I segugi degli Dei

51 5 0
                                    

《 Ragazzina. Ragazzina. Svegliati. 》Vengo scossa da due forti mani, mentre sento queste parole ripetersi diverse volte nelle mie orecchie.
Apollo mi scuote mentre scruta il buio della notte.
A stupirmi è il suo tono.
Non è arrabbiato, carico di insulti o altro, ma sfiora invece la preoccupazione.
Ed è proprio questo a farmi arricciare il naso e a strizzare gli occhi impastati dal sonno per svegliarmi.
Il cielo è ancora scuro.
Mi tiro a sedere, guardandomi attorno.
La nebbia si è alzata nel bosco, ora ricopre quasi ogni spazio come un manto di neve.
Apollo è davanti a me che si guarda attorno, a preoccuparmi ulteriormente è la SpezzaOmbre che è stata sguainata e che ora brilla tra le mani del dio.
《 Cosa sta succedendo? 》Non perdo tempo a stiracchiare i muscoli, invece mi alzo ed estraggo il pugnale dalla cintura, affiancando Apollo.
《 Non siamo soli. 》Dice soltanto.
Ma queste parole bastano, perchè a farmici credere è l'intenso brivido che provo su tutta la lunghezza del mio corpo.
Molleggio sulle gambe, pronta a scattare, anche se non so ancora verso cosa. O chi.
Sento rumori di ramoscelli spezzati tutt'attorno a noi, foglie calpestate, quasi trascinate.
C'è qualcosa là fuori, qualcosa di molto pericoloso e soprattutto non è da uno solo.
Apollo annusa l'aria, come un segugio durante una battuta di caccia.
Non si volta verso di me quando parla.
《 Merda. 》Esclama stringendo la mano sull'elsa della spada.
《 Cosa sta succedendo? 》Domando di nuovo, mostrando il pugnale alla luce della luna.
《 Quel pugnale non ti servirà a niente. 》Dice prendendolo e gettandolo in disparte, poi sospira.
《 Ascoltami bene. Prendi Psyhi e corri a nord. Non ti fermare, chiaro? Ti raggiungerò io. 》Dichiara porgendomi la SpezzaOmbre.
Mi tende il braccio, ma si vede che è titubante da ciò che potrebbe accadere una volta afferrata la spada.
Un verso grutturale ci raggiunge dal fondo del bosco, gli uccelli si volatizzano nella notte.
Corri, mi dico.
Guardo un'ultima volta Apollo, lui annuisce e io obbedisco.
Afferro la spada ignorando la scossa che mi provoca, anche se non ne sono intimorita.
È come se sapessi che non mi farà del male.
Guardo per un ultima volta il viso di Apollo illuminato nella notte, poi mi giro orientandomi verso nord e corro.
Spingo e contraggo i muscoli, fendo il vento più veloce che posso, fermandomi solo per riprendere fiato.
Altri ringhi fanno capolinea alle mie spalle.
Rabbrividisco a quei suoni di pura fame.
Corro.
Metto più distanza che posso tra me e quei versi di morte, per poi piantare i piedi a terra e piegarmi sulle ginocchia.
Guardo davanti a me, respirando affannosamente, nelle tenebre illuminate da Psyhi gli arbusti che si innalzano in cielo.
Mi formicolano le gambe e un pensiero mi tormenta.
Qualcosa dentro di me mi fa arretrare di qualche passo.
Non posso lasciarlo solo.
Non posso lasciare che combatta per proteggermi.
E se non dovesse tornare?
Non ho mai sentito versi tanto animaleschi, nemmeno Cerbero era in grado di irrompere così il silenzio della notte.
Stringo l'elsa della spada, assaporo la paura e mi aggrappo alla luce calda della SpazzaOmbre.
Riparto a corre, questa volta indietro, verso Apollo.
Il vento mi risuona nelle orecchie. Corro evitando gli alberi, le pietre e le radici.
Una carica soprannaturale mi pervade il corpo e solo ora distinguo un'altra luce.
Una vivida, che proviene dal marchio che pulsa ad ogni spirale, su ogni fiore.
Mi fermo nascosta dagli alberi, al limite dello spiazzo in cui stavamo dormendo. Con il cuore che batte forte e il respiro frammentato.
Ed è lì che le vedo.
Quattro creature dell'altro mondo.
Un senso di disgusto e paura mi pervade il corpo quando metto a fuoco la vista su di loro.
Artigli lunghi e accuminati fendono l'aria, la pelle lacerata che ricade sulle fauci aguzze.
