Capitolo 5: una lettera da Solarbiom - 2°parte

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Avvolta dalle coperte, Noemi non si accorse che l'alba le stava annunciando l'inizio di un nuovo giorno

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Avvolta dalle coperte, Noemi non si accorse che l'alba le stava annunciando l'inizio di un nuovo giorno. La luce aumentò d'intensità. L'oscurità che un attimo prima dominava incontrastata, dichiarò resa al tocco dei raggi del Sole che filtrarono attraverso le tende, candide come le cime innevate dei monti. Stava ancora sognando quando alcuni fasci ambrati si proiettarono sulle superfici dei mobili, riflettendosi sui muri intonacati della camera. L'armadio in faggio riemerse dalle ombre che l'avvolgevano. La cassapanca brillò insieme alle venature del pavimento in pino mugo. Un crescente aumento di visibilità che portò alla luce l'aspetto umile ma accogliente della stanza. L'arredamento, infatti, non era sfarzoso e raffinato come le dimore dei nobili. Tuttavia trasudava l'onestà e la generosità che nessun aristocratico avrebbe mai posseduto. Una ricchezza più preziosa di qualunque agiatezza.

La luce divenne troppo intensa per passare inosservata. Le palpebre di Noemi si sollevarono e le folte ciglia corvine si mossero rapide. Stiracchiandosi e sbadigliando si alzò dal letto, e spalancò le ante della finestra facendo dei profondi respiri. L'aria era intrisa di essenze balsamiche mescolate con la freschezza emanata dal ghiacciaio sovrastante il paese. Osservò incantata le nuvole tinte di un arancione intenso divenire sempre più incandescente. Abbassando gli occhi scrutò le foglie di bietola brillare con la luce che filtrò fra le fronde degli alberi: una danza di movimenti e di riflessi creata da una lieve brezza che soffiava indisturbata.

Appena concluderò di fare colazione, proseguirò a vangare il terreno. Tremate erbacce: sto per arrivare! commentò fra sé progettando innumerevoli idee nelle quali l'orto era sempre il protagonista assoluto, mentre Rubino l'acerrimo nemico da fronteggiare con secchi d'acqua e lanci di farina. Quel micio furfante non saboterà i miei piani. Staremo a vedere se avrà il coraggio di fare ancora lo spavaldo pensò determinata fra una risatina e l'altra. Dei picchiettii la fecero destare dai suoi propositi e appena scorse Viola spalancare la porta, il suo volto si impreziosì di un sorriso radioso.

«Buongiorno, zia!» esclamò ad alta voce, impaziente di rivelarle che cosa avesse in mente di fare quella mattina.

La sua felicità però svanì nell'attimo in cui la donna non contraccambiò il saluto. Era la prima volta che le rivolgeva una tale freddezza, e la ragazza si tormentò al pensiero di aver deluso la persona a lei più cara. Si chiese che cosa avesse mai combinato di così grave da indurre la donna a comportarsi in quel modo. Che si sia accorta che manca nell'orto una pianta di cavolo cappuccio? pensò fra sé presa dal panico.

Le labbra di Viola rimasero serrate, e distogliendo lo sguardo si irrigidì come una statua marmorea. Sul volto portava ancora i segni delle ore trascorse in compagnia dei tormenti: le occhiaie gonfie di chi ha passato la notte insonne, e i capelli scompigliati dalla preoccupazione.

Senza pronunciare una singola parola, sua zia si voltò di spalle e sollevò in alto una mano per farle intendere che doveva seguirla. Sempre più turbata, Noemi uscì dalla camera e sfiorando con le dita il passamano della scala a chiocciola si affrettò a raggiungerla, indifferente agli scricchiolii che producevano i suoi passi premuti sulla superficie degli scalini in legno.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora