38. It's all coming back to me now

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There were moments of gold

And there were flashes of light

There were things I'd never do again

But then they'd always seemed right

There were nights of endless pleasure

It was more than any law allows

Baby, baby...

[Céline Dion]

***

Come uno strato di neve che si sciolga, lo squallore dovuto alla corsa in taxi si assottigliò sino a scomparire, una volta che si trovarono innanzi al grattacielo più imponente di Brickell Bay Drive, Downtown Miami. Il viaggio in ascensore, con direzione il cinquantaseiesimo piano, condivideva una solida omologia con l'ascesa a un monte che si erga di diverse migliaia di metri rispetto al livello del mare. Non era però in forza alla spicciola rarefazione dell'aria che mancava loro il respiro, man mano che salivano, piuttosto all'incendio ingordo che le consumava, nell'intimità di una vicinanza prolungata e d'improvviso nuovamente fruttifera; o forse mai davvero estinta.

Lauren la prese per mano verso il cinquantesimo piano e chiese permesso con lo sguardo. Mosse appena la bocca per articolare un sussurro: - Ne sei convinta? -. Sebbene temesse un rifiuto con ogni molle fibra di sé, era più che pronta e disposta ad accettarlo. Poi non avrebbe saputo scegliere tra offrirle una bevanda calda o chiamarle un taxi.

Camila arricciò le labbra come se stesse considerando e al contempo scartando l'idea. Liberò la ritta, ma solo per sfilare il guanto che la custodiva e che era vermiglio come il copricapo. Si avvicinò alla compagna, quasi appoggiandosi, e lo ripiegò delicatamente all'interno della tasca della sua giacca a vento. Conservalo, disse soltanto, quando le porte dell'ascensore si fecero da parte e poté abbandonarsi al calore del suo abbraccio.

La memoria di quegli attimi, anche a distanza di tempo, rimase pressoché limpida e intatta.

Si precipitarono lungo il corridoio del piano con la foga della prima notte. Richiusa la porta dell'appartamento duecentoventi, Camila lottò strenuamente tra le risa per non rimanervi pigiata con le spalle, ma presto si arrese e accolse il calore dell'amante (questa volta nell'accezione più negativa del vocabolo) con un gemito di soddisfazione. Sollevò le mani verso l'alto e capitolò con tutto il corpo. Bruciava di una pulsione selvaggia che, rimasta recondita troppo a lungo, la guidava e plasmava, abile fabbro, tutti i suoi movimenti. Tuttavia, com'è pacifico, essa aveva soverchiato e rinchiuso in gabbia la saggezza dello spirito apollineo, che scalpitava disperatamente per essere assecondato.

- Con calma, amor – ansimò, dominando la bocca di Lauren con la propria. Per una fugacissima frazione di secondo parve arrestarsi, addolcirsi; rinsavire. Invece affondò le mani nel volume copioso della sua chioma corvina, anche ridotta di lunghezza, e si discostò appena. – La noche e' larga -. Indi, si rilassò in un sorriso genuino. Sporse il capo in avanti, adagiando la fronte sulla sua, e vi si abbandonò. Accolse ben volentieri le lusinghe in forma di bacio che le pervenivano lungo tutto il viso, in maniera confusionaria e febbrile, ma minuziosa.

Se i suoi occhi non fossero stati riarsi per aver rimirato troppo a lungo l'incendio, prima di unirvisi volontariamente, avrebbero versato lacrime di puro gaudio.

Contro quella parete, pareva che Lauren la venerasse e coccolasse dolcemente al contempo; che volesse rimediare alle innumerevoli volte in cui non si era presa cura di lei, o che le aveva servito uno sgarbo camuffato da disattenzione; che, in breve, volesse dimostrare quanto ancora l'amava e quanti sacrifici e rinunce era disposta a compiere.

Quindi, quando il ritmo dei loro cuori divenne insostenibile, ritte in piedi com'erano, fuggirono verso il soggiorno, ora completo di un comodo e ampio sofà: una offriva pressoché il medesimo appartamento posto a scenario della loro rovina, l'altra aveva dimenticato di sfilare l'anello di fidanzamento.

- Mi manchi; mi manchi -.

Camila soccorse quei bisbigli e mentì a sua volta, mentre pigiava l'amante sul sofà: - Lo sé -. Invero, non possedeva benché la minima idea circa il delitto che stava compiendo; un delitto che aveva meditato per mesi e mesi e che avrebbe esatto periodicamente sangue da lei e dalle due donne cui al contempo spezzava le reni. Stava incidendo il talamo immacolato promesso a Isabella con un solco abbastanza profondo da dividerlo in due e causare un danno irreparabile. Chissà quando se ne sarebbe accorta, precipitandovi, e non trovando alcunché di seminato.

