12 Missione

132 7 6
                                    

Si svegliò nella sua stanza

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Si svegliò nella sua stanza. Doveva aver dormito parecchio e le faceva malissimo la testa.
Si guardò ed era vestita, chi l'aveva portata a letto le aveva tolto solo le scarpe e considerando chi doveva essere stato ringraziò il cielo che si fosse limitato ad usare quell'insolita gentilezza.
Sentì bussare alla porta.
"Avanti." Disse massaggiandosi le tempie.

Eccolo lì, il generale della port mafia in pompa magna:
"Il Boss ci vuole nel suo ufficio."
Lei lo guardò con gli occhi a fessura, non riusciva a tenerli bene aperti. Che spettacolo pietoso doveva essere.
Lui parve non notarlo e aggiunse:
"Subito".
"Io...non credo...non credo di sentirmi bene." Era uno straccio ed era evidente.
"Non mi interessa, fuori dal letto."

Lo odiava quando faceva così. Ma opporsi avrebbe significato un litigio e la sua testa non se la sentiva di affrontare quella canaglia collerica.
Scese dal letto e lui riaprì la porta dicendo:
"E datti una sistemata, sei impresentabile così."Si richiuse la porta alle spalle.
Se ne avesse avuto la forza lo avrebbe rincorso e lo avrebbe seriamente preso a schiaffi.

La stava aspettando nel corridoio. Saori aveva fatto il possibile per rendersi decorosa.
La testa le faceva sempre più male quindi evitò di parlare con lui, lo seguì in silenzio:
"Stai bene ragazza?"
"Ssi, credo di si, a parte un orribile mal di testa, perché?"
"Perché sei insolitamente silenziosa. Spero che ti venga più spesso, pare che sia l'unica cosa che riesce a tapparti la bocca."
Era troppo debole per rispondergli ma erano comunque già arrivati davanti all'ufficio del Boss.
Dopo aver bussato sentirono un profondo:
"Avanti".

Entrarono.
Una bambina dai capelli biondi stava giocando per terra accanto alla scrivania, non li degnò di uno sguardo. Saori la trovò inquietante.
"Eccoti qua. Chuuya mi ha detto dei tuoi progressi, mi congratulo."
"La ringrazio."
"Bene, oggi metteremo alla prova il tuo potere, purtroppo c'è stato un nuovo attacco e non abbiamo più tempo da perdere. Ho intenzione di mandarti in ricognizione. Il nemico sta seguendo uno schema secondo il quale attacca ogni tre giorni esatti e sta facendo un percorso preciso in città procedendo con metodo.

Stando ai nostri calcoli oggi colpirà nella zona del grande teatro. Non preoccuparti, non voglio ucciderti quindi andrai con Chuuya e sarete sotto copertura. Farete finta di essere una coppia di fidanzati che va a spasso.
Limitatevi a raccogliere informazioni ed evitate il più possibile lo scontro."

"In pratica sto facendo da esca." Il mal di testa aumentò sensibilmente.
"Si ma ti mando con il mio uomo migliore. Corriamo un rischio simile."
"Certo, però mentre noi rischieremo di farci uccidere lei starà comodamente seduto alla sua scrivania."
Chuuya la guardò esterrefatto.
Una risata divertita sfuggì dalla bocca del boss:
"Santo cielo ragazza sei davvero più linguacciuta di tuo fratello. Mi sei proprio simpatica, hai davvero fegato; spero che tu sopravviva."
"Non credo che lei..." venne interrotta bruscamente da Chuuya che l'afferrò per un braccio:
"Quello che questa donna vuole dire è che faremo del nostro meglio, Boss."

Così dicendo fece un leggero inchino e trascinò fuori dalla stanza la ragazza imbambolata.
Si chiusero la porta alle spalle e lui la aggredì:
"Che cazzo ti viene in mente? Tu sei davvero una pazza esaltata, ma non hai paura di niente? Non ci tieni proprio alla pelle?."
Gli occhi fiammeggiavano di rabbia, le stava stritolando un braccio; se ne accorse e la lasciò improvvisamente andare.

