La Falce di Crono

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Mi tremano le ginocchia, le sento deboli, così come l'intero corpo.
Sono sicura che il viso sia diventato bianco come un lenzuolo appena lavato.
《 Avanti, torna qui. Non siamo ancora arrivati. 》Lo sorprendo a dire mentre si avvicina di nuovo a me. Faccio un paio di passi indietro.
Tutto pur di mettere maggiore distanza tra noi due.
Il braccio proteso in avanti per non farlo avvicinare, un segno di avvertimento.
《 Uccidimi piuttosto. 》Dico ancora affannata.
Non gli avrei permetterò mai più di prendermi in braccio e di volare tra le nuvole, nè ora nè mai.
《 Allora come pensi di arrivare a Delfi, sentiamo? 》Incrocia le braccia sul petto definito e sbuffa dal naso, movimenti che ormai ho imparato a notare anche se poco percettibile.
Mi guarda con quei suoi occhi arroganti e la voglia di colpirlo mi pervade nuovamente.
《 A piedi. È naturale. 》Sostengo, girandomi verso la boscaglia alle mie spalle. A dire la verità non ho idea di dove ci triviamo e tanto meno di come arrivare alla maledettissima città, ma in qualche modo ci sarei riuscita, a costo di percorrere tutto il mondo a piedi.
《 Molto bene allora. 》Esclama con mia sorpresa, mentre mi supera.
Lo contemplo qualche secondo prima di seguirlo, straniata dal fatto che non ha rifiutato la mia idea come al suo solito.
Nessune parole scortesi, nessuna opposizione o lamento. Decisamente strano, se sto imparando a conoscerlo.
Mi affretto a raggiungerlo, anche perchè ormai è sera e non voglio rischiare di perderlo di vista.