Lauren l'assicurò a cavalcioni, sorridendole lievemente. Con le palme aperte, mentre ella lasciava cadere il trench sul tappeto (la coppola era già andata perduta nei primi impatti), strofinò la stoffa spessa dei suoi jeans, pregustando il velluto custodito al loro interno. Risalendo con cautela, s'intrufolò al di sotto del raso lucente della blusa. Per sfilarla con maggiore agilità si issò con il corpo, quindi poté rimirare ciò che essa aveva celato e si lasciò immalinconire. Nella luce dorata del giorno, che s'infilava nell'appartamento attraverso le discontinuità delle persiane abbassate e rimaneva soffusa, le memorie si alternavano facilmente al tempo presente.

Camila poteva essere lì, insieme a lei, sotto quelle circostanze compromettenti, e comunque non le apparteneva più. Quell'incontro licenzioso rappresentava l'ultimo, oneroso prestito e in nessun modo avrebbe cambiato le loro rotte, perché continuassero a incrociarsi in futuro.

Tuttavia, sebbene non avesse mentito sulla nostalgia che provava, comprese finalmente cosa ella intendesse quando in passato l'aveva definiva distante.

- Hai idea – sospirò contro il suo petto – di quanto mi sia dannata? -.

Camila tacque, e svicolò la domanda. Non sapeva in ogni caso che rispondervi, oltre alle lacrime; e per lei aveva smesso di piangere da tempo. Inoltre, se una volta riciclare parole stracce equivaleva a rinnovare il sigillo amoroso, allora le sembrava soltanto di inscenare una grottesca parodia.

- Lauren – ammonì, ancorando una mano ai suoi capelli perché si guardassero negli occhi. In un certo senso, e per una delle rare occasioni nella loro storia, la sovrastava; la assoggettava. All'infuori di ciò, paventava il potere che ella esercitava sul suo corpo. In particolare, faticava a controllare la complicità delle rispondenze; l'imperitura lealtà, per così dire.

Difatti non riuscì a proseguire. Avrebbe voluto avvisarla che si stavano congedando definitivamente e che non ci sarebbe stato eguale seguito. Non poteva permetterselo, a prescindere da Isabella. Tuttavia, succube di un capriccio edonistico, avrebbe perseverato diabolicamente fino all'appagamento totale dei sensi. Si trovava a metà dell'opera, ormai!

Perciò inclinò il capo da un parte, come un'incantatrice di serpenti, e prese a lambire il suo collo. Se ricordava bene, impazziva per quel tipo di contatto.

Lauren non mancò di presentarsi al duello, benché percepisse dei giramenti di capo; come una debolezza intrinseca che la induceva a squagliarsi innanzi alla padrona dei suoi sentimenti, ad arrendersi. Si aggrappò alla figura serpeggiante di Camila e la esplorò con le palme aperte, alla ricerca di conferme; conferme di ciò che conservava nella memoria. Ricalcò la linea sinuosa del dorso sino alle spalle, e vi si abbarbicò con forza; in parte per evitare di tremare, in parte perché stentava a credere a quel che stava vivendo. Sei vera, annaspò con il cuore in gola. Le mani avide dell'amata avevano già trovato modo per intrufolarsi nel mezzo, allentare la fibbia della sua cintura e calarsi nel calore umido del gorgo. Nelle poche possibilità di movimento di cui godeva, Lauren denudò il torso. Finalmente a contatto diretto con il fuoco, la sua pelle esplose in un fremito di piacere.

- Camz – sospirò, assetata dai baci mancati e dalle iridi scure che, rapite dal momento, la scrutavano intensamente. Tentò di approssimarsi con le labbra, ma quando ella frustrò l'aspettativa di un contatto focoso, rispose mordendole il viso all'altezza della mandibola. La sentì gemere e ridere al contempo, frattanto che seguitava a elargirle lente carezze intime. Quindi, con un colpo di reni nato dall'impazienza, la costrinse sotto di sé. Balzò giù dal sofà per liberarsi di ciò che le rimaneva indosso e, prendendo ad armeggiare invece con i suoi vestiti, quantomeno per liberarla sino alle caviglie, la rimirò negli occhi con un velo di timore.

Con un cenno fluido dell'indice, Camila le permise di avvicinarsi. Divaricò le gambe per farle spazio e ricambiò lo sguardo con tanta serietà che riuscì a riprodurre l'eco di una dichiarazione d'amore, tra i loro spiriti disgiunti.

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