28 Rapimento

145 8 2
                                    

Saori non parlò con Chuuya

К сожалению, это изображение не соответствует нашим правилам. Чтобы продолжить публикацию, пожалуйста, удалите изображение или загрузите другое.

Saori non parlò con Chuuya.
Per tutta la settimana che precedette il festival lo evitò accuratamente e quando lo incontrava semplicemente ignorava la sua presenza.
Chiese scusa al boss per quella scenetta patetica che aveva allestito insieme a Mai ma lui era così contento di quanto le volesse bene Elise che non fece praticamente caso alla cosa.

Visto che era considerata praticamente una palla al piede decise di lasciare agli altri il compito di organizzare i nuovi piani e passò molto tempo con la bambina.
Scoprì di adorare quella bimbetta vivace e stare insieme a lei le evitava di pensare troppo ad altro.

Arrivò il giorno del festival.
Dazai arrivò un po' prima, passò a salutarla e poi usci con Mai e Chuuya.
Salirono sull'auto e si diressero nel luogo dove si sarebbe tenuta la manifestazione.
Erano un fascio di nervi.
Chuuya era più irritabile del solito.
Camminarono lungo le strade, cercarono indizi, fecero domande.
Niente di niente.
All'improvviso squillò il telefono del generale, rispose:
"Cosa c'è?"
"Si tratta di Saori." Era la voce di Akutagawa.
"Che è successo?"
"È sparita."

Chuuya mise giù la chiamata e, guardando verso Dazai, disse semplicemente:
"Dobbiamo tornare indietro."
"Cazzo." Aveva compreso.
"Che succede?" Mai era perplessa ma li seguì.
Salirono in macchina e sfrecciarono via.

Arrivarono pochi minuti dopo.
Chuuya entrò come una furia, Akutagawa lo stava aspettando.
"Che cazzo è successo?"
"Higuchi dice di averla vista rientrare in camera sua dopo che aveva passato del tempo a giocare con Elise. Dopo poco ha deciso di andare a trovarla ma bussando non ha ricevuto nessuna risposta. Ha aperto la porta e non c'era nessuno."
"Maledizione è scappata? L'avete fatta scappare?" Il generale era paonazzo di collera e agitazione.

"No, non è fuggita. È, come dire, sparita nel nulla. Sono state controllate le telecamere interne ed esterne. Abbiamo ragione di credere che sia stara rapita."
"Rapita? Nell'edificio della port mafia? Ma che cazzo stai dicendo?"
"Eppure è così."
"Chi è stato? Come ha fatto ad entrare?" Dazai era bianco come un cencio.
"Non so cosa dire." Ammise Akutagawa.

"Dazai, chiama il detective e Ango. Tu Akutagawa vieni con me dal boss."
"E io cosa dovrei fare?" Disse acida Mai.
"Fa quello che ti pare." Chuuya le passò accanto come il vento.
Si riunirono tutti. Ranpo era una fonte inesauribile nel reperire indizi e furono in grado di ricostruire, almeno in parte, gli avvenimenti.
Il nemico sapeva che Saori sarebbe stata lasciata indietro e aveva attirato loro più possibile lontano da lei.
Le minacce erano soltanto una pista sbagliata, il vero obiettivo era la ragazza.
Nel frattempo arrivò anche Ango.
Si organizzarono velocemente, Ango corse al palazzo del governo per reperire altre informazioni, Akutagawa andò a perlustrare il perimetro che avevano rilevato come zona interessata mentre Dazai e Chuuya si diressero verso un capannone abbandonato indicatogli da Ranpo.

Non dissero una parola durante il tragitto.
Chuuya guidava come un pazzo e nel frattempo mille pensieri gli tormentavano il cervello.
Era angosciato, arrabbiato; era furioso con se stesso per essere stato così stupido, per averla lasciata da sola, per averle detto quelle cose orribili.
Le aveva promesso che l'avrebbe protetta, che nessuno le avrebbe fatto del male. E alla prima occasione non era con lei.
Le aveva detto che ci sarebbe sempre stato, che le avrebbe impedito di spezzarsi, che, se fosse stata male, lui sarebbe stato al suo fianco, a tenerle la fronte, a scaldarle l'anima. E, invece, si era rimangiato tutte quelle belle parole in un impeto di collera.

Era lui che non sapeva mantenere le promesse, Saori lo faceva sempre.
Ma il solo pensiero che avessero potuto torcerle un capello gli faceva venire la nausea e non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo addolorato con cui lo aveva ucciso dopo che lui le aveva vomitato addosso tutta la cattiveria di cui era capace.
Gli sudavano le mani per l'agitazione, aveva il cuore così accelerato che poteva sentirlo percuotergli le costole.

Non era in grado di ragionare, tutto ciò che aveva in testa era rabbia, furore e distruzione.
Avrebbe raso al suolo la città ma l'avrebbe trovata. In caso contrario...in caso contrario cosa avrebbe potuto fare? Si sarebbe maledetto a vita per non aver saputo proteggere l'unica donna che avesse mai amato.
Dazai sembrò leggergli nei pensieri:
"La troveremo Chuuya e chi è stato soffrirà."
Il generale non rispose ma lo ringraziò mentalmente per avergli detto quello che aveva bisogno di sentire.

