1. I am the queen

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Edith

Al mondo conoscevo due tipi di persone: quelle che preferivano il sole e quelle che, al contrario, favorivano la luna.

Io, invece, ero innamorata delle stelle. Piccoli punti luminosi che macchiavano distrattamente il cielo.

Desideravo essere come loro. Volevo che nessuno prestasse caso a me, volevo essere invisibile per la gente, almeno per un'ora.

Ma non lo ero.

No, io ero sia il sole che la luna. Ero sempre luminosa, appariscente ovunque andassi.

Nessuno vedeva Edith, ma solo "Vostra Maestà", la regina del Regno del Nord. Non che lo odiassi: mi piaceva essere la regina, e dovevo ammettere che apprezzavo anche tutti i vantaggi che comportava. Ma volevo una pausa da tutto. Desideravo togliere i tacchi e la corona e vivere una vita più... normale. Girovagare per casa scalza, sedermi nella posizione più comoda e, perché no, anche mangiare come più mi aggradava.

Desideravo vivere senza l'angoscia di sapere che centinaia e centinaia di vite dipendessero da una mia emissione di fiato. Essendo figlia unica e di conseguenza l'unica erede non avevo mai avuto scelta.

Dovevo regnare. Ero destinata a essere una regina.

Sognavo di vivere senza il peso della responsabilità, ma non sarebbe mai potuto accadere. Ero la regina e dovevo comportarmi da tale. Non potevo permettermi di rivelare alcuna emozione. Me lo diceva sempre mia madre, così come le mie insegnanti da bambina.

"Se riveli le tue emozioni, diventi debole, e così sarà molto più semplice ucciderti."

Ogni giorno, ogni singolo attimo, poteva essere l'ultimo per me. Tanti stolti avevano provato a uccidermi, sia in battaglia che in altre situazioni, ma nessuno ci era riuscito.

La mia vita era importante per un unico e fondamentale motivo: mantenere la pace tra le due congreghe.

Secoli prima che io nascessi, non esisteva un regno unico, ma esistevano due congreghe di streghe e stregoni. Mia madre faceva parte della congrega che utilizzava la magia bianca, al contrario di mio padre che utilizzava quella nera.

Le due congreghe furono in combutta tra di loro per moltissimo tempo, per poi trovare finalmente un accordo. Fecero sposare un ragazzo appartenente alla Congrega Noire e con una ragazza appartenente alla Congrega Blanche: mia madre Sophia e mio padre Antoine.

Le due congreghe si unirono sotto un unico regno governato dai miei genitori. Dopo non molto tempo ebbero me, una ragazza che possedeva sia la magia bianca che quella nera.

Nessuno era come me.

Alla maggiore età, dopo la triste morte di mia madre, mio padre mi incoronò regina del Regno del Nord. E da quel preciso giorno la mia routine fu la stessa, a meno che, ovviamente, non ci fossero state delle guerre.

Mi alzai dal letto e, dopo aver indossato le pantofole, sollevai le tapparelle e mi diressi in bagno.

Secondo il galateo reale, dovevo essere lavata e preparata dalle domestiche. Appena salita al potere, però, avevo categoricamente vietato quella regola, almeno per me. Era ancora valida con marchesi, visconti, duchesse e lord: tutti loro utilizzavano quella regola del galateo a loro vantaggio, ma io no. Preferivo farmi il bagno da sola e prepararmi in autonomia.

Feci una rapida doccia calda, per poi uscire dal bagno indossando un accappatoio fatto con il cotone più pregiato presente sul mercato.

Mi vestii con un lungo abito nero adornato da semplici ricami in oro sul petto. Indossai dei tacchi non troppo alti, appoggiai la corona dorata sui capelli neri e lisci, per poi passare al trucco.

Life Goes OnWhere stories live. Discover now