E gli occhi, occhi talmente freddi da ghiacciarmi il sangue.
Il mio fiato si condensa in nuvolette di vapore.
Da quando ha iniziato a fare così freddo?
Mi stringo le braccia al petto e mi avvicino al calore della SpezzaOmbre per scaldarmi.
I loro corpi sono incurvati con le ossa dello scheletro che gli delineano il corpo nudo.
Cosa diavolo sono? Mostri.
Guardo Apollo, che dinanzi a loro è disarmato, ma non sembra averne paura.
Non una sola fibra del suo corpo sembra emanare il tremore che invece sto provando io di fronte a quelle creature mostruose.
Passano solo pochi secondi da quando sono arrivata che la battaglia inizia. Una delle bestie si avventa su Apollo, canini e artigli sguainati verso il dio. Una luce, quella di un fuoco, circonda il braccio di Apollo, inghiottendo tutto il suo arto, per poi scagliarsi sulla creatura.
Viene spinta all'indietro e poi presa alla gola.
Inizia a graffiare la figura imponente del dio per cercare di liberarsi, ma presto le fiamme prendono il sopravvento di nuovo e lingue di fuoco trovano l'uscita attraverso le cavità del viso.
Il demone non ha neanche il tempo di reagire che viene incenerito.
Altre due figure corrono verso di lui, sempre con gli artigli protesi in avanti, emettendo ringhi grutturali. Apollo schiva prontamente i loro colpi, e uno dopo l'altro gli abbatte come se fossero un pugno di mosche.
Una profonda risata proviene dalla gola del dio.
Il suo viso sprigiona fierezza, divertimento e saccenza.
Ora ne rimane solamente uno. Quest'ultimo però è diverso, i suoi occhi sono rossi, come se fossero incandescenti.
E nel buio risaltano il suo viso deturpato.
Ed è grazie a quella luce che lo vedo sorridere come un vero predatore, mostrando le fauci aguzze e rovinate dal tempo.
La vera battaglia inizia ora.
Le fiamme colorano la notte, trasformandola in giorno e si riflettono sugli artigli della bestia.
I due iniziano a scontrarsi, i loro movimenti sono veloci e precisi.
Se non fosse per la luce di Apollo non riuscirei a distinguere le loro mosse. Poi qualcosa cattura la mia attenzione.
Un movimento, che proprio come me si trova al limite dello spiazzo.
Un brivido mi vibra per la schiena quando mi accorgo di essermi sbagliata.
Le creature non erano quattro ma cinque, e una di loro, dagli occhi scarlatti, sta correndo verso il dio, con le lunghe grinfie a graffiare e segnare il terreno.
Apollo non se ne accorge, e non lo avrebbe fatto, impegnato com'era nella battaglia all'ultimo sangue.
Così mi muovo senza pensare, i miei muscoli pulsano e si contraggono quando scatto a correre verso di lei.
La spada sguainata che riflette le luci della notte.
La creatura mi nota solo quando mi sovrappongo tra lei e il dio, parando un suo affondo delle unghie, destinato a penetrare nella pelle di Apollo. Ansimo per la corsa ma mantengo i piedi saldi a terra.
La figura davanti a me si ritrae piegando la testa di lato.
Mi guarda, mi analizza, ma non arretro, nemmeno davanti al suo sguardo di sangue.
Poi la vedo sorridere, le labbra di quel viso putrefatto i muovono a formare un sorriso che mostra tutti i denti insanguinati.
Ma non c'è niente di dolce, solo una fame incontrollabile.
Il divertimento che solo una bestia può provare. Anzi un demone.
Apollo continua la sua lotta dietro di me, ma per un attimo sento il suo sguardo di fuoco sul mio corpo.
Ma non è il momento di distrarsi per colpa sua.
U-umana. 》La creatura pronuncia quelle parole con la voce più rotta di mille frammenti di specchi.
《 Che cosa sei? 》Dico puntandogli la spada contro.
Vedo con piacere che davanti alla luce di Psyhi arretra.
La creatura sorride più che mai, poi si lecca le labbra con la lingua sporca.
《 Il tuo peggior incubo. 》Sibila prima di attaccare.
È straordinariamente veloce, più di qualsiasi bestia abbia mai affrontato. Vedo arrivare il suo affondo solo quando è già troppo tardi, e gli artigli mi feriscono il braccio.
Una fitta di dolore mi pervade l'arto e presto sento il sangue scendere fino al polso.
Stringo i denti, mordendomi l'interno della guancia per non gridare.