Scesero dall'auto. Erano due belve furiose.
Entrarono in quell'edificio e percorsero in breve tratto di strada quando videro una figura in piedi dietro ad un tavolo rettangolare sul quale giaceva una donna vestita di bianco con i lunghi capelli sciolti che le ricadevano intorno. Era immobile e pallida.
Saori.

Riconobbero lo sconosciuto, era l'uomo che aveva avvicinato Saori la sera del ballo.
Non li degnò di uno sguardo, continuava a fissare quel corpo apparentemente esanime.
Dazai e Chuuya si immobilizzarono trattenendo il fiato.
Il rapitore ruppe quel silenzio spaventoso:
"È così bella non trovate? È davvero bella."
Le passò una mano su tutto il corpo, sfiorandola estasiato.
A Chuuya si torsero le viscere:
"Che le hai fatto bastardo?"

"Niente per ora, è solo un narcotico. Ma presto avrò bisogno di lei, per intero."
Il rosso stava per avventarsi su quell'uomo ma Dazai lo trattenne per un braccio.
"Sei della Nautilus?" Gli domandò.
"Si! Io sono il capo supremo Dazai Osamu, Jules Verne, piacere di conoscerti!"
Sapeva chi fossero.
"Cosa vuoi da mia sorella?"
"Inglobare la sua anima. Voglio fondermi con lei per amplificare infinitamente il mio potere."

"Non te lo permetteremo lo sai questo?" Chuuya strideva i denti per la rabbia.
"Questo lo vedremo Chuuya Nakahara. Guardate e osservate come ve la porto via."
Stava per infilare un pugnale nella gola della ragaza.
"Ora!" Urlò Dazai.
Chuuya fece uno scatto, lanciò sulla mano dello sconosciuto un colpo micidiale facengogli cadere di mano il coltello.

"Stiamo prendendo soltanto tempo Chuuya, ma questo qui è più potente di quello dell'altra volta. Ci serve un piano."
"Al diavolo i piano Dazai. Uso la Forma corrotta e basta."
Si stava per togliere i guanti ma venne trattenuto.
"Che cazzo fai?"
"Lei è lì, quando tu sei in quello stato non sai distinguere i nemici dagli amici."
Era vero.
"Che facciamo?"
"Dobbiamo prima attirarlo lontano da lei."
"Lui sa che è un errore, non si allontanerà da lei."

Nel frattempo Verne stava per prendere un nuovo pugnale dalla sua tasca quando un fulmine nero passò in mezzo a loro attorcigliandosi intorno alla sua figura. Lo afferrò e lo gettò al centro della stanza.
Era Akutagawa.
"Adesso!" Gridò Dazai.
Chuuya non se lo fece ripetere due volte.
Si tolse i guanti e un turbine di vento invase l'edificio lasciando dei segni rossi sul suo corpo.
Era una visione devastante.

"Oh! Eccolo, il potere oscuro della port Mafia!"
Verne sembrava provare piacere nel guardarlo.
Chuuya si lanciò all'attacco ma quello lo schivò con disinvoltura. Non sembrava possedere nessun potere apparente eppure era velocissimo, più veloce della furia dai capelli rossi che dal suo canto sembrava essere lento, come se fosse stanco.
Era molto strano.
"Così non va!" borbottò Dazai. "Cosa diavolo è quell'uomo?"
Ad un tratto Chuuya tornò alla sua forma normale, rimase sconcertato. Come era stato possibile?

Akutagawa intervenne in suo aiuto e, dopo un momento di sconcerto tornò ad avventarsi suo suo avversario ma per un qualche motivo si sentivano stanchi, oppressi. Non riuscivano a combattere come sempre.
Improvvisamente, Dazai capì e gridò:
"Il suo potere è del tipo della manipolazione della mente, ma si nutre delle paure. Lui conosce le vostre paure e vi sta assorbendo l'energia!"
Mentre Akutagawa lo distraeva Chuuya andò incontro a Dazai.
"Cosa facciamo?"
"Devo intervenire io, devo riuscire a toccarlo. Ma voi dovete darmene la possibilità. Chuuya." Lo afferrò per il colletto della camicia. "La salveremo, devi crederlo. Nessuno, nessuno le farà del male. Ma devi crederci fermamente altrimenti lui si nutrirà di questa tua paura e la userà contro di te. Non avere paura per lei. Salvala."

La furia dai capelli rossi sembrò colpita da quelle parole ma non perse tempo a parlare con Dazai. Si precipitò addosso al nemico più forte che mai.
"Non me la porterai via." Pensò prima di affondare la sua potenza addosso a quel verme che aveva osato sfiorare la donna per la quale sarebbe morto.

La paura di perderla lo ha fatto pentire amaramente di tutte le parole che le ha gettato contro.
È uno scontro disperato ma lui ha troppo da perdere.
Riuscirà il nostro bellissimo rosso a salvare Saori?

Lo scopriremo Giovedì

Peace, love e buona lettura. 🧡

Mio nemico- Chuuya Nakahara (Bungo Stray Dogs fanfiction)Место, где живут истории. Откройте их для себя