17. Cinema

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Darling, is it cool if I'm stubborn when it comes to this?

I guess we're in time

If you're getting yourself wet for me

I guess you're all mine

When you're sleeping in this bed with me

[Harry Styles]

***

L'ufficiosità della relazione tra Camila e Lauren aveva definitivamente operato da collante tra le rispettive cricche di amici. Non era infatti più un evento raro che i tre quarti restanti dei Pianeti accompagnassero Luna in territorio nemico, vale a dire Cojímar e dintorni, per una serata esplosiva.

Ovviamente, v'era chi gradiva, come Gisela, che iniziava a intrecciare un'interessante trama con Miguel, e chi invece, in maniera poco velata, ribolliva di sdegno e gelosia.

L'avvento del millennio nuovo non sembrava infatti aver sortito alcun effetto mitigante sul magma che Mariposa custodiva, tra i polmoni e l'intestino; e più si rimproverava a riguardo, più ritornava a esistere in una dimensione passata. Avrebbe voluto distaccarsene per sempre, accidenti! Ma come poteva, in presenza del rimorso che le rosicava le carni?

- Cariño – soffiò Fernando al suo orecchio, interrompendo quelle meditazioni. – Sei con noi? -.

Ella parve riscuotersi d'improvviso; come pescata a forza da un acquario.

- Che hai detto? -.

In verità nemmeno attese una replica, prima di focalizzarsi su una nuova distrazione. Essa si collocava al limite del suo campo visivo, ma ugualmente, come un dardo infuocato, ebbe il potere di colpirla: nel cono oscuro che rendeva contigue la pista bersagliata dalle luci stroboscopiche e il corridoio che conduceva ai servizi igienici, la sagoma furtiva di Lauren si mescolava indistintamente a quella di Camila, producendo scintille di una lunghezza d'onda colorata che esulava da quelle comprese nello spettro della materia visibile e, ovviamente, la faceva montare in bestia. A un tratto le parve addirittura di cogliere un luccichio malevolo negli occhi della meretrice. Mentre poi piegava la testa di lato, per garantire un accesso migliore alla bocca avida della corvina, sembrò muovere le sopracciglia in una provocazione: Stai fresca, carina.

- Mari... -.

- Che c'è? – sibilò Mariposa, stizzita.

Fernando si liberò a stento dalla stretta cannibale che ella affondava sulla sua mano inerme.

- Che ti prende, eh? – indagò, prima trafiggendola con lo sguardo e successivamente voltandosi alla ricerca della causa di cotanta suscettibilità: com'è pacifico, le nostre beniamine erano sgattaiolate giusto in tempo.

Dall'altro versante del tavolo, Candela attinse un nuovo sorso di piña colada; dipinta in viso, la consapevolezza di trovarsi su una faglia particolarmente brontolona. Mai infatti, avrebbe immaginato di ottenere un ingresso gratuito a teatro e sbrogliare la matassa convoluta di un simile triangolo, o meglio quadrato (oppure pentagono, perdinci?) amoroso. Accavallando le gambe, si scosse di dosso la sensazione incognita che la inquietava; quindi seguitò a porre l'orecchio alle maniere delicate di Gisela.

Miguel, che invero conosceva la gemella come il palmo della mano sinistra, non sembrava aver percepito le vibrazioni minacciose del sottosuolo, per quanto leggere. Difatti, a giudicare da come discuteva animatamente, aveva trovato un interesse comune a Jorge e a Ernesto: il campionato nazionale di baseball.

- Camz! -. Alla foga con cui la compagna svincolò gli unici tre bottoncini della blusa dall'abbraccio delle rispettive asole, quasi sdrucendo il tessuto contiguo, Lauren non poté trattenere una risata. – Non in un luogo così sudicio, per Dio – protestò debolmente, mentre l'altra proseguiva ad arroventarle la base del collo con i baci. Quando la sua bocca catturò la pulsazione carotidea, che a dire il vero era impazzita, e accennò a una cauta suzione, ella serrò i denti sul labbro inferiore, lasciando andare un sibilo in luogo di un gemito. D'impulso, avviluppò le falangi attorno al suo polso. – Andiamo -.

White Dress or AllelopathyWhere stories live. Discover now