Capitolo 46. Le scuse

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Mason

Il campanello suona più e più volte, facendomi accigliare visto che non stavo aspettando nessuno. È notte fonda e questo mi fa immediatamente preoccupare, mi fa pensare al peggio. Solitamente a quest'ora non si ricevono mai belle notizie.

Mi alzo dal letto e mi dirigo alla porta senza nemmeno indossare delle ciabatte, smosso dalla fretta.
Appena apro, la mia migliore amica appare davanti a me e io spalanco la bocca meravigliato e preoccupato allo stesso tempo. Non sembra stare bene, per niente.

Ha lo sguardo spento e gli occhi arrossati dal pianto. Il suo viso sembra essere più magro dall'ultima volta che l'ho vista, che è stata solo un mesetto fa, e ha un aspetto davvero di chi non se la sta passando per nulla bene. Un senso di colpa mi arriva dritto nel petto e quasi mi fa mancare l'aria, dove sono stato mentre lei aveva evidentemente bisogno di me?

"Ele... che ti succede?" mi avvicino a lei e le accarezzo il viso. Temo possa svenirmi davanti da un momento all'altro per quanto sembra debole. "Sei pallida, stai bene?"

Lei annuisce in modo impercettibile, sorridendomi appena. "Ho lasciato Kepa. Mi dispiace, Mase. Mi dispiace per tutto ciò che ho detto e fatto. Mi dispiace di aver fatto male a tutti voi. Mi dispiace di non avervi dato ascolto. Mi dispiace di aver fatto in modo che vi allontanaste da me." scoppia a piangere improvvisamente e a ogni parola che fuoriesce dalle sue labbra posso sentire il male che prova, un male che fa luccicare gli occhi persino a me "Scusami, se puoi. Sei mio fratello e so che volevi solo proteggermi, ma ero accecata da tutto l'amore che provavo per Kepa, dai nostri ricordi... volevo solo che la mia vita tornasse normale e tranquilla come la prima volta che io e Kepa stavamo insieme. Mi sono illusa che potessimo essere ancora così felici... e così ho perso le persone che davvero mi amano e sono interessate a me. Sono una deficiente. Forse ora è tardi per rimediare con tutti... ma almeno accetta le mie scuse."

Come ho potuto allontanarmi da lei? È questa l'unica cosa che al momento mi rimbomba in mente. Sapevo che non era completamente lucida. Sapevo che Kepa aveva un'influenza unica su di lei. Sapevo che dovevo tenerla vicino a me... solo che non riuscivo a stare fermo e zitto mentre gli permetteva ancora di distruggerla emotivamente, volevo darle una scossa e farle capire, ma a quanto pare non è servito a niente. Lei è stata comunque male e io non ero al suo fianco.

"Ele, sono qua. Non mi hai perso." la attiro a me e la stringo tra le mie braccia, facendola sfogare così. Lei si aggrappa alla mia maglia e la stringe con i pugni, lasciandosi andare in un pianto liberatorio. Sembra che non piangesse così da tanto tempo, ma soprattutto sembra che non si sentisse libera e al sicuro da tanto tempo. "Va tutto bene, non è niente perduto... sono qua."

"Scusami, Mase. Scusami..." continuo ad accarezzarle la schiena, cercando di farla calmare e sussurrandole che è tutto a posto e non c'è bisogno che continui a scusarsi con me. Sono pur sempre il suo migliore amico e non potrei mai e poi mai nutrire rancore nei suoi confronti.

"Ti va di entrare, Eli?" sciogliamo l'abbraccio nello stesso momento e annuisce prontamente per rispondere alla mia domanda, così le poso una mano sulla schiena e la faccio accomodare in casa mia.

Appena si calmerà, dovrà raccontarmi tutto. Dovrà spiegarmi il perché sembra così distrutta. Dovrà dirmi se Kepa le ha fatto qualcosa di nuovo e come mai ha deciso di lasciarlo, non che la notizia mi crei dispiacere, ma è davvero strano che l'abbia fatto.
Però sono felice se lei ha finalmente capito che razza di persona sia diventato, sono felice se ha finalmente capito, con la sua testa e senza pressioni di nessun tipo, che merita di meglio.

Eléonore

Inzuppo un biscotto dentro il thè che mi ha gentilmente preparato il mio migliore amico e gli do un morso, alzando lo sguardo poi proprio verso di lui che mi sta fissando in attesa che sia pronta a parlargli.

Better Now||Christian PulisicWhere stories live. Discover now