26. Civil War pt. 2

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In quel preciso istante, Nathan fece il suo ingresso, seguito da Azrael e Hayat.

«No! No, no, no... Perché sei qui? Lei non morirà! Intesi? Tu non raccoglierai la sua anima!» esclamò Iria con impeto, dirigendosi verso l'Angelo della Morte con le lacrime agli occhi e lo sguardo furioso.

«Iria, tranquilla, sono ancora sveglia» cercai di calmare la mia dama.

«Cos'è successo?» domandò in tono spaventato Hayat, avvicinandosi a me.

Dalla sua espressione capii di non avere un'ottima cera. Percepivo le labbra asciutte e i denti che si scontravano tra di loro a causa dei tremori. Mi voltai verso Azrael e lo vidi a pochi passi dal mio letto. Continuava a fissarmi con uno sguardo vuoto e non si muoveva neanche di un millimetro.

«Ѐ in corso una guerra civile e mi hanno ferita con una spada avvelenata. Mi ero appena teletrasportata e non pensavo di trovarmi una scena simile di fronte. Fortunatamente mi hanno colpita al braccio, quindi mi rimane ancora un po' di tempo prima che il veleno raggiunga il cuore» risposi alla domanda di Hayat. «Iria, va' a fare quel che ti ho chiesto» ripetei alla ragazza, che sostava al fianco di Azrael, ancora immobile. «Stai bene?» gli domandai in un sussurro flebile, faticando a tirare fuori la voce.

«Tu sei stesa su un letto, con del veleno in circolo nel corpo, e chiedi a me se sto bene?» ribatté, per poi prendere una sedia e sistemarsi accanto al mio letto, mentre Iria usciva dalla stanza.

«Non conoscete qualche antidoto?» domandò Nathan rivolto ai fratelli.

I due si guardarono e per un momento calò il silenzio.

«Un antidoto, in effetti, potrebbe esserci...» sussurrò Hayat con aria pensierosa. Si avvicinò a me e adagiò le sue delicate mani sulla ferita, che era stata precedentemente bendata da Iria. Una luce bianca fuoriuscì dai suoi palmi e dovetti chiudere gli occhi per non rischiare di accecarmi. «Ho individuato il tipo di veleno. Come pensavo, ci sarà bisogno della pozione lunare» dichiarò Hayat, accarezzandomi i capelli con fare amorevole.

«La pozione lunare? Dove posso trovarla?» chiese Nathan, ma fu interrotto dall'ingresso di Iria, seguita dai membri del consiglio e da Nicholas.

«Grazie, Iria. Mi potresti gentilmente comunicare dov'erano?» domandai, mettendomi a sedere lentamente.

«Stavano scappando, Vostra Maestà. Il principe, invece, era in giro per il castello» mi comunicò, tornando a posizionarsi al mio fianco.

«Nel regno è in atto una guerra civile e voi stavate scappando

Assottigliai gli occhi per poi scostare le numerose coperte e alzarmi in piedi. Sentii Nathan e Iria che mi ordinavano di rimettermi a letto e percepii la mano di Azrael afferrare la mia.

«Ritorna a letto, mia regina, sei troppo debole» mi suggerì, apprensivo.

Seppur trovassi quel contatto piacevole e confortante, divincolai bruscamente la mia mano da quella dell'angelo e, avanzando a piccoli passi, fronteggiai il gruppo di cosiddetti uomini. Camminai fino ad arrivare a sfiorare il viso del giovane visconte Girard.

«Se non risolvete immediatamente questa situazione, ti posso assicurare, visconte, che tu e i tuoi compagni lì dietro farete la stessa fine di tuo padre. E non so se devo ricordarti la maniera in cui gli ho tagliato perfettamente la gola» sibilai, afferrando il ragazzo per il colletto con violenza. Nei suoi occhi lessi soltanto un'emozione: la paura. Sorrisi soddisfatta, cercando di reprimere il dolore al braccio ferito. «Andate!» urlai, poi mi voltai e tornai a letto, mentre i loro passi si allontanavano sempre di più.

