Jack Grealish. Parte 1

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Suono al campanello di casa sua, pur non convinta del fatto che possa essere una buona idea, e dopo qualche attimo mi viene ad aprire alla porta. Ha i capelli tirati all'indietro e un cerotto sul sopracciglio, per un secondo ho la tentazione di buttarmi tra le sue braccia e stringerlo forte, respirando il suo profumo che sa di casa e può tranquillizzarmi, ma vedendo la sua espressione seria resto immobile.

"Che diavolo ci fai qua? Ma sei impazzita." è infastidito dal fatto che abbia preso la decisione di venire fino alla sua villa, ma al momento non me ne importa. Mi sono presa un infarto quando, dopo lo scontro che ha avuto in campo, l'ho visto cadere a terra e perdere sangue... ho provato a telefonarlo per accertarmi che stesse bene, per avere notizie, ma lui non si è presentato, perciò ho deciso di venire di persona visto quanto ero preoccupata.

"Tu forse lo sei, non hai risposto a nessuna delle mie chiamate o dei miei messaggi... ero spaventata, pensavo stessi male. Allo stadio ti ho visto uscire con la barella e poi non ho più saputo niente. Come pensi che sia stata?"

Lui sospira debolmente e lancia un'occhiata dietro di sé, come per assicurarsi che nessuno stia sentendo da dentro casa sua, poi chiude la porta alle sue spalle ed esce in giardino. Mi basta questo suo gesto per farmi capire che non è solo... bene.

"Se non ti è risposto c'è un motivo, non credi? Non potevo usare il telefono per rispondere a te. Sasha è venuta subito all'ospedale appena ha saputo dell'infortunio... perciò se non volevi che ci scoprissero, ho dovuto attendere per farmi vivo. Ti avrei risposto ora, è appena andata a riposare." lo dice con nervoso, come se fosse stufo di dovermi spiegare le cose, come se a me facesse piacere recitare sempre il ruolo dell'amante e fingere indifferenza per tutto ciò che gli riguarda... come se per me fosse uno sconosciuto quando è tutto il contrario, è al centro della mia vita.

"Sai che c'è, Jack? Sono stanca, stanca di dovermi nascondere e di dover vivere così. Non puoi più tenere un piede in due scarpe. Devi scegliere, o me o lei, perché tutto questo è insostenibile. Allo stadio mi si è fermato il cuore quando ti ho visto cadere a terra insanguinato, ma ho dovuto fingere che fosse tutto okay, che non mi importasse. E perché? Te lo dico io, perché non ho nessun diritto nei tuoi confronti, sono solo la tua amante... non posso mostrarmi interessata a te, nemmeno minimamente." tiro su con il naso per evitare di scoppiare a piangere e scuoto la testa con estrema delusione. Sembra che non gli importi niente di mettersi nei miei panni o anche solo interessarsi di capire quanta paura possa avere avuto in queste ore in cui era scomparso completamente.

"Wow..." ride ironicamente, muovendo il piede in modo nervoso prima in avanti e poi all'indietro. Sembra stia pensando se dire o meno ciò che gli sta balenando in mente. "Eri così preoccupata per me che la prima cosa che mi dici quando mi vedi è questa... eri così preoccupata che mi metti alle strette proprio in questo momento. Sì, devo dire che hai un tempismo niente male. Non credi che al momento sia una cosa un po' egoista?"

Spalanco la bocca sentendo ciò che ha detto, perché mi sta confermando che non gli interessa provare a capire. "Sei ingiusto... mi dai dell'egoista. Come puoi anche solo pensarlo?! Sono mesi che ti metto davanti a me stessa. Sono mesi che sto male quando ti vedo con lei, ma fingo di non per farti pesare questa situazione, sono mesi che ti sostengo e ti sto accanto pure se nascosta. E tu mi descrivi egoista... forse non hai capito come funziona la vita. È vero, hai ricchezza, fama, notorietà e bellezza, ma probabilmente ti manca la cosa più importante: l'umiltà. Dovresti essere riconoscente alle persone che ti fanno bene, che ci tengono a te, che ti trattano come meriti... invece sputi sentenze e parole che potrebbero ferire, come se niente fosse. Ok... sai che c'è, Jack? Non devi più scegliere tra me e lei, perché ho appena scelto io per te. Addio Grealish."

Faccio per andare via, ma prevedendo la mia mossa mi blocca tenendomi per il polso. Alzo lo sguardo sul suo e mi si stringe il cuore quando vedo i suoi occhi castani brillare... mi fa malissimo chiudere qua questa relazione, ma lo amo troppo e tutto ciò sta diventando distruttivo per me. Devo proteggermi, una volta tanto devo pensare a me.

"Mi stai mollando? Così dopo mesi stai decidendo di chiudere tutto come se niente fosse?!" è incredulo e si sta innervosendo sempre di più man mano che parla "Che cazzo fai? Pensavo che mi amassi... pensavo che quelle parole per te avessero un peso, che i momenti nostri avessero un peso... invece, evidentemente, mi sbagliavo."

Le lacrime iniziano a scendere copiose dai miei occhi senza che riesca a fermarle, purtroppo, e mi allontano dal suo tocco con uno strattone. "Se pensi che per me non sia stato importante nulla, beh allora significa che non mi conosci proprio. Basta, più continuiamo a parlare, più rischiamo di rovinare il ricordo di quello che è stato. Mi piacerebbe tenere intatto almeno quello..."

Jack alza immediatamente le mani in aria, in segno di resa, poi annuisce più e più volte. "Beh, per me ciò che abbiamo condiviso l'hai appena cancellato con questa cazzata di chiudere tutto, hai eliminato ogni cosa che siamo stati. Fanculo, puoi pure andartene. Non abbiamo nient'altro da dirci." mi lancia un'occhiata super delusa, come se per me ora non provasse altro che fastidio, poi torna dentro casa, sbattendomi praticamente la porta in faccia.

Per qualche secondo non so cosa fare. Resto a guardare la porta chiusa davanti ai miei occhi, con la vista appannata dalle lacrime e lo stomaco stretto in una morsa, tanto che per un momento temo che mi verrà da vomitare qua senza riuscire a controllarmi. Poi mi obbligo a riniziare a respirare in modo corretto, mi concentro sull'aria che entra ed esce dai miei polmoni, mi concentro sul rumore della natura intorno a me, sul rumore delle macchine che passano nella strada principale... mi concentro su ogni cosa per riprendermi e avere la forza di andare via.

Trovo la lucidità per girarmi di spalle e allontanarmi da casa del giocatore del City, trovo la lucidità per andare lontano da lui e non restare a rimuginare sul suo viso indifferente per le mie preoccupazioni e al mio dolore, al suo sguardo colmo di delusione e al suo amore che non potrà mai appartenere solo a me. So che per amore si fa qualunque cosa, ed è per questo che ho sopportato per mesi una situazione pesante, ma non posso annullare me stessa per sempre... assolutamente.

Devo riniziare da me. Devo ricostruirmi. Devo riprendere in mano il mio cuore e farlo smettere di soffrire. Io amo Jack da morire, ma non posso assolutamente continuare a lottare per qualcosa che non è mia e non mi appartiene... ora basta così.

Oneshot calcio Where stories live. Discover now