Il sapore del Nettare

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Sono in trepidante attesa da fin troppo tempo.
《 Ho bisogno che tu me la tenga d'occhio fino a che non torno. 》 Rivela il dio appoggiando i gomiti sul bancone di legno.
《 Perchè mai dovrebbe- 》Prendo parola, ma vengo interrotta dalla voce di Damen, che sensa scrupoli sovrasta la mia.
《 Consideralo fatto, il motivo? 》 Domanda curioso mentre offre ad Apollo un boccale dallo strano liquido ambrato. Lui lo accetta vividamente non degnandomi di un solo sguardo. 《 Non è importante. Fallo e basta. 》Dice infine, prima di buttare giù un lungo sorso della bevanda.
《 Voi due. 》Irrompo nella loro conversazione.
《 Vorrei ricordarvi che sono presente anch'io. Cosa sta succedendo? E perchè Damen dovrebbe tenermi d'occhio? 》Punto l'indice contro i loro petti, prima verso uno poi verso l'altro, scrutandoli con sguardo torvo. Lo sbadiglio di Apollo giunge fino alle mie orecchie, nonostante l'atmosfera chiassosa della locanda.
《 Non sei in grado di stare ferma e di non combinare guai, ma ora più che mai devi stare tranquilla. 》Sbotta finendo in un sorso solo l'interno del boccale. Faccio una smorfia contrariata, ma mi trattengo dal ribattere. Non cadrò nella sua provocazione un'altra volta.
《 Dove devi andare? 》Chiedo appoggiando a mia volta un braccio sul balcone.
Lui mi fissa da dietro le ciglia curve, con uno sguardo che vacilla tra il seccato e l'annoiato.
《 Diciamo che ho una riunione di famiglia a cui non posso mancare. 》Rivela infine alzandosi. Guardo Damen in cerca di aiuto, dalla sua espressione sembra aver capito già tutto.
Riporto l'attenzione su Apollo, che nel frattempo si è allontanato di qualche passo. È probabile che la riunione di cui parla sia stata indotta da Zeus in persona.
Avrei voluto andare con lui, magari nascondermi per assistere alla vicenda, ma so per certo che se mi avessero scoperta sarei stata pane per i loro denti.
Potevo ingannare queste creature minori fingermi una di loro, ma sicuramente i Dodici Sacri capirebbero in un istante che si tratta tutto di una farsa.
Apollo sembra leggermi nel pensiero perchè appena parla rivela tutti i miei dubbi.
《 Tu non ti muovere da qui, farò più in fretta che posso. 》 Ordina dandomi le spalle. Non ribatto per questa volta e lo guardo in silenzio raggiungere la porta poco distante da noi, che apre senza alcuno sforzo nonostante la modesta grandezza. Prima però si gira un'ultima volta. 《 Ragazzina, non bere niente, intesi? 》Non mi lascia tempo di risposta che ha già varcato l'uscio della porta, chiudendosela alle spalle. Mi domando cosa sia successo di tanto grave da aver invogliato il padre degli dei ad organizzare questo ritrovo. Forse Eris ha attaccato altri villaggi? No,non credo. Se anche fosse a loro non importerebbe un bel niente.
In fin dei conti è di noi mortali che si parla, esseri fragili e deboli, per loro non siamo altro che insetti e se vengono uccisi nessuno prova pietà per loro.
Ma allora cosa poteva essere?
Non trovo risposta, ma quando tornerà Apollo dovrà aspettarsi un lunga collezione di domande.
Vago con lo sguardo tra i tavoli della locanda. Sospiro nel ricordare i festeggiamenti in onore di mio padre e del suo branco.
Le nottate passate a ballare intorno al fuoco crepitante, i canti.
Poi tutto si trasforma, le voci allegre mutano in grida di contorto dolore e lingue di fuoco che assaggiano il villaggio.
Serro le palpebre come contratta dal tormento ma quando li riapro vedo solo dei minori che occupano le sedie di legno dell'interno mentre sembrano divertirsi molto.
Parlano con i boccali alzati in aria. Sento un brivido strisciarmi lungo il collo.
È da quando sono entrata che ho la sensazione di essere osservata, come se fossi la preda di un falco cacciatore. Sposto d'istinto lo sguardo in uno degli angoli del locale, e finalmente, trovo gli occhi verdi che mi stanno guardando da tutto questo tempo. Appartengono ad un ragazzo seduto lontano da tutti, isolato e appoggiato al muro con lo schienale della sedia. Sembra giovane, più giovane di Apollo, ma non posso dirlo con certezza.
La sua pelle emana una luce azzurra che si mescola con quella argentea degli altri presenti, ma non ha alcunché in comune con loro.
È diverso, lo vedo e lo percepisco con tutti i miei sensi.
