La lama sul fianco

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La sua espressione si fa quasi più rilassata ad eccezione della fronte, che è leggermente corrugata, come sempre d'altronde.
E penso che nell'ultimo arco di tempo in cui ho avuto delle occasioni per stare al suo fianco, quelle piccole pieghe non siano mai sparire.
Come ombre sempre appresse alla luce focosa delle torce, come se qualcosa del passato continuasse a tormentarlo anche a distanza di secoli. Contornano il suo viso perfetto perfino in quelle volte in cui accenna a un sorriso.
Possibile che sia veramente così? Esiste davvero qualcosa in grado di lasciare un segno tanto profondo su una pelle divina?
Non mi preoccupo di chiederglielo, tanto non mi avrebbe dato retta.
《 Se rifiutassi allora non diventeremo compagni. 》 Dico, cercando i suoi occhi.
Mi colpiscono come un fulmine, penetrandomi come una lama.
《 Compagni? 》 Ripete inarcando un sopracciglio.
《 Si esatto, compagni. Quando delle persone decidono di combattere insieme, di proteggersi per un obiettivo comune... 》 Spiego, vagando sul suo significato. 《 So cosa significa essere compagni 》 Si intromette interrompendomi. 《 Davvero? Non hai l'aria di uno che lavorerebbe in gruppo. Con lo sguardo da lupo affamato con cui guardi noi mortali non pensavo potessi conoscerne il significato. 》 Scende dal ceppo su cui sedeva e ci si appoggia con la schiena. Mi guarda storto e con aria interrogativa, mentre un sorrisino spunta sulle sue labbra.
《 Un lupo eh? 》Dice fissandomi negli occhi.
《 Si beh, hai capito il concetto. 》Divago iniziando a tormentarmi le mani, il motivo non lo so nemmeno io.
《 Noi due ragazzina non saremo mai compagni. 》E infine quello sguardo intenso mi uccide come solo lui poteva fare.
In un primo momento provo delusione, rabbia e delusione. Ma non gli dò modo di capire ciò che mi sta passando per la testa.
Mi giro sul fianco, dandogli la schiena. Ignoro la sensazione di pericolo nel voltargli le spalle e cerco di pensare ad un'altra soluzione.
《 Va bene, dimentica questa conversazione. Ci riuscirò anche da sola. 》Guardo il buio tetro oltre la luce del fuoco che mi scalda le gambe, una distesa di sabbia e oscurità non aspetta altro che il momento un cui il falò si sarebbe spento per poterci ighiottire tra le sue fauci mortali.
Solo l'idea mi fa accapponare la pelle, perfino le ossa.
Poi come se la fiamma si animasse, la sua voce riprende a librare nell'aria.
《 Ma non sarò io a impedirti di sfidare la sacra sorte. Se tanto ci tieni a morire allora vieni pure con me. 》
Non appena pronuncia queste parole mi giro di scatto spostandomi sull'altro fianco.
Lo cerco con lo sguardo.
Niente sorriso sfacciato, niente ghigno felino, il suo volto è levigato ma duro, quasi enigmatico, ma soprattutto non ha l'aria di uno che scherza. Non riesco a capire se mi sono immaginata quest'affermazione o se dice sul serio.
《 Dici davvero? 》 Gli domando, mettendomi alla sua altezza. I miei occhi incollati nei suoi.
《 A tuo rischio e pericolo ragazzina. Devi stare al passo o ti lascio indietro. E non ho intenzione di salvarti quel bel fondoschiena quando sarai in pericolo chiaro? 》Chiarissimo, limpido come le acqua più trasparenti dell'Olimpo.
Non riesco a trattenermi e mi lascio sfuggire un sorriso per l'entusiasmo. Sono estasiata all'idea di poter intraprendere un viaggio di tale importanza. E solo a pensare a tutti quei misteri che potrò vedere con i miei stessi occhi, vibro di eccitazione.
《 Allora abbiamo un'accordo! 》 Annuisco e lui fa lo stesso.
A quel punto si distende, con le mani dietro alla testa e contempla quel buio che tanto mi spaventa.
Poi alza leggermente lo sguardo e nei suoi occhi d'ambra cattura la luna. Fatalmente questa notte è piena.
《 Apollo, posso sapere una cosa? 》 Chiedo, ma mi maledico per aver fatto sembrare questa richiesta tanto timorosa.
《 No. 》Taglia corto la mia domanda, secco e tagliente come la lingua di una vipera.
Ma va bene così.
La tensione si è allentata, il fuoco mi conforta e l'impercettibile luce che emana la pelle del dio in qualche modo mi quieta, mentre il letto di sabbia si modella sotto al mio peso. Torno a distendermi e nel farlo percepisco il pugnale premere sicuro contro le costole. Questo mi rasserenera più di ogni altra cosa, spingendomi a osare chiudendo gli occhi.
Prima di cadere nella morsa salda del sonno, prego la dea del chiaro di luna di farmi ritrovare Apollo al mio risveglio. E con questo pensiero e questa preghiera silenziosa come soffioni, mi addormento.

Il Sole è sceso sulla Terra Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα