- N-non mi toccare! - urlo e vorrei non averlo fatto, ma ho così paura di tutto questo. Non volevo rompere anche papà, non volevo portare anche lui a odiarmi e schiacciarlo da questa situazione. Mi nascondo la testa nelle braccia, mi porto le ginocchia al petto e piango. Sento il petto bruciare e sto facendo tanto rumore, i vicini ci sentiranno. La signora Hughes verrà a bussare alla porta tra poco e forse questo fermerà papà prima che tutto inizi. Ma ci ripenso e non c'è la signora Hughes, nessuno potrà fermare papà, è inevitabile quello che sta per accadere.

Sento papà allontanarsi da me e continuo a tremare. La sta andando a prendere, è furioso, piangere peggiora sempre le cose, ma io non imparo mai, non so mai come fermarmi. Ci sono altri rumori adesso attorno a me, ma io singhiozzo ancora tanto e ho paura di vedere cosa succede. Poi qualcuno si accovaccia accanto al tavolo dove sono nascosto e tremo di più. - Charlie - riconosco la voce di James, ma non alzo lo sguardo su di lui, ho ancora il viso rigato dalle lacrime nascosto nelle braccia.

- N-non mi toccare - balbetto con la voce rotta. Non l'ho mai detto ai miei fratelli, a nessuno, neanche alla mamma quando mi puniva, è solo che deve ancora tutto iniziare e non voglio. Inoltre, sento che la pelle mi brucia, è così sensibile che ho paura che un solo tocco mi farà male come quando la mazza calava giù. Piango ancora, mi chiudo quanto più possibile e questo odore di alcool è ancora forte, lo detesto. Odio quando le persone bevono. Perché devono ubriacarsi quando sono arrabbiate? Il problema non si risolve e di solito si è ancora più arrabbiati dopo.

Sento un po' di vento circolare nella stanza e cambiare l'aria. Qualcuno ha aperto le finestre e finalmente l'odore sta passando e riesco a respirare un po' di più. - Charlie, va tutto bene, nessuno vuole farti del male. Sei al sicuro.

Non è vero. È pericoloso essere qui, ma ovunque ci sia io. Sono io che porto guai, distruggo tutto, porto chiunque mi conosca a rompersi. - Avanti, fratellino - sento ora Elijah dall'altra parte del tavolo - fa freddo qui sotto.

Mi allontano un po', ma poi mi ricordo di James a destra e mi chiudo tantissimo. - N-non mi toccate - ripeto.

- Va bene - aggiunge James con tono calmo - puoi rimanere qui se vuoi, va bene.

Sento James alzarsi e allontanarsi mentre credo che Elijah sia ancora fermo dov'è. Non voglio controllare, potrei vedere papà con la mazza o lanciarmi sguardi d'odio. Non voglio che mi dica che gli sto mettendo la famiglia contro. Mi mordo un labbro fortissimo e sono pronto a scoppiare a piangere di nuovo, quando qualcosa di morbido e caldo mi cade lentamente sulle spalle. - Non... - sto per ripetere, ma la voce di James mi interrompe prima.

- Non ti toccheremo se non vuoi, ma tieni almeno la coperta per tenerti al caldo, ok? - allungo una mano e stringo il tessuto nella presa. Poi c'è movimento e sento James sistemarsi sotto il tavolo con me. Mi è affianco, lo sento, ma non c'è contatto e cerco di non pensare a quei pochi centimetri che ci separano. Anche se mi toccasse non dovrebbe farmi male, ma ho già dolore in questo momento e non vuole passarmi.

- È come un fortino - sento dire da Elijah, e anche lui mi si siede accanto. Sono entrambi molto più alti e grandi di me, sono sicuro che staranno scomodissimi, ma sono qui, e mi ricordo per un attimo che voglio tantissimo bene ai miei fratelli.

- Charlie, papà è dispiaciuto di averti spaventato - dice James con voce bassa, come se un tono più alto potesse rompermi e forse potrebbe succedere davvero - non voleva e non ti farà mai del male, lui ti vuole bene.

Anche la mamma mi voleva bene, me lo diceva in passato, poi ha smesso di volermene o ha mentito sin dall'inizio. L'amore finisce comunque, come quello tra lei e papà, e ho paura che finirà anche quello che tiene legato noi quattro e un giorno mi ritroverò senza nessuno. Singhiozzo e piango di nuovo. Voglio bene a papà e anche ai miei fratelli, mi sono però spaventato tanto e mi sono comportato male con papà. Piango ancora fino a quando non mi si esauriscono tutte le lacrime, e alla fine mi sento svuotato, stanco e assonnato.

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