«Notizie sui complottisti?» domandai a Nathan a bassa voce, anche se era impossibile che qualcuno ci sentisse con tutto il rumore che vi era: venditori che urlavano prezzi economici per cercare di attirare la clientela e persone che parlavano con amici o con i propri famigliari. Insomma, quello era il luogo perfetto per celare ogni discorso, anche riguardo gli uomini che progettavano di uccidermi.

«Complottisti?» curiosò Iria, preoccupata.

«Complottisti. Uomini che credono che si stava meglio quando si stava peggio. Vogliono uccidere la regina per fare in modo che ritorni la suddivisione tra le due congreghe» rispose Nathan, senza staccare la mano dall'elsa della spada, facendo vagare intorno a noi gli occhi azzurri in cerca di eventuali pericoli.

«Ci hanno già provato? A uccidervi, intendo» domandò con apprensione la mia dama.

«Più volte di quante io ne possa ricordare» risposi sorridendo con amarezza ed evitando lo sguardo della giovane.

«Cosa accadrebbe se la regina dovesse morire?»

«Iria!» tuonò Nathan, nell'udire quella domanda.

«Tranquillo, Nathan, è una domanda intelligente. Se io dovessi morire e avessi dei figli, il primogenito salirebbe al trono. Se invece io dovessi morire senza alcun erede, allora spetterebbe a me decidere chi far salire al trono.»

«Non c'è una linea di successione che va seguita?»

«No, almeno non in questo regno. L'unica successione dovrebbe essere quella dei miei figli, ma visto che non ne ho e al momento non ho intenzione di averne...»

«Avete già in mente qualcuno?»

«Sì» risposi fermamente. La guardai sorridendo piano e poi distolsi lo sguardo dai suoi occhi castani.

Avevo già scelto lei. Iria sarebbe stata un'ottima regina.

I miei sudditi erano la cosa più importante della mia vita. Mi era stato insegnato ad amarli e per proteggerli. Se un giorno avessi dovuto morire, avrei desiderato lasciare le loro vite nelle mani di qualcuno con il cuore puro e gentile. Iria era la persona migliore per quel ruolo. Nathan l'avrebbe aiutata, consigliata e difesa, esattamente come aveva fatto per tanto tempo della sua vita con me.

L'unica nota stonata in quel progetto era che Iria non fosse severa, ma fin troppo generosa. Per essere dei giusti regnanti bisognava sempre equilibrare la bontà e la cattiveria. Se si era troppo gentili, il popolo finiva per metterti i piedi in testa in pochissimo tempo, o peggio, potevano finire con l'ucciderti. Se si era troppo crudeli, invece, si incuteva solo timore e non rispetto, rischiando di causare una rivolta.

Dopo essere stati nella losca locanda dove si rifugiavano i complottisti e aver esaminato la situazione, decidemmo di raggiungere direttamente la dimora di Azrael. Il Bosco della Notte era sempre un luogo incantato e mozzafiato, nonostante la sua oscurità, come lo era il castello in cui risiedeva l'Angelo della Morte.

«Nathan, tu vai a palazzo. Qualcuno deve pur rimanere a sorvegliarlo» ordinai al biondo.«Sì, Vostra Maestà» rispose lui e, dopo un inchino, si teletrasportò via.

«Mi raccomando, Iria, non diventare come Nathan. Ormai sono anni che gli chiedo di smetterla con tutte le formalità, ma non sembra darmi retta.»

«Credo che sia troppo tardi, Vostra Maestà» rispose la giovane, tradita da un risolino.

Scossi la testa, ormai rassegnata, e mi diressi all'interno del castello. dentro ci abitasse la Morte in persona, vi era un calore confortante.

«Edith! Oh, e c'è anche Iria!» esclamò la voce squillante di Mike, mentre scendeva giù per le scale seguito a ruota da Chris e, infine, da Azrael.

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