era la sua bensì quella dell'amica. In un battito di ciglia ipotizzò una nefasta conclusione. Non sarà che il conte stia iniziando a provare dell'interesse per lei? le rimbombò nel petto trasformando i battiti del cuore in tamburi di guerra. Quella sera si sarebbe presentata all'appuntamento nel giardino, anche a costo di prendersi un brutto raffreddore pur di scoprire la verità. Era stato un cameriere oppure il mantello scarlatto a inviarle quel messaggio? Mentre i dubbi le tennero compagnia, non esitò un singolo istante a mordicchiarsi le unghie.

Scrutando le fanciulle in lontananza, Brancaleone fissò divertito il volto imbronciato di Rachele. Era così accecata dalla gelosia che non stava facendo nulla per nasconderlo. La osservò sbuffare, arricciare le labbra e infine osservare l'amica come se avesse di fronte a sé una temibile rivale. Dedusse che i sentimenti che lei provava per Ademaro non le avessero compromesso la capacità di ragionare. L'aveva capito persino lei. Era palese che il conte avesse usato il pretesto di offrire a entrambe un infuso per far recapitare una missiva a Noemi. Dirigendo gli occhi su quest'ultima ridacchiò divertito. Era stata un'ingenua a mostrare alla contessa il messaggio scarlatto. Chissà quante ipotesi allucinanti stavano nascendo in quel momento nella mente della contessa! Non aveva alcun dubbio che la loro amicizia era destinata a naufragare.

Notando dei minuscoli pezzi di carta vicino alle scarpette della Selindovia, il barone li attirò verso di sé con un filo di vento. Gli bastò uno schiocco di dita per ricomporre il foglietto. Meno di tre secondi per ridere a squarciagola. Non poteva negare che il conte si fosse impegnato a scrivere un messaggio sdolcinato, tuttavia era negato a corteggiare le fanciulle. Mai avrebbe immaginato che fosse così tanto timido da fingersi un cameriere piuttosto che rivelare la sua identità. Un improvviso luccichio lo indusse a dare un'occhiata più accurata alle sillabe. Inclinando la carta osservò esterrefatto le tracce di una polvere iridescente cosparsa sulla superficie scarlatta. In un istante spalancò gli occhi. Ripensò alla barretta di graffite che gli aveva visto prendere dalla tasca del mantello e si dette dello stupido. Il diciassettenne non stava facendo la corte alla fanciulla, altrimenti non si sarebbe mai scomodato a usare un inchiostro magico. Mentre guardò le aristocratiche alzarsi dalle sedie, si chiese che cosa stesse escogitando Ademaro. Quali erano state le vere parole contenute nel messaggio? Di qualunque segreto si trattasse era più che mai determinato a scoprirlo. Nonostante il temporale imminente all'orizzonte, si sarebbe presentato quella sera all'appuntamento. Tuttavia non era così tanto sciocco da aspettare sotto la pioggia. Si sarebbe affacciato alla finestra per scoprire se il mantello scarlatto avesse architettato una messinscena per spronare Rachele a lasciarlo in pace, oppure se avesse atteso Noemi nel giardino per discutere con lei di chissà quali argomenti.

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La Fenice del vento - Fiore di PeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora