capitolo ventotto

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 Nel silenzio tranquillo dell'acquario, Shira e io ci muoviamo in perfetta armonia. Mi sento libera, leggera, mentre nuoto al suo fianco. Posso vedere il mondo da una prospettiva diversa, attraverso i suoi occhi curiosi e il suo spirito giocoso. Mi sorprende quando, con un movimento fluido, si gira sulla schiena, invitandomi a salire su di lei. Accetto l'invito con gratitudine, sentendomi protetta dalla sua maestosa presenza.

Tutto intorno a noi è quiete, ma presto la calma viene interrotta dalle voci della folla. Gli spettatori iniziano ad applaudire e a incitare, alcuni con entusiasmo, altri con irritazione. La tensione cresce nell'aria, e posso percepire il disagio di Shira di fronte a tanta confusione. Non è abituata a questo tipo di attenzione, e la sua reazione è immediata: si allontana da me, nuotando con incertezza attraverso la vasca.

Guardo con preoccupazione mentre Shira si agita, cercando di trovare conforto nella sua presenza. Bradley si avvicina al bordo della vasca, pronto a intervenire, ma faccio un gesto per fermarlo. So che devo gestire la situazione da sola, per il bene di Shira. Ma la mia sicurezza svanisce quando sento il suono di una trombetta risuonare nell'aria.

Shira reagisce istintivamente, nuotando verso di me con una velocità impressionante. Il suo movimento rapido mi coglie di sorpresa, e la mia testa sbatte violentemente contro il bordo della vasca. Cerco di rassicurarla, ma è troppo tardi. Con forza, mi spinge sott'acqua, premendo il suo enorme corpo contro il mio petto.

Mi agito, cercando disperatamente di tornare in superficie, ma ogni volta che provo a risalire, Shira mi colpisce di nuovo con il suo muso poderoso. Mi sento intrappolata, impotente di fronte alla sua furia crescente. Guardo nei suoi occhi, vedendo la rabbia e la frustrazione riflesse in essi. Sono certa che sta per uccidermi.

Poi tutto diventa nero.

Quando riapro gli occhi, tutto è un po' sfocato. Le luci bianche e brillanti del reparto ospedaliero sembrano accecare i miei sensi. Mi ci vuole un po' per riadattarmi alla realtà, mentre cerco di focalizzare la mia visione su Bradley che è seduto accanto al letto.

La mia testa pulsa di dolore, e sento un senso di nausea crescere dentro di me. Mi sforzo di sollevare il capo dal cuscino, ma ogni movimento è un'agonia. Bradley mi guarda con preoccupazione, i suoi occhi stanchi ma pieni di affetto.

«Hey, come stai?»

Chiede, la sua voce è morbida e rassicurante.

«Mi dispiace».

Riesco a sussurrare, sentendomi come se avessi tradito non solo me stessa, ma anche Shira.

Bradley si avvicina, le sue mani calde e confortanti sulla mia fronte. Posso sentire il suo respiro regolare, il suo profumo familiare che mi riporta alla realtà. Mi sento un po' meno solo, sapendo che lui è lì per me.

«Ci hai fatto prendere uno spavento».

Continua Bradley, il tono della sua voce mescolato con un po' di sollievo e un po' di rimprovero.

«Mi dispiace».

Ripeto, sapendo che le mie scuse non sono abbastanza per cancellare il dolore che ho causato.

Bradley mi sorride stancamente, ma c'è ancora un riflesso di gentilezza nei suoi occhi. So che dovrò affrontare le conseguenze delle mie azioni, ma per ora sono grata di avere qualcuno accanto a me, pronto a darmi sostegno e conforto in questo momento difficile.  

ShiraWhere stories live. Discover now