62 - Charlie

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Ho provato a dormire, beh, non proprio, ho chiuso gli occhi e ho aspettato, ma la mia testa non ha mai smesso di correre. Continuo a pensare a oggi, alla chiamata di Ivan, l'uomo che dovrebbe essere mio padre biologico. Se ha chiamato a casa un motivo ci sarà e la mente mi porta a congetture che desidererei tanto non ci avesse mai pensato. Vuole prendermi, vuole conoscermi o vuole rivelare qualcosa che porterà la nostra famiglia a una nuova rottura. Anche solo incontrarmi riporterà a spiattellare sulla faccia di tutti che papà non è il mio papà. E se mi prendesse, io andrei lontano dalla mia famiglia.

Mi rigiro nel letto con il cuore in gola terrorizzato. Non lo avevo più incontrato dopo quel giorno di cinque anni fa, perché richiamare adesso? La sua chiamata potrebbe infastidire la mia famiglia, potrei ritrovarmi senza nessuno. Detesto sentirmi così e mi alzo a sedere nel buio della stanza. Prima Elijah si è sentito male e James è rimasto con lui fino a quando non si è calmato. Ora mio fratello dorme nel suo letto, ha il respiro pesante come ogni notte, forse un po' di più adesso. Lo guardo e mi assicuro che non si svegli. Scendo dal letto in silenzio e apro lentamente la porta socchiusa. Non voglio più rimanere a letto o in stanza, sta diventando un po' soffocante rimanere qui e vorrei un po' d'aria. Magari se scendo in cucina e mi prendo un bicchiere d'acqua starò meglio, smetterò di pensare a Ivan o la mamma.

Dalle scale intravedo della luce che viene da sotto. Qualcuno come me è ancora sveglio a quest'ora della notte. Scendo perché sento il bisogno di dovermi aggrappare a qualcosa del presente, che non mi porti via dalla mia famiglia. Una volta giù in salotto scopro che la luce proviene dal televisore, si trova accesa su un canale dove trasmettono vecchi film, ma il volume è basso. Sul divano di fronte c'è papà, non sta guardando il televisore e sembra che neanche mi abbia sentito scendere. Si sorregge la testa con una mano e non riesco a vedergli la faccia. Forse si è addormentato o non si sente bene.

- P-papà - mi avvicino, ma troppo tardi mi accorgo dell'odore nauseante che avvolge l'intera stanza. Lui alza lo sguardo su di me e la sua espressione conferma i miei sospetti. I miei occhi cadono sul bicchiere mezzo pieno che ha sul tavolino di fronte e una bottiglia vuota che è a terra dall'altra parte del divano. Mi congelo. Papà è ubriaco. Nella mia testa parte la scena che so fin troppo bene, che mi si è ripetuta in passato troppe volte. Conosco bene la prassi. Non mi devo muovere, ma ho il cuore che mi batte fortissimo in petto e devo respirare con la bocca perché l'aria dai polmoni non mi basta più. Non mi muovo, non lo faccio, sono invisibile.

- Charlie - dice papà con voce impastata, come se l'ultima cosa che si aspettasse di dire fosse il mio nome. Si passa una mano in faccia e si alza, ha difficoltà a rimanere in equilibrio e io indietreggio d'istinto. Papà deve essere davvero tanto arrabbiato per la telefonata di oggi di Ivan. Ha fatto finta di nulla davanti Elijah per non farlo preoccupare, ma in realtà è furioso con me, con la mamma. Fa un passo verso di me e le orecchie mi rimbombano assordanti. Non riesco a deglutire. Sta per succedere adesso, qui, in questa casa e con papà. Le gambe mi cedono e cado, ansimo. Il mio corpo è pronto, già sa perché trema e inizia a farmi male. Papà mi dice qualcosa, ma io non mi concentro sulle sue parole ma su di lui. Ha il viso rosso, traballa, ha le mani forte e possono abbattersi su di me in ogni momento.

- N-no - piagnucolo, non voglio che mi colpisca, non voglio che anche con papà succeda la stessa cosa che accadeva con la mamma. Non riesco ad alzarmi in piedi e salire le scale è impossibile, quindi cerco di reggermi quel che basta per andare a nascondermi prima che la situazione precipiti. Inciampo quando raggiungo la cucina perché le gambe mi tremano troppo e decido di trascinarmi sotto il tavolo come facevo quando sapevo che la mamma la stava per prendere, anche se era tutto inutile, perché quella cosa si sarebbe abbattuta su di me a prescindere.

- Charlie... - papà si avvicina al mio nascondiglio e allunga un braccio verso di me. Ho tutti i muscoli irrigiditi e mi fanno male per quanto li senta sensibili.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now