Entro in casa di Ben. Appena ho staccato dal lavoro ho trovato al cellulare una sua chiamata persa, e quando non mi ha risposto mi sono precipitato qui a casa sua. Fortuna ho visto la sua auto parcheggiata, significa che è a casa e non chissà dove a fare chissà cosa.
- Ben - lo chiamo, ma non mi risponde. La casa è al buio, i suoi genitori dovranno ancora rientrare come al solito e salgo al piano di sopra per raggiungere camera sua. - Ben - lo richiamo aprendo la porta. Buio, la stanza puzza ed è in disordine. Nelle coperte c'è movimento e poi sento un lamento. Sospiro sollevato nel vedere che è realmente qui. Lo scuoto e lui si lamenta ancora avvolto completamente dal piumone. - Ben, che succede?
Mi siedo sulla sedia della scrivania aspettando spiegazioni. Finalmente si toglie la coperta di dosso e lo vedo in volto. Sembra stremato, come se non dormisse da giorni, mangiato dall'ansia e dalla preoccupazione. - Non sono fuori.
Mi acciglio. - In che senso?
- Doveva essere l'ultimo lavoro che mi affidavano, ma a quanto pare ne è uscito un altro che non mi hanno permesso di rifiutare.
- Beh, non farlo - gli rispondo secco.
- Non è così facile - ha lo sguardo perso - ci ho provato, James.
- Non dire così - mi avvicino - risolveremo la cosa. Puoi non andare?
- Te l'ho detto, non ho potuto dire di no, e se non faccio come mi dicono sarà peggio.
- Ne sei già uscito una volta, Ben - sto cercando di non sembrare in ansia, ma ho paura per il mio amico - puoi rifarlo.
Gli esce una risata fiacca. - All'epoca ero un moccioso che si limitava a fare commissioni innocue, non se la sono presi tanto quando ho mollato tutto, ma qui... non so cosa fare, James.
- Forse dovresti dirlo ai tuoi.
- Lo sai che non posso - dice - ci sono troppe cose in ballo.
Mi passo le mani nei capelli e sbotto. - Sì, come la tua vita. Non voglio ricevere una telefonata un giorno e sapere che sei morto come Xavier.
Ben si acciglia, non avrei dovuto nominare il ragazzo che era diventato il suo unico amico in quel periodo nero della sua vita. - Non ti ho chiamato per sentirmi dire questo.
- Allora cosa vuoi che faccia, Ben? - mi ritrovo a chiedere e lo guardo grave. - Voglio aiutarti.
Si morde un labbro. - O faccio per loro un altro lavoro o devo loro dei soldi che non ho.
- In questo caso portami con te la prossima volta che fai una cosa per loro.
Ride, come se avessi appena detto una barzelletta. - Ma ti senti? Non ti farò mai entrare in questo casino.
Sospiro frustrato. - Ben, per l'amor del cielo, voglio fare qualcosa, quanto ti serve?
Scuote la testa. - Dimenticalo, ti ho chiamato prima perché ero sconvolto della cosa, ma posso cavarmela.
- No, se mi hai chiamato.
- Posso farcela - mi guarda in cagnesco e capisco quanto gli stia gravando tutto addosso - davvero, ne uscirò fuori. Come hai detto, è già successo una volta, posso rifarlo. Ora vattene.
- Dimmi solo che sei al sicuro.
- Fino a quando faccio quello che dicono sì, e per il momento non è ancora nulla di pericoloso, sto bene. - Rimango in piedi davanti al suo letto. So che sta mentendo. - Vattene, James - mi dice - torna a casa, voglio restare solo.
Scuoto la testa. - Non posso senza che tu mi dia delle sicurezze.
- Sto bene - ripete.
- Non è quello di cui sto parlando. Sto parlando di te che lasci questa storia.
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Missing Brother [Completa]
Teen FictionDopo essere stato separato per quattro anni dai suoi fratelli, Charlie ha la possibilità di riavvicinarsi a loro. Ma James ed Elijah ormai vanno alle superiori e hanno una vita completamente diversa dalla sua. Charlie sembra l'unico ad essere cresc...