«Certo che, per una che è stata appena ferita gravemente, hai molta energia» osservò Nicholas, appoggiato all'anta della cabina armadio.

«Nicholas, la tua voce mi irrita. Che ne dici di stare un po' in silenzio?» sbottai, sistemandomi di nuovo sotto le coperte calde.

«Con tutti i minerali che hai preso, non vivi esattamente nel lusso» continuò il fae, scrutandosi intorno con sguardo giudicante.

«Sta per caso insinuando che la regina sia una ladra?» mormorò Nathan, assottigliando le palpebre e compiendo pochi passi nella direzione del principe.

«Spero per lui di no, oppure anticiperò personalmente la sua morte» attestò l'angelo, per poi concentrare l'attenzione su di me.

Avevo imparato a adattarmi agli sguardi delle persone, ma non credevo che avrei mai potuto fare l'abitudine al suo. Era come se mi leggesse l'anima. Con Iria e con Nathan avevo un rapporto molto stretto, ma loro, prima di vedere me, vedevano la regina del Regno del Nord. Azrael, invece, vedeva solo Edith.

E in quel momento, con il rischio di morire, realizzai che Azrael non era solo qualcuno che mi stava aiutando con il mio folle piano. Capii che forse poteva essere qualcosa di più.

Mi aveva fatto ritornare il sorriso. Mi aveva fatto danzare e mi aveva riportato a suonare il violino. Mi aveva tirato fuori da una realtà che mi stava opprimendo. Mi aveva allungato una mano che io avevo deciso di afferrare.

Mi pentii di essermene accorta solo in quel momento, dopo essermi fidanzata ed essere stata ferita gravemente.

La frase che aveva pronunciato mi aveva messo in subbuglio lo stomaco. Ero forte e sapevo difendermi da sola, ma quelle parole mi provocarono comunque un effetto piacevole.

Sorrisi leggermente, sentendomi sempre più stanca. I muscoli del mio corpo erano indolenziti e le palpebre si appesantirono. Chiusi gli occhi e trovai una confortante sensazione che decisi di accogliere.

***

Nathan

«Vostra Maestà!» esclamò la voce preoccupata di Iria.

Lasciai la mia posizione e mi avvicinai al letto su cui giaceva Edith. Gli occhi erano chiusi e nascondevano l'unicità delle sue iridi. Le labbra violacee erano distese in uno stanco sorriso appena accennato, la fronte pallida era imperlata di sudore e dell'acqua del panno con cui la stava tamponando Iria.

«È svenuta, Nathan!» continuò la dama, mentre controllava il braccio ferito.

La benda che aveva utilizzato per avvolgere la ferita era ormai scarlatta. Le vene si erano annerite e, quando Iria scostò i vestiti di Edith, notammo che il veleno si stava avvicinando sempre di più al petto. Fortunatamente il braccio ferito era il destro, perciò avremmo avuto più tempo a disposizione per salvarla.

«Non abbiamo più molto tempo. Sai dirmi dove posso trovare la pozione lunare?» domandai alla donna che aveva accompagnato Azrael.

«Sulla Montagna della Luna. Non è molto lontana da qui, ma devi stare attento. Non è consigliato utilizzare la magia in certi luoghi» affermò, guardando con compassione Edith.

Non attesi un ulteriore momento: mi teletrasportai immediatamente ai piedi delle Montagne del Nord.


Note dell'autrice

Ciao a tutti, come state?

Ecco a voi la seconda parte di "Civil War".

Edith è nel braccio della morte ma rimane comunque lei: una tenerona ma anche una girl boss.

Finalmente capisce che per lei Azrael non è del tutto indifferente.

Meglio tardi che mai insomma.

Il capitolo di chiude con il caro Nathan che non ci pensa due volte e si reca subito a prendere la pozione per la sua regina.

Vi avviso già che il prossimo capitolo sarà proprio l'extra di Nathan.

Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto e se vi piace l'idea degli extra di personaggi secondari.

Vi voglio bene e alla prossima<33

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