Olivier Giroud

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Strinsi forte la bretella della borsa che avevo appesa alla spalla, mentre girovagai con lo sguardo per tutto l'appartamento. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dall'arredamento elegante e moderno, rappresentava pienamente l'uomo che camminava dietro di me. Lui era in silenzio, come per lasciarmi studiare l'ambiente.

Posai la borsa sul bianco divano di pelle e poi, lentamente, mi girai verso di lui. Lo osservai mentre, con le mani infilate appena nelle tasche dei jeans, mi osservò con uno strano sorrisetto stampato sulle labbra. I suoi occhi azzurri mi fissavano attenti e potevo leggerci chiaramente i sentimenti che gli stavano attraversando la mente.

"Che c'è?" mi chiese ridacchiando e fingendo di non aver capito perché avevo assunto un'espressione un po' di rimprovero "Puoi parlare tranquillamente."

"Perché mi stai guardando così?" sorrise maliziosamente alle mie parole e si aprì primi bottoni della camicia nera che aveva addosso e metteva in risalto il suo corpo muscoloso e perfetto. Era impossibile non ammettere quanto fosse attraente e affascinante. Per non parlare degli occhi color ghiaccio che risaltavano con il colore scuro dei suoi capelli.

"Mi piace osservarti e vedere che sei un po' agitata." si avvicinò a me e, vista la differenza d'altezza, mi sovrastò completamente. Mi morsi il labbro inferiore e alzai leggermente la testa verso l'alto per incrociare i suoi occhi. "Vedi, in questo momento riesco quasi a sentire il tuo cuore pompare velocemente. Riesco quasi a sentire i tuoi pensieri uscire affollati dalla tua mente."

Sollevò la sua mano per aria e poi tracciò il profilo del mio viso con l'indice, mandando scosse elettriche su tutto il mio corpo. Ogni centimetro di me venne pervaso da scariche che mi fecero venire la pelle d'oca. E tutto quello solo perché mi aveva semplicemente sfiorata.

"Non è difficile capire che sono agitata. Sono partita per venire in Francia con te, così, senza avvisare nessuno e senza programmare nulla." lo dissi quasi a voler sminuire quanto in realtà fosse stato bravo a capire i miei sentimenti e il mio stato d'animo.

Continuò a sorridere, in quel modo maledettamente attraente, mentre scrollava le spalle come a minimizzare ciò che avevo appena detto. Beh, per lui era totalmente normale quello che avevo deciso di fare. Partire senza pensarci su nemmeno un secondo. Me l'aveva proposto e io avevo accettato, e non sapevo nemmeno perché.

"Pensavo fossi così agitata perché sei in un altro stato con me e perché, finalmente, abbiamo una casa tutta per noi. Qua sicuro non piomberà nessuno mentre siamo insieme. Nessun compagno di squadra, nessun amico..." posò la mano sul mio fianco e mi attirò più verso di sé "solo noi. Possiamo fare tutto quello che vogliamo."

Abbassò il capo e fece posare le sue labbra sotto il mio mento e poi sul mio collo. Io, d'istinto, portai la testa all'indietro per lasciarlo fare, mentre le farfalle iniziavano ad abitare il mio stomaco e la voglia di lui cresceva sempre di più.

"Olivier..." lo richiamai appena, mentre lui mugugnò qualcosa in risposta, ma senza smettere di torturarmi il collo con dei piccoli baci "Olivier, andiamo nella camera da letto."

Lo sentii sorridere contro la mia pelle e alzò il viso, per posare il suo sguardo sul mio. Vidi i suoi occhi ardere di desiderio, mentre annuiva in risposta alla mia richiesta.

Fece intrecciare le nostre dita e mi condusse in un piccolo corridoio, per poi farmi entrare nella prima porta sulla destra. Per qualche secondo mi persi a osservare il modo curato in cui, anche quella stanza, era sistemata, ma poi mi girai immediatamente verso l'attaccante.

"Eccoci in camera." posò una mano sul mio viso e spinsi la guancia contro il suo palmo "Come mai volevi che ci spostassimo qua?" lo chiese maliziosamente e per mettermi in imbarazzo, cosa che gli riuscì alla perfezione. Subito sentii le mie guance surriscaldarsi, segno che si stavano colorando di rosso. Non riuscivo a essere diretta e parlare apertamente, era un limite che avevo sempre avuto.

Portai le mani sul suo petto e iniziai, finalmente, a sganciargli la camicia. Piano piano aprii tutti i bottoni e poi, ammirando il suo corpo scolpito, gliela feci scivolare lungo le braccia e poi cadde a terra.

