1 L'uomo in nero

393 11 2
                                    

Il traffico a Yokohama era sempre tremendo, era una delle tante ragioni che la spronavano ad andarsene per sempre da quel buco infernale

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Il traffico a Yokohama era sempre tremendo, era una delle tante ragioni che la spronavano ad andarsene per sempre da quel buco infernale.
Troppi ricordi e ferite erano legate a quella città ma l'unico motivo per il quale non riusciva ad andarsene davvero nonostante minacciasse in continuazione di farlo era suo fratello Ango.
Lui non era il suo fratello biologico, era più un fratello adottivo, l'aveva praticamente cresciuta e successivamente agli eventi di quattro anni prima aveva impedito che crollasse in milioni di pezzi.
Scacciò quei pensieri dalla mente e guardò il caffè che aveva preso per portarlo a quel suo fratellone sempre impegnato, sempre stakanovista ma sempre presente.

Ormai stava iniziando a raffreddarsi ma il caffè non era altro che un modo per prendersi cura di lui, le piaceva riservargli delle piccole coccole, delle piccole attenzioni per sdebitarsi in minima parte per tutto quello che lui aveva fatto e continuava a fare per lei.
Finalmente arrivò al palazzo del governo dove lavorava Ango, scese dalla macchina e si affrettò ad entrare.
Nessuno la fermò, tutti la conoscevano; prendendo l'ascensore si sorprese a pensare che in passato il suo sogno era lavorare lì; Ango glielo aveva proposto all'inizio ma lei non voleva più avere niente a che fare con governi, dotati, nemici, organizzazioni, alleanze, intrighi internazionali e tradimenti.
No, il posto che aveva trovato in quella libreria meravigliosamente silenziosa era ciò di cui aveva bisogno al momento.

Tiiin.
L'ascensore si aprì e si ritrovò a sorridere camminando verso la porta dell'ufficio di Ango.
Era confortante, nonostante tutto, avere qualcuno a cui portare il caffè.
La porta era socchiusa, stava per entrare ma all'improvviso udì una voce, profonda, cruda e minacciosa.
"non hai capito niente dottore con gli occhiali, mi devi sei vite. E sono venuto qui a riscuotere il debito".
Un nodo le serrò la gola, il caffè le tremò tra le mani.
Si costrinse a sbirciare dentro sperando che il feroce martellare del suo cuore non fosse così rumoroso da farsi sentire all'interno della stanza.
La prima cosa che riuscì a vedere fu un uomo vestito di scuro.
Lo guardò più attentamente e notò dei selvaggi capelli di un rosso oltraggioso, il suo profilo era tagliente, la
sua bocca era ridotta a una fessura rabbiosa mentre si accentuava il suo pallore all'ombra della stanza.
La cosa più spaventosa era il fatto che la sua mano guantata teneva sollevato per la gola Ango e nonostante la sua figura apparisse snella non mostrava il benché minimo sforzo.
Quale forza sovraumana doveva possedere quell'individuo per tenere un uomo adulto in quella
posizione con la stessa disinvoltura di chi sta tenendo in mano un bicchiere e ne sta valutando la lucentezza?

Lo scrutava con uno sguardo di brace, i suoi occhi fiammeggiavano da sotto il cappello nero che copriva parzialmente il viso non consentendo alla ragazza di avere una visione completa dei suoi lineamenti.
Ma ciò che vedeva era sufficiente.
Era un uomo pericoloso, sicuramente un dotato, certamente era potente ed evidentemente ce l'aveva con suo fratello.

Improvvisamente lo scaraventò a terra, con la stessa noncuranza con la quale si getta a terra un fazzoletto usato.
Ango andò a sbattere contro la scrivania tenendosi la gola.
Tossendo forte gli disse:
"Non posso aiutarti, quello che mi chiedi non mi è possibile, non mi risponde da mesi al telefono e se decide di non parlare con me non mi darà modo di farlo, lo conosci anche tu, sai che quando vuole evitare una persona diventa inafferrabile e se sei qui è proprio per questo. Nemmeno tu riesci ad avere un contatto con lui."

Quindi Ango conosceva quell'individuo e questo voleva qualcosa da lui, un contatto a quanto aveva carpito dal frammento di conversazione.
Si sforzò di capire chi fosse quello sconosciuto. A giudicare dall'aspetto doveva essere qualcuno di estremeremente pericoloso, forse Ango doveva averlo conosciuto quando era infiltrato nella Port Mafia, forse...mentre questi pensieri le vorticavano rovinosamente nella mente con suo grande terrore vide un'aura rossa divampavare sinistra dalla figura dell'uomo in nero.
"E allora muori. Così sarò ripagato".
Stava per sollevare una mano, se lei non avesse fatto niente con tutta probabilità quell'uomo avrebbe fatto fuori l'unica persona cara che le restasse al mondo.
Se fosse scappata avrebbe avuto salva la vita ma avrebbe passato il resto dei suoi giorni a piangere la morte di suo fratello incolpandosi di non aver fatto niente.
Ma se fosse entrata cosa avrebbe potuto fare?
Mentre valutava queste possibilità con tutte le relative conseguenze spalancò la porta.

Mio nemico- Chuuya Nakahara (Bungo Stray Dogs fanfiction)Where stories live. Discover now