Fece un respiro profondo per riprendere il controllo e disse:
"Togliti quell'espressione ebete dalla faccia, truccati, pettinati e vestiti come se andassi a fare una passeggiata con il tuo fidanzato ma devi essere comoda e pratica, potremmo dover fuggire in fretta. Sbrigati."
La ragazza stava per rispondere qualcosa che sicuramente lo avrebbe irritato ancora di più quindi si affrettò ad aggiungere:
"Adesso."
Era così esausta che evitò di commentare. Andò in camera e fece come le aveva detto.

Scese al pianterreno, aveva messo un paio di pantaloni neri una camicetta bianca morbida, un giubbino di jeans e si era truccata. Indossava un rossetto rosso che le donava molto e un eyeliner che le esaltava gli occhi chiari.
Aveva sciolto i capelli e le ricadevano sulle spalle come onde dorate.
Era deliziosa.

Uscì, lo trovò appoggiato ad una moto sportiva color ciliegia.
Indossava un jeans nero con una tshirt bianca. Sopra aveva un chiodo di pelle nera, in testa il suo inseparabile cappello e alle mani i suoi fedeli guanti. Il collarino nero al collo.
Dannazione a lui, era bellissimo.

"Eccomi." Lei si avvicinò.
"Ci hai messo troppo."
"Peggiori sono le condizioni più lungo è il restauro. Vale anche per le opere d'arte sa?"
"Ti taglierò la lingua prima o poi e proverò piacere nel farlo."
"Beh si accomodi ma la avverto che in qualche modo troverò comunque il modo di rispondere."
Chuuya sbuffò , non aveva dubbi al riguardo.
Saori guardò la moto:
"Andiamo con questa?"
"Sì, sali." Disse sedendosi sul sedile.
"E il casco?"
"Quanto sei fiscale."
"Immagino che lei guidi come un pazzo quindi cerco solo di tutelarmi."

Chuuya emise un suono che poteva assomigliare a un grugnito e gliene prese uno da sotto il sedile. Lei se lo mise senza parlare e montò dietro di lui cingendogli la vita.
"Hai paura delle moto?"
"No, so portarle anche io."
Certo che le sapeva guidare, quella donna era capace di fare tutto tranne che tenere la bocca chiusa.
"Tieniti forte."
E sfrecciarono a tutta velocità.

Arrivarono nei pressi di una piazza e lasciarono lì la moto.
Si incamminarono a piedi verso il corso.
"Occhi e orecchie ben aperte, non abbassare la guardia ma comportati come se ti stessi divertendo. Inoltre tieni a mente che stiamo facendo finta di essere una coppietta a passeggio quindi regolati di conseguenza, niente gaffe."
"Sissignore." Biascicò lei imitando uno sghembo saluto militare. Lui la guardò storto:
"Certamente, tesoro." Fece un sorriso orribile e lui sospirò rassegnato.

Arrivati davanti ad una gelateria Saori disse:
"Ho voglia di un gelato."
"Non siamo qui per divertirci."
"Si ma un gelato sono dieci secondi, non sarà compromessa nessuna missione anzi, in questo modo tutti penseranno davvero che siamo due piccioncini mielosi, quali spie si metterebbero a mangiare un gelato nel bel mezzo di una missione?"
Entrò come il vento, lui fu costretto a seguirla.

"Salve! Cinguettò tutta sorridente al ragazzo che era al banco, questo le sorrise estasiato, poi notò lo sguardo omicida di Chuuya accanto a lei e si ricompose immediatamente.
Il generale pensò che avrebbe desiderato torcergli il collo.
"Per me nocciola e pistacchio con molta panna, per te tesoro?" L'enfasi con la quale gli si era rivolta era semplicemente ridicola e per aggravare ulteriormente la situazione sfarfallò fastidiosamente gli occhi verso il suo finto fidanzato.
Chuuya desiderò strozzare anche lei.

"Limone e fragola per me, senza panna."
"Animo acido, gelato acido." Borbottò Saori prendendo il suo cono e andando a sedersi.
"Come prego?" Lui la seguì e si sedette di fronte a lei.
"Intendo quello che ha capito generale. In altre parole...oh mamma mia!" Dicendo questo guardava in direzione della porta d'ingresso, l'espressione di puro panico.

Chi avrà visto Saori entrare dalla porta?
Conosceremo la risposta Giovedì.

Peace, love e buona lettura 🧡

Mio nemico- Chuuya Nakahara (Bungo Stray Dogs fanfiction)Where stories live. Discover now