39 - Charlie

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Sono al settimo cielo. Stamattina il dottore è venuto in stanza per visitarmi ed Elijah lo ha assillato così tanto, che lui mi ha dato il permesso di uscire per pochi minuti nel giardino di dietro. Sono così contento che ho mangiato tutto il pranzo che mi hanno portato e preso tutte le medicine senza fare storie. Anche quando mi hanno prelevato il sangue ho cercato di rimanere fermo e buono senza lamentarmi, anche se avevo una mano sugli occhi e contavo per non pensarci e non piangere.

- U-usciamo ora? - domando ai miei fratelli. Sono le 12:30 ed è l'orario più caldo del giorno, anche se stanotte ha nevicato un po' e la città si è ancora di più tinta di un bianco bellissimo.

- Ancora no, Charlie - dice James - stiamo aspettando papà.

Annuisco contento alla notizia che stia venendo anche lui. Stamattina è andato via appena sono venuti James ed Elijah, e credevo di non vederlo fino a stasera, invece sta già tornando. - Se sorridi così tanto, ti rimarrà bloccata la mascella - mi punzecchia una guancia Elijah. Io non smetto di sorridere, sono così contento che staremo tutti insieme fuori e giocheremo con la neve, come quando da piccoli papà faceva i pupazzi di neve con noi.

Papà entra finalmente in stanza con due grosse buste in mano. - Scusate - dice togliendosi della neve dalla testa - le strade sono bloccate per il tempo. Allora, Charlie - mi guarda papà - sei pronto per uscire? - Annuisco, mi tolgo le coperte di dosso e mi preparo per alzarmi e andare sulla sedia a rotelle. Ora riesco a fare più movimenti, ma non sono ancora in grado di camminare per lunghi tragitti senza sostegno. Anche andare solamente in bagno in stanza è ancora difficile, e devo sorreggermi al muro o ai miei fratelli per raggiungerlo. Ma oggi mi sento più energico e voglio far vedere che posso sedermi sulla sedia a rotelle da solo.

- Piano - dice papà - prima dobbiamo coprirti per bene - lo guardo confuso mentre James scava tra le buste a terra ed estrae un'enorme felpa nera.

- Non è troppo grande? - la rigira tra le mani e vedo che ha il disegno di un canestro disegnato sul davanti e la scritta NBA dietro. È davvero bella.

- È la taglia più piccola che avevano - gli risponde papà e poi si volta verso di me - ti piace, Charlie?

- È p-per me? - domando incredulo.

- Certo - dice - ti ho preso molte altre cose, anche se non credo che le scarpe ti saranno molto utili qui.

Arrossisco, papà mi ha comprato dei vestiti, la mamma non lo faceva da anni. Quelli che avevo mi andavano ormai piccoli e stretti. Ma se non gli daranno la mia custodia, non sarà arrabbiato per aver sprecato tutti questi soldi per me? Mi ha già comprato un telefono costoso, oltre alle altre cose che mi sono servite qui in ospedale come biancheria e spazzolino. Non era roba presa nel mio appartamento perché erano nuovissimi e con ancora l'etichetta.

- Metti questa, fratellino - Elijah mi porta una felpa a zip gialla, enorme e calda. Lui e papà mi aiutano a indossarla sulla maglia del pigiama.

- O-ora possiamo a-andare? - voglio uscire fuori prima che venga il dottore e cambi idea.

- Non abbiamo ancora finito - dice papà e James caccia un giubbotto rosso imbottito dalla busta.

- Anche questo è grande - sospira James portando con sé il cappotto.

- C-ci crescerò d-dentro - dico, non voglio che papà pensi che non mi piacciano i suoi regali.

- Per allora te ne avrò comprato un altro - afferma, mentre lui e James mi aiutano a indossarlo - quello che voglio adesso da te è che metti su peso.

Annuisco mentre decido di alzarmi, e papà mi sorregge un braccio mentre mi siedo sulla sedia a rotelle. Sto cercando di non pensare alle sue parole per non montarmi troppo la testa. Mi comprerà altri vestiti quando sarò più grande, questo significa che per allora sarò ancora con lui. Sono contentissimo, e questi vestiti odorano di nuovo. James mi alza la zip del giubbotto fino all'ultimo mentre Elijah mi mette attorno al collo una sciarpa blu. La guardo e mi ricordo della sua che mi ha dato quel giorno fuori scuola.

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now