CAPITOLO QUATTORDICI

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 La mattina seguente, ignoro la sveglia che suona da mezz'ora, girandomi dall'altra parte e infilando la testa sotto il cuscino. Avrei dormito ancora se non fosse stato per mia sorella Julia, che salta sulla schiena.

«Julia, alzati! Sei pazza?»

«Qualcuno è andato a dormire tardi stanotte, eh?»

Mi dice, ridendo.

Le lancio un cuscino in faccia.

«Smettila, non sono affari tuoi».

Dico, irritata.

Julia si siede sul letto, abbracciando il cuscino e facendo l'imitazione della mia voce.

«Oh Bradley! Ti amo!»

Scherza, dando dei baci al cuscino.

Scuoto la testa mentre vado all'armadio per preparare i miei vestiti, spettinandole i capelli. Julia mi guarda male, sbuffando, e prima di uscire dalla stanza, mi dice:

«Muoviti, siamo in ritardo».

Appena arriviamo all'acquario, vengo convocata in ufficio. Mia sorella viene mandata ad aspettare fuori. Per un momento, il mio cuore si ferma e impallidisco, tanto che mia madre mi guarda preoccupata.

«Stai bene?»

Chiede.

Rispondo troppo velocemente, segno della mia insicurezza.

«Sì, tutto bene».

Mento.

In ufficio trovo Kevin che cammina avanti e indietro, mia nonna che tamburella le dita sulla scrivania.

Appena mi vede, Kevin posa il telefono.

«Posso sapere che cosa succede?»

Chiedo, preoccupata.

Il padre di Bradley si gira verso di me.

«Sai dov'è mio figlio?»

Mia madre cerca di spiegare la situazione.

«Doveva aprire lui oggi... distribuire la prima razione di cibo ai delfini».

Sono confusa.

«Non capisco cosa c'entri io...»

Il tono di Kevin mi fa gelare il sangue.

«Tu sei stata l'ultima ad averlo visto! Dovresti saperlo!»

Mia nonna, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, interviene, rimproverando Kevin.

«Basta! La spaventi. Vedrai che ci sarà una spiegazione».  

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