Capitolo 14. Il momento del bisogno

662 46 31
                                    

Batto il piede nervosamente sul pavimento, mentre Mason e Maria mangiano ciò che ho preparato per cena e provano a farmi sentire meglio chiacchierando, ma io non riesco a prestare loro attenzione. Kepa doveva essere qua quasi due ore e mezza fa, ma non si è presentato e non mi ha nemmeno richiamato o risposto al telefono. Non so se essere preoccupata o incazzata, so solo che sento un peso nel petto e un'angoscia fortissima espandersi in me.

Improvvisamente sento il portoncino aprirsi e scatto in piedi andando verso l'ingresso, visto che l'unico che ha le chiavi di qua, a parte il mio migliore amico, è Kepa.

"Ehi babe, scusa ho fatto tardi." si avvicina a me sorridendo e mi stampa un bacio sulle labbra, ma io indietreggio e lo guardo sconcertata, non spiegandomi come possa una persona dire solamente queste parole dopo non essersi presentato a una cena che io ritenevo molto importante.

"Sei assurdo." scuoto la testa amareggiata e torno dai miei amici, dandogli le spalle e ignorandolo, mentre lui mi segue immediatamente chiedendomi di "aspettare e non fare così".

Quando arrivo da Mason e Maria, Kepa li saluta educatamente e poi si gira verso di me, guardandomi con dispiacere. "Mi dispiace, mi si è scaricata la batteria della macchina e ho dovuto chiamare il carro attrezzi perché non metteva in moto."

"Potevi chiamarmi. Sono stata in pensiero tutta la serata, pensavo ti fosse successo qualcosa anche perché non rispondevi alle mie chiamate. Ho passato ore a preparare da mangiare, pensavo di fare una cosa carina, ma tu non c'eri." cerco di non scoppiare a piangere nonostante i miei stupidi occhi inizino a pizzicarmi all'istante. Non mi importa di star litigando davanti a Mason e Maria, non mi vergogno di loro, l'unica cosa che mi importa è parlare con Kepa di tutto ciò.

"E hai ragione, babe. Scusami, non volevo farti preoccupare, e non volevo nemmeno che passassi una brutta serata per colpa mia. Ho sbagliato, mi dispiace davvero." prova a farmi calmare con un tono rassicurante, mentre si avvicina più a me e prende la mia mano, giocherellando con le mie dita. "Mi farò perdonare, davvero. Non è dipeso da me, sennò sarei stato qua prima dell'ora stabilita, sapevo quanto fosse importante per te tutto ciò."

Resto a fissarlo per qualche secondo, fissando i suoi occhi e chiedendomi se sia serio o meno, se mi stia mentendo o meno, ma non riesco a trovare traccia di menzogna nel suo sguardo. Sembra così maledettamente sincero e sembra guardarmi nello stesso modo in cui mi guardava quando ci siamo messi insieme la prima volta.

"Mi sono preoccupata da morire Kepa. Ad aspettarti qua quasi da tre ore." scoppio a piangere e sento Mason mugugnare qualcosa in modo infastidito, ma non capisco cosa, mentre Kepa tiene lo sguardo sul mio come se non volesse smettere di guardarmi. "Io ho il terrore di perderti, come fai a non capirlo."

I suoi occhi castani si colorano di un forte senso di colpa, mentre sospira appena e poi mi attira tra le sue braccia. Mi abbraccia forte e mi fa posare il viso sul suo petto, mentre io afferro il suo maglione e lo stringo tra i pugni. Mi lascio andare in un pianto liberatorio mentre lui accarezza la mia schiena e mi sussurra parole dolci che sono in grado di calmarmi.

Presto riprendo a respirare normalmente e senza piangere, allontanandomi piano da lui, che però continua a tenere la mano sulla mia schiena, cosa che mi fa sentire meglio e mi fa sentire al sicuro. Non so come riesca, ma accanto a lui mi sono sempre sentita protetta.

"Scusate anche voi... doveva essere una cena carina per dirvi che siamo tornati insieme. Mi dispiace ragazzi." si rivolge a Mason e Maria, sorridendo con aria di pentimento e poi sospira appena, sedendosi sulla sedia e facendomi sedere sulla sua gamba destra. "Domani possiamo cenare da me, così mi faccio perdonare per oggi."

