- Godi della mia solitudine - e capisco che la risposta è un sì, niente Emily. Sa che ci porteremo Charlie dietro e lui rimarrà solo a casa. Lo guardo senza riuscire a nascondere un sorrisetto dalle labbra. Charlie scende le scale di corsa, sta cercando di togliersi una macchia che ha scoperto di avere sulla felpa appena messa, ma senza avere successo.

- Vieni, figliolo, ti aiuto - papà va in cucina e ritorna con uno straccio e del detersivo in mano. Charlie gli si avvicina e papà gli si accovaccia di fronte per strofinargli il prodotto sulla macchia. - Andrà subito via, vedrai - gli dice, con una fierezza infondata delle sue capacità.

Charlie guarda papà impegnato e la tv accesa. - G-guardi la tv?

Papà annuisce e fa la parte del finto offeso. - Me ne starò qui a guardare una partita in compagnia solo di me stesso. - Troppo melodrammatico. Saremo via un paio di ore e torneremo prima di mezzanotte.

Lo sguardo di Charlie si scurisce. Si volta verso di me. - P-posso r-restare a casa? - chiede. Questo è uno dei tanti difetti di papà. Prende troppo alla leggera le cose che dice. Io e James stavamo sempre fuori, trovavamo papà solo quando tornavamo e non si è mai lamentato. Guarda caso ha iniziato a farlo con Charlie.

Papà gli sorride fermandosi. - Sto scherzando, figliolo, non mi importa di restare solo a guardare la partita, esci con i tuoi fratelli e divertiti.

- M-ma non voglio c-che tu rimanga solo - dice, guarda a terra - è s-spaventoso. - E il fatto che Charlie abbia usato un termine così specifico non ci sfugge. Sappiamo che Charlie rimaneva solo per la maggior parte delle sue giornate. Ci ha detto che quella donna tornava sempre la sera tardi, e non riesco neanche a immaginare il mio piccolo fratellino rientrare in un appartamento fatiscente e vuoto e non avere nessuno attorno. Per lui è stato spaventoso.

Papà gli tocca delicatamente un braccio. - Non sarà spaventoso perché so che tu, James ed Elijah tornerete a casa da me. - Gli occhi di Charlie si illuminano in un istante. Gli piace sentire papà che lo include nelle piccole cose. Vorrei però che capisse che è più importante di quanto pensi. James nel frattempo scende le scale, lentamente e con tutto il tempo di questo mondo a disposizione.

- P-posso restare a casa c-comunque? - mi chiede di nuovo Charlie, poi si gira verso papà. - V-vorrei stare c-con te.

- Non viene Charlie? - domanda tranquillo James unendosi all'ultimo alla conversazione.

- Ti annoieresti, figliolo - dice papà - ho intenzione di guardarmi solo una partita. - Charlie guarda papà, poi la tv e infine abbassa lo sguardo mortificato. Annuisce in silenzio capendo chissà cosa. - Ovviamente - cerca di rimediare al danno papà - se non ti annoierà e vuoi davvero rimanere, io ne sarei davvero felice. - Charlie lo esamina, analizzando ogni parola. - Ho intenzione di ordinare una pizza, sappilo - gli sorride.

Una nuova energia proviene da Charlie e capisco di aver perduto il mio fratellino. - Allora noi andiamo - dice James - Charlie, tu rimani? - lui non se lo fa ripetere due volte che annuisce con nuovo vigore e papà sorride sollevato.

——

La festa è uno schifo. Zoe è con delle sue amiche e continua a lamentarsi di un'altra che non è qui. Le sputa veleno addosso anche se sono sicuro di averle viste ieri insieme a scuola.

- Non ti sembra una mossa vigliacca? - mi chiede voltandosi verso di me, come se avessi ascoltato gli ultimi trenta minuti di conversazione.

- Non ne ho idea - gli rispondo alzandomi. Sinceramente non mi interessa, neanche più mi diverte stare in compagnia di Zoe, ha sviluppato un attaccamento troppo morboso nei miei confronti e io lo detesto.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now