capitolo ventisei

14 4 1
                                    

 La domenica mattina, l'emozione ribolle dentro di me mentre aspetto davanti all'acquario, poco prima dell'orario d'apertura. Cammino avanti e indietro, nervosa, sentendo il cuore battere forte nel petto. Bradley mi afferra per un polso, stringendomi delicatamente.

«Ti vuoi calmare? Mi stai facendo venire il mal di stomaco».

Mi dice con un sorriso.

Mi blocca, posando le mani sulle mie spalle.

«Shira percepirà la tua agitazione».

Mi avverte, e annuisco, cercando di calmare i nervi.

«Andava solamente liberata».

Sussurro, cercando di raggiungere una calma interiore. Appoggio la mia fronte sul suo petto, chiudendo gli occhi per un istante, e poi cerco il suo sguardo.

«Promettimi che se dovesse succedere qualcosa, sarai pronto a intervenire».

Chiedo, sentendo l'ansia salire dentro di me.

Bradley sospira, ma acconsente.

«E tu promettimi che starai attenta».

Mi dice con un tono premuroso.

Dietro di noi. Delle voci ci fanno girare di scatto.

«Mamma... Kevin».

Mormoro, vedendo i loro volti avvicinarsi.

Lo sguardo di mia madre mi perfora, e mi sento imbarazzata e in colpa.

«Mamma, prima di dire qualcosa, ascoltami».

Chiedo, cercando di trovare le parole giuste.

«Scusami se ti ho fatto soffrire in questi giorno, ma per favore ti supplico, fammi stare con Shira, solo per ora».

Imploro, sentendo il cuore stringersi nel petto.

Mia madre scoppia a ridere, una risata fredda che mi fa rabbrividire.

«Assolutamente no. Quell'animale può essere molto pericoloso».

Dice con voce dura.

Non ho tempo di replicare, perché è mia nonna a intervenire con saggezza.

«Kate, mi dispiace deluderti, ma questa volta ha ragione Alice. Hai visto anche tu sul video, sono in perfetta sintonia».

Ringrazio mentalmente mia nonna, ma le sue parole seguono con una fredda fermezza che mi fa tremare.

«Se dovessi sbagliare, allontanerò io stessa quell'animale».

Conclude, e sento il terreno mancare sotto ai miei piedi.

Bradley mi attira l'attenzione, interrompendo il flusso dei pensieri.

«Andiamo a preparaci».

Dice e lo seguo.

Arriva anche mia sorella, che mi afferra per un braccio, guardandomi negli occhi con preoccupazione.

«Alice... sta attenta».

Mi sussurra, e sento il calore del suo affetto. La prendo tra le braccia, appoggiando il mento sui suoi capelli.

«Ti voglio bene».

Le sussurro, sentendomi protetta dal suo amore.

ShiraWhere stories live. Discover now