Mason sembra un po' riluttante davanti a questa proposta, ma Maria annuisce accettando per entrambi, posando poi una mano su quella del suo fidanzato, come segno per calmarlo. Io le rivolgo immediatamente un sorriso in segno di ringraziamento, perché sta cercando di calmare le acque prima che Mason esterni il suo fastidio per ciò che è successo stanotte, evitando così che scoppi una lite tra lui e il mio ragazzo.

Dopodiché mi alzo e decido di portare la torta al tavolo, per potere magiare almeno questa tutti insieme, sperando che almeno la fine di questa serata prenda una bella piega e sia piacevole.

*****

Mason

"Cosa hai? Hai fatto letteralmente schifo oggi." Ben si accomoda accanto a me commentando senza mezzi termini il mio rendimento nell'allenamento di oggi, dopodiché anche Chris ci raggiunge e si siede all'altro mio lato, bevendo dalla sua borraccia e aspettando che io risponda alla domanda del mio migliore amico.

"Ieri sono stato a cena da Ele... doveva essere una cena dove, a quanto pare, ci doveva parlare di una cosa..."

"Una cosa, cosa?" Chris si interessa subito di questo, volendo assolutamente sapere e io sorrido debolmente... non capisco come la mia migliore amica faccia a non accorgersi di cosa l'americano provi per lei. È così palese e mi dispiace tanto che lui stia male vedendo lei piangere per Kepa mentre lui sarebbe disposto a darle il mondo, e so che lo farebbe davvero.

Diverse volte l'ho sorpreso quasi sull'orlo delle lacrime quando lei e Kepa stavano insieme, ma è sempre stato in silenzio, senza mettersi tra loro nemmeno un secondo, perché voleva la felicità di lei anche a discapito della sua. La ama in silenzio da non so quanto tempo e non ha mai osato fare nemmeno un passo che potesse metterla a disagio o che. E io penso che sia anche questo il significato del vero amore, volere il benessere dell'altro prima del tuo.

"È tornata con Kepa. Questa però non è la cosa peggiore, ma è peggio il fatto che lui sia arrivato alla cena quasi con tre ore di ritardo e sia stato in grado di farle credere che fosse dispiaciuto, mentre secondo me le ha raccontato un mare di cazzate." Sbraito nervosamente mentre l'espressione di Christian cambia drasticamente, diventando scura e triste, e annuisce con fare beffardo.

"Sono tornati insieme? Kepa è uno stronzo, le farà ancora del male." lo dice con una rabbia che penso di non avergli mai sentito prima, perché solitamente lui è quello più calmo e pacato tra tutti. "Lui la prende in giro, e come hai visto con i tuoi occhi la sa manipolare alla perfezione."

"È vero... e questo mi preoccupa. Lei lo ama da morire, la vedo, lui penso stia solo giocando. Non mi sembra più preso come una volta." mi dispiace dirlo, non vorrei mai che questa fosse la realtà, ma purtroppo è ciò che ho percepito. Kepa non è preso da lei quanto lei lo è da lui, e resto convinto del fatto che ieri abbia raccontato solo puttanate.

"Mi dispiace... ci ho provato, Mase. Ho provato a fare qualcosa e a starle accanto, ma lei è troppo soggiogata da lui." lo dice quasi con voce spezzata e immagino quanto deve fare male vedere la persona che ami che si distrugge per qualcuno che non la merita mentre sai che tu potresti renderla felice. E poi lui continua a tenere tutto nascosto dentro sé, io sono l'unico a cui lui abbia mai parlato di ciò che prova per Eléonore. "Vado a farmi la doccia."

Si alza improvvisamente dalla panchina e va verso le docce senza nemmeno darmi il tempo di ribattere, mentre Ben sospira debolmente. Anche lui tiene tanto a lei, e so che gli dispiace anche solo la probabilità che Kepa si prenda gioco di lei e la faccia stare male.

Però, una cosa è certa, se accadrà ancora una cosa del genere, stavolta non starò con le mani in mano, non la farà starà ancora male senza conseguenze, come se potesse fare tutto, il portiere se la vedrà con me, perché lei c'è sempre stata per me e io per lei, e non lascerò sola mia sorella ora nel momento del bisogno.

Better Now||Christian PulisicWhere stories live. Discover now