I capelli castano chiaro si arricciano sulla sua fronte e un sorrisino persuasivo gli illumina il volto.
Non riesco a smettere di fissarlo , è come un incantesimo.
Ma poi la voce di Damen mi riscuote dai pensieri, frantumando la magia. 《 Non dovresti fissarlo in quel modo. Lo dico per il tuo bene, dolcezza. 》Mi volto verso di lui e lo ritrovo con un sorriso che gli solleva le labbra. 《 Perchè? Di chi si tratta? 》 Domando curiosa al corvino.
《 Mi rincuora non essere riconosciuto, dolce mortale. 》Sento alle mie spalle risuonare una voce melodiosa e sussulto di terrore nell'udire le sue ultime parole.
Damen spalanca gli occhi, sorpreso anche lui da quell'affermazione, ma questo non gli impedisce di continuare a pulire l'ennesimo boccale che ha in mano.
Sul suo corpo le emozioni sembrano venir meno, ma l'espressività del suo viso lo tradisce ogni volta.
Per fortuna il dio ha un tono di voce troppo basso perchè chiunque altro possa sentirlo.
Mi volto di nuovo, e trovo il bel ragazzo a pochi centimetri da me. Mi spavento al suo tacito movimento, impercettibile come un soffio di vento nella notte.
Non l'avevo nemmeno sentito alzarsi dalla sedia.
《 Tu...tu chi sei? Come fai a sapere cos- 》Comincio a dire, ma vengo interrotta prima di finire la frase. Deve essere un vizio, penso tra me e me.
《 Ermes mia cara, è un piacere conoscerti. 》《 Mi chiedo cosa stia tramando Apollo per portarti su questo Monte con tanta sfacciataggine. 》 Si presenta inclinando leggermente la testa, mentre da voce ai suoi pensieri. Ermes, il messaggero degli dei.
Il brivido provato sul collo si espande in tutto il corpo e un misto di timore e agitazione mi impasta la bocca.
In mano di un divino dipende il mio destino.
Se dovesse comunicare il mio arrivo ai suoi compagni per me sarebbe la fine, per loro sarà facile smascherare il mio travestimento e a quel punto, ci sarebbe la mia rovina.
《 Ti chiedo di non dire niente. 》Riesco a mormorare. Guardo furtiva Damen, ma lui sembra troppo preso da Ermes per ricambiare il mio sguardo.
Dopo una sorpresa iniziale, la notizia della mia mortalità non sembra averlo scalfito più di tanto. Ermes sorride, prima di rivolgere la sua attenzione verso il locandiere. 《 Dam, me ne prepari due? 》Chiede alla fine il dio. Poi riporta il suo sguardo penetrante su di me. 《 Allora principessa, come mai ti trovi qui? 》 Si ripete.
《 Non ne sono sicura nemmeno io. Non posso aiutarti. 》Dico, e per quanto sono ammaliata dal suo aspetto cerco disperatamente di ritrarmi da lui. Ermes sembra intuire i miei movimenti perchè lo vedo avvicinarsi di qualche altro centimetro.
《 Non scappare. Non ancora. 》Sussurra tra un respiro e un altro ancora.
Nel frattempo, con un tonfo che mi sembra assordante, Damen appoggia due boccali sul bancone pece, proprio davanti ad Ermes.
Lui ne afferra uno e me lo offre.
Ci vogliono pochi secondi perchè rammenti le parole di Apollo e mi sorprendo a scuotere la testa poco dopo.
《 No, grazie. 》Declino cercando di mimare un sorriso, che probabilmente assomiglia più ad una smorfia.
《 Oh andiamo. Sei sull'Olimpo principessa, non puoi non provare il Nettare degli dei. 》Mi invita Ermes. Nettare, ecco di cosa si tratta.
Fisso il liquido ambrato davanti ai miei occhi, la sua fragranza raggiunge presto il mio naso e mi rianima i sensi.
Non ho mai sentito un odore simile, eppure le odi sulla bontà infestano i villaggi.
《 Apollo ha detto- 》 Cerco di dire. 《 Un sorso non ti farà male. 》
Guardo titubante prima il boccale e poi il dio. Non ha tutti i torti, potrei bere unicamente un sorso, non mi farà male, mi ritrovo a pensare.
Ed è così che la mia curiosità prende il sopravvento ancora una volta e mi porta ad accettare l'orcio, nonostante lo sguardo contrariato di Damen. Ermes sorride e alza in alto il boccale. 《 Al divertimento. 》Esclama.
《 Al divertimento. 》Ricambio con un sorriso.
Il liquido temprato mi bagna le labbra prima di scendere veloce giù per la gola. Appena assaporo il forte sentore non riesco ad arrestare la sua corsa e lo lascio scendere con piacere, come per farlo avvicinare al cuore.