Sfugge alla mia vista come un'ombra e presto le sue unghie mi sfregiano anche la gamba, senza che io possa fare molto per impedirlo.
Cado con un ginocchio a terra ma ho ancora la forza di tenere stretta la spada.
Un'altro movimento compare alla mia destra e un'altro taglio si manifesta sul mio corpo, sul fianco.
Sta giocando con me, lo posso sentire. Continua a girarmi attorno ma questa volta il suono di un ramoscello che spezza la precede ed io riesco a intercettarla.
Ruoto la SpezzaOmbre inclinandola leggermente e sferro il mio colpo contrastando il dolore per i diversi tagli che quella creatura mi ha procurato.
La spada taglia di netto la mano della creatura che non si aspettava un mio movimento.
Il sangue cade a fiotti e mi sporca le mani, mentre la sua cade a terra con un tonfo.
Si inginocchia a terra stringendosi il polso martoriato.
Un grido straziato esce dalla sua bocca.
Non aspetto certo il momento in cui riuscirà ad alzarsi, e mi avvicino, pronta a sferrare l'ultimo attacco. Sposto il braccio indietro per darmi la carica e prendere velocità ma le sue parole mi fermano prima che possa ucciderlo.
Ss-sopravvisssuta. 》Sibila con la lingua tra le fauci.
Il cuore salta un battito nell'udire quell'unica parola.
《 Cosa intendi dire? 》Replico, senza però abbassare la guardia.
Una risata stridula e gorgogliata riempie il momento.
S-sei la s-sopravvisssuta della notte cremisi. La lingua gli scorre tra i denti aguzzi e le labbra mentre i suoi occhi feroci si incatenano ai miei.
Allungo la spada e con la punta tocco il collo della creatura.
Un calore ardente fa sfrigolare la pelle putrefatta del mostro.
《 Ti sbagli, siamo in due. Mio fratello, dov'è? 》Ringhio avvicinando il mio viso al suo.
Stringo la spada tra le mani talmente forte che le nocche si sono fatte bianche.
La creatura mi guarda intensamente prima di sorridere e con un movimento che non riesco a prevedere si getta sulla spada.
La gola viene trapassata dalla lama e un gorgoglio proveniente dalla sua tracea mi risuona nelle orecchie prima che si laceri completamente. Arretro subito, e il corpo cade al suolo fumante e con la gola recisa, ancora con il sorriso stampato in faccia. Afferro la creatura, ormai morta, per le spalle e la scuoto con violenza.
Non credo alla creatura.
Non posso.
A sopravvivere siamo io e Keelan.
Ha mentito, lo ha fatto per forza perchè è una bestia subdola come quelle dell'inferno.
Una forte mano si appoggia sulla mia spalla.
Mi giro per incontrare gli occhi ambrati di Apollo.
Ormai c'è poco da fare.
《 Ti avevo detto di andartene. 》
Dice, mentre una luce più flebile gli illumina il corpo.
Sto per ribattere senza in realtà sapere cosa dire, quando il dio mi precede.
Il motivo per cui sono tornata indietro...non lo so neppure io.
《 Ma grazie. 》Bastano quelle parole per stupirmi più di ogni altra cosa e per riscuotermi dallo stato di trance in cui ero caduta.
Una sola parola per asciugarmi la bocca.
Annuisco con un cenno e mi rialzo, i nostri sguardi che non si lasciano nemmeno per un secondo.
《 Cos'erano quelle creature? 》Domando guardando i cadaveri riversi a terra.
《 Segugi. 》Mi rivela avvicinandosi ai corpi morti.
Non mi ero accorta che anche la sua battaglia fosse finita.
《 Segugi? 》Ripeto confusa.
Perchè mai quelle creature avrebbero dovuto essere lì?
《 Sono servitori. Ogni dio può accedere a loro e se ci hanno trovati è perchè un dio ci sta cercando. Qualcuno vuole intralciarmi. 》Riflette con lo sguardo fisso nell'ombra.
Un brivido mi accapona la pelle e tutto il corpo.
Quanti di loro possono esserci?
《 Chi potrebbe essere? 》Domando avvicinandomi a quella che si era uccisa contro la mia spada.
O meglio quella di Apollo, che ancora tengo stretta in mano.
《 Non lo so, ma lo scoprirò presto. Ora andiamo, la strada è lunga. 》Speravo di poter riposare un po', ma non è sicuro rimanere nello stesso punto per troppo tempo.
Non dopo quello che è successo. Quindi ricominciamo a camminare, verso la città delle verità.

Il Sole è sceso sulla Terra Where stories live. Discover now