Camminiamo senza fiatare tra i pini del bosco finchè Apollo non si ferma in uno spiazzo dal cielo scoperto.
Il terreno è abbastanza morbido, ricoperto da foglie giallastre.
E la luna viene nascosta dalle nuvole che impregnano la notte.
《 Dormiremo qua. Ripartiremo domani mattina presto, ci aspettano due giorno di cammino. 》
Mi comunica mentre si siede appoggiato ad un masso.
《 Non è pericoloso dormire nel bosco? 》Domando.
《 Sei scesa all'Inferno e ora hai paura di un branco di lupi? 》Ridacchia sistemandosi meglio sulla roccia dura.
Mi accomodo accanto a lui, con una mano sul pugnale.
Non sono i lupi a spaventarmi.
Per fortuna la luce della luna, anche se coperta, è bella chiara.
Eppure è troppo tardi, i ricordi prendono possesso di me.
In questo mondo esistono demoni anche più spaventosi di quelli degli Inferi, e io sono sdraiata proprio vicino ad uno di questi.
《 Oppure sono io a farti paura, ragazzina? Perchè mai sei tanto rigida?》Dice con occhi sfavillanti, mentre mi guarda di sottecchi.
《 Ma per quanto mi lusinga farti questo effetto, puoi stare tranquilla. Non mordo.》 Esclama girandosi verso di me.
Con il suo sguardo felino ad illuminare la notte.
《 Non mi fido di te. 》 Dico sprezzante.
Guardando lui non posso fare a meno di pensare alla luce tetra di quella notte.
《 Non mi fido di nessuno che non abbia un'anima. 》Sputo quelle parole rivolgendo il mio sguardo al cielo stellato.
《 Non credere di essere la prima a dirlo. E chissà forse hai ragione. Ma una come te cosa può saperne? 》Sento il peso dei suoi occhi su di me, mentre mi bruciano la pelle.
Lo guardo di rimando.
《 E allora perchè non mi spieghi? Perchè non usi quella maledetta lingua biforcuta per dirmi quello che non so? 》
Ringhio chiudendo nel mio pugno i fili d'erba bagnati dalla brina della notte. Le lacrime di rabbia mi pizzicano i contorni degli occhi, ma non le lascio scendere.
Apollo non fiata, ma mantiene il suo sguardo su di me.
Ed è quando ormai ho perso tutte le speranze che lui mi risponda che apre bocca, rivolgendo lo sguardo al cielo come io avevo fatto poco prima.
《 Non parlarmi di anime. Non finchè non le avrai viste morire tutte, una dopo l'altra. Non finchè non avrai visto il sangue e le ferite mortali, sentito le grida e i corpi martoriati dei tuoi amici mentre ti pregano di aiutarli, di ucciderli, pur di non soffrire in quel modo.
Io ho visto tutto questo, dal cielo che tu tanto ami.
Dall'alto ho assistito a più morti di quante tu ne possa contare nella tua intera vita. E se pensi che gli dei siano tanto crudeli, perchè non accetti il fatto che gli umani lo siano altrettanto?
Sei solo un'ingenua che crede di poter sapere tutto della vita e della morte, ma la realtà è che vuoi solo dare la colpa a qualcuno per chissà quale sciocchezza ti è capitata, e non ti importa davvero a chi. 》Le sue parole mi spiazzano, mi feriscono in un punto già lacerato molto tempo fa. Il tono che ha usato è calmo, ma gelido come il vento del Nord.
Il respiro mi si ferma in gola, così come le parole sprezzanti che avevo da dire.
Una parte di me lo odia per aver detto la verità, un'altra lo compatisce, per aver visto tutte quelle atrocità.
Sono agghiacciata ma anche arrabbiata.
La verità è che l'ho sempre saputo. Ho sempre saputo quanto infernali possono essere gli esseri umani. Subdoli e crudeli, quanto le bestie. Dopotutto le differenze tra divini e mortali non sono poi così tante.
Ma allora... in cosa posso credere? In cosa posso riporre le mie speranze, che si stanno ormai sgretolando una dopo l'altra?
Se nel mondo non c'è più niente di buono, allora perchè continuo a cercarlo così disperatamente?
《 Sono nata e cresciuta nelle battaglie e nei massacri! 》Tuono.
La rabbia ha vinto il conflitto dentro di me, la delusione, la vergogna e il rimorso si impadroniscono della mia bocca e del mio animo.
Le guerre fanno parte della mia infanzia, e mi rassegno a pensare che faranno parte anche del resto della mia vita.
Il sangue dei nemici e quello del villaggio avevano lo stesso colore, dopotutto.
Poi, però, penso a mio fratello. Lui non è come gli altri uomini, come gli dei, persone come lui possono cambiare il mondo. Forse loro posso plasmare la sorte che ci spetta.
Poggio il mento sulle ginocchia, che tiro su dal terreno foglioso. A grandi respiri mi calmo, Keelan mi fa sempre ritrovare la calma.
《 Non ho paura di te o dei lupi.
A spaventarmi è la notte.
È stata con lei che i miei genitori e il villaggio in cui sono nata, sono stati uccisi. È durante la notte che la terra si è bagnata di rosso, il sangue delle persone che amavo!
E hai ragione, cerco disperatamente di dare la colpa a qualcuno, quando in realtà è solo mia. Ho corso lasciandomi dietro le urla strazianti di tutti quei soldati, dei miei genitori. Sono scappata nella foresta. Ma non prima di aver visto la luce che emanava il dio che gli ha uccisi.
È stato uno di voi, capisci? Non ho visto altro se non quel maledetto bagliore nella notte.
Lo stesso che emani tu, ma più freddo. Per questo ti odio.
Perchè mi ricordi il dio che gli ha ammazzati, ma soprattutto mi rammenti la mia inettitudine.
Mi sono ripromessa di trovarlo e vendicare quelle morti.
Di vendicare tutte le persone uccise dal vostro potere.
Glielo devo alle loro anime, perchè riposino in pace.
E farò di tutto pur di riuscirci. 》
Ed è così che nel buio tetro della notte che tanto temo gli rivelo il mio più grande segreto.
Non so il perchè, ma le parole mi escono da sole, come un fiume in piena che straborda dai margini. Parole che mai avrei pensato di pronunciare ad alta voce.
I battiti accelerati del mio cuore hanno accompagnato il discorso, che presto ha soppresso la rabbia che prima mi ha investita. Quelle parole le avevo represse per così tanto tempo...
Lui non dice niente, non una parola e gliene sono grata.
Potrei crollare lì, spezzarmi in mille pezzi, ma che questa volta si sarebbero sparsi nel vento, senza mai ritrovarsi, nemmeno in un'altra vita.
Prendo un respiro profondo, chiudo gli occhi per qualche secondo ed espiro, mollando lentamente la presa sui fili d'erba che ancora stringevo in mano.
Mi distendo sul terreno coperto di foglie e mi giro, continuando a dare la schiena ad Apollo.
《 Immagino che domani sarà una lunga giornata. Buonanotte. 》
Gli auguro, maledicendomi per avere le lacrime agli occhi.
Mi accoccolo vicino al dio sperando che non si scosti, perchè la paura che provo per la notte, ora che l'ho rivelata ad alta voce, è più forte che mai.
Ho solo bisogno di sapere che non sono sola, anche se questo vuole dire stare con un dio.
Apollo non mi allontana.

Il Sole è sceso sulla Terra Where stories live. Discover now