"Hai davvero bisogno che te lo spieghi, Olivier?" risposi alla domanda che mi aveva appena fatto, usando una nota di sarcasmo, visto che era palese il perché mi fossi voluta spostare. "Sei abbastanza adulto per sapere alcune cose."

Avvicinò le sue labbra alle mie e le sfiorò appena, senza darmi un vero e proprio bacio, eppure avevo già il cuore pronto a esplodere. Sapeva bene cosa fare per mandarmi in panne.

"Oh io lo so, volevo solo sentirlo da te." mi baciò a fior di labbra, posizionando la mano alla base del mio collo come per tenermi ferma, poi mi fece l'occhiolino. "Capisco che magari tu preferisci la comodità oggi" indicò il letto dietro di me "ma ti assicuro che saremo potuti restare benissimo di là e sarebbe stato comunque magnifico." non avevo nessun dubbio, non era mica la nostra prima volta. Avevo ormai perso il conto delle volte che eravamo finiti insieme, e ogni volta era sempre più bello, non mi sarei mai stancata, ne ero consapevole.

"Oggi parli troppo." lo derisi scherzosamente e lo presi per mano, mentre mi distesi sul letto, invitandolo a fare lo stesso. Appena mi imitò, gli cinsi il collo con le braccia e lo attirai verso di me per baciarlo.

Finalmente le nostre labbra entrarono in contatto per scambiarsi un vero bacio. Schiusi immediatamente la bocca e lui intensificó il tutto, rendendo il momento più passionale. Mi baciò con foga e sentimento, spostandosi solo qualche attimo per potermi togliere la maglia e gettarla in una parte a caso della stanza.

Non avevo idea di cosa realmente ci fosse tra noi, sapevo solamente che averlo vicino mi faceva tremare nel mio io più profondo e che mi attraeva a sé come non mai. Ma non era solo il suo aspetto che lo rendeva affascinante. Amavo il suo modo di parlare. Quel suo accento francese. Amavo il modo in cui sorrideva e scherzava sempre. Amavo quando faceva l'occhiolino per prendersi gioco di qualcuno. Amavo il modo in cui riusciva a catturare l'attenzione di chiunque. Amavo tante cose di lui... seppure la nostra era una relazione strana e non definita.

Io uscivo da una storia durata molti anni, lui da un matrimonio e aveva appena affrontato un divorzio, con dei bambini che doveva proteggere e tutelare, non eravamo esattamente pronti a iniziare una storia con tutti quei casini di mezzo. Eppure non riuscivo a stargli lontana e lui lo stesso con me.

Ma andava bene così, non avevo intenzione di definire il rapporto o etichettarlo. Mi accontentavo di poter fare tutto quello con lui e di poterlo vivere liberamente e serenamente in tutte le sue sfumature. Quel che sarebbe stato, si sarebbe visto con il tempo.

Mentre mi baciava e accarezzava, ci ritrovammo entrambi nudi, con i vestiti che giacevano a terra. Lo baciai sulle labbra, facendogli capire che era arrivato il momento ed ero pronta, e lui colse immediatamente il messaggio.

Subito mi sentii come in paradiso, mentre venivo travolta dal piacere più puro mischiato a milioni di brividi che colpivano la mia pelle nuda e leggermente imperlata di sudore. Passai le mie mani sulla sua schiena, mentre i nostri respiri si sincronizzarono e divennero più accelerati, poi le intrecciai sui suoi capelli.

"Resterei in questa casa, così, per sempre." la sua voce roca, al mio orecchio, mentre pronunciava queste parole, fu un elemento in più che mi mandò in estasi, mi mandò letteralmente fuori di me. Cosa mi faceva?

"Io ci sto." risposi a fatica, mentre i nostri corpi, uniti, riuscivano a scambiarsi ogni emozione. Emozioni che le parole non avrebbero mai e poi mai saputo descrivere. Le parole sarebbero state riduttive.

Feci il suo nome più e più volte, mentre chiusi gli occhi, godendomi le sue attenzioni. Non avevo intenzione di pensare a nulla se non a come mi stava facendo sentire. Non avevo intenzione di preoccuparmi di nulla che non riguardasse lui o la nostra vacanza improvvisata.

In quel momento non mi importava di aver lasciato la mia vita, il mio lavoro, i miei amici, la mia famiglia, senza spiegazione o avviso. Non mi importava delle conseguenze. Non mi importava di cosa saremmo diventati io e lui a distanza di tempo.

Mi importava solo continuare a sentirmi amata, desiderata, rispettata. Sia nell'intimità che nei momenti di normale vita che condividevamo un po' per caso. Mi importava solo di continuare a stare bene come non ero mai stata, staccando la mente da ogni cosa e vivendo solamente di Olivier Giroud.

Oneshot calcio Where stories live. Discover now