Prologo

166 16 9
                                    

Ti direi sono stanca di essere come mi vogliono tutti, sono stanca di vivere come vorrebbero gli altri, se vuoi restare va bene, va bene.

Le note di "Io sono bella" risuonano ad alto volume nelle mie cuffie, la maggior parte delle canzoni della mia playlist sono tutte della cantante salentina. Il ritmo travolgente mi avvolge, portandomi in uno stato di trance musicale così profondo che non mi accorgo nemmeno che la macchina si è fermata.

È solo il suono del motore che si spegne improvvisamente a strapparmi dalla mia dimensione sonora.

Mia madre mi parla, ma la sua voce sembra provenire da un'altra galassia. Le sue parole sono come un mormorio lontano che fatica a raggiungere la mia coscienza, intrappolata nel vortice della musica. Solo quando sento uno sbuffo di frustrazione accanto a me, mi rendo conto che è lei che sta cercando di attirare la mia attenzione.

Sfila una delle cuffiette con un gesto brusco, facendo tacere la melodia che mi avvolgeva.

«Alice!».

Mi volto di scatto verso di lei, cercando di nascondere la mia colpa dietro la mia solita espressione innocente. I suoi occhi mi scrutano con un misto di preoccupazione e irritazione.

Come risposta, mia madre sbatte le mani sul volante con un lieve scuotimento di testa. Si toglie con un gesto deciso la cintura di sicurezza, poi si gira completamente verso di noi, lasciando temporaneamente la strada fuori dal suo campo visivo. Il suo sguardo attraversa prima Julia, mia sorella, e poi arriva su di me, carico di rimprovero.

«Lo so, ragazze...»

Le sue parole sono un mix di affetto e frustrazione, una richiesta di comprensione mista a una nota di autorità. Fa una breve pausa, cercando di mantenere la calma prima di proseguire:

«Vi sto chiedendo tanto, lo capisco, ma cercate di venirmi incontro e non tenetemi il muso».

Julia decide di rispondere:

«Ad Alice mancherà di sicuro il suo amato Giorgio!»

Le lancio un'occhiata.

Io e lei non ci assomigliamo per niente, non solo perché abbiamo sette anni di differenza. Mentre io sono quella calma, legata alla famiglia e agli amici, e odio i cambiamenti, lei è quella