Ha il gusto dolce del miele, ma sulla punta della lingua è acido come il succo di mele.
Mi scalda il corpo e ben presto sento la pelle andare a fuoco.
Non ho mai provato una sensazione simile, è come se stessi perdendo il controllo di me stessa ad ogni sorso. Appoggio il boccale sul bancone e per poco non rischia di cadere.
Rido.
Mi sento le guance e il collo arrossire, sono accaldata come mai prima d'ora . Vedo con piacere che anche Ermes ha finito di bere la sua parte e che anche lui sorride divertito.
Eppure non sembra avere la mia stessa reazione.
Ho la sensazione che tutto attorno a me sia diventato muto ma allo stesso tempo si sia amplificato, diventando assordante.
Le voci del locale si sono fatte più acute, ma guardando i volto degli dei presenti sembrano tutti in muto, come se dalle loro bocche che si muovono non uscisse una singola parola.
《 Allora principessa? Cosa ne pensi? 》Mi chiede Ermes, avvicinandosi per farsi sentire.
《 È delizioso! 》Rispondo con voce altrettanto alta. Ne voglio ancora. 《 Ti dò un bacio se me ne versi un'altro pochino. 》 Mormoro verso Damen con un sorriso ampissimo. 《 Mi dispiace cara Elaine, ma credo che basti così. 》Dichiara.
A quanto pare rifiuta la mia richiesta, e non sembra cambiare idea anche quando sporgo leggermente il labbro inferiore e lo guardo con gli stessi occhi con cui imploravo mia madre di stare sveglia un pochino di più dopo il tramonto.
Il broncio dura non più di due secondi, perchè poco dopo la mia attenzione viene catturata da qualcos'altro.
Un grande tonfo risuona nella locanda, mi volto verso il forte suono e vedo uno dei tavolo riverso a terra, con tutte le sedie comprese.
Guardo il Nettare rovesciato sul legno levigato e mi rattristo per tutta quella bontà andata sprecata.
Una sensazione fulminea mi suggerisce di leccare il liquido dal tavolo colante, ma il briciolo di lucidità, che sto ancora faticosamente custodendo, me lo impedisce.
I bisbigli si sono innalzati attorno a due semidei.
Uno è alto, i capelli castano scuro sono modellati in un taglio corto. La sua postura e l'espressione arrabbiata preannunciano la prontezza a sferrare un colpo, ma al contrario, il suo avversario, più basso e snello, lo precede e con veloci falcate si scaglia contro di lui.
Il colpo va a segno, poi un'altro e un'altro ancora. Attorno ai due semidei si è creata una piccola folla di spettatori, che acclamano forte lo scontro.
《 Ti spedirò all'Inferno codardo. 》 Dice il nocciola, mentre il suo mancino colpisce la mascella del semidio davanti a sè.
Si sente uno strano scricchiolio e mi ritrovo a pensare che si sia rotta.
Ma se anche fosse stato così quest'ultimo, oltre ad arrancare per un primo momento, non lo da a vedere ed è subito pronto a ricambiare il favore.
Con la coda dell'occhio vedo Damen avvicinarsi alla scena, mentre in tanto le sedie cadute sono state calpestate e ridotte in pezzi più piccoli.
Uno dei due ne afferra un'estremità pronto ad usarla come arma.
《 Voi due, fuori dal locale o sarò io a spedirvi nell'Ade a calci in culo. 》 Tuona incamminandosi minaccioso verso di loro. Lo sguardo truce che corre tra il tavolo e le sedie.
Sembra però, che non vogliono dargli ascolto, e mentre la folla si sposta per far passare Damen, loro continuano a sferrare forti colpi all'unisono.
Non faccio in tempo a vedere come finisce perchè in mezzo a tutto questo trambusto ne approfitto per sgattaiolare fuori dalla porta d'ingresso, che apro con non poca fatica.
Ad accogliermi c'è la luce del sole ed il cielo limpido da ogni nuvola.
Esco in strada, tra la gente che passeggia tranquilla.
Non posso credere che Apollo volesse privarmi del Nettare, è assolutamente la cosa più buona che abbia mai bevuto, e lui voleva tenersela tutta per sè.
Egoista.
Ma d'altronde parliamo di Apollo.
Per quanto l'Olimpo fosse meraviglioso, c'è un solo posto, più di tutti, che voglio visitare.
È impossibile ignorare la sua imponenza, che supera quasi quella del castello di Ade.
Quindi mi avvio, senza avere il controllo di me, verso il Palazzo dei Cieli.
Con un fuoco nel petto che non so come spegnere.

Il Sole è sceso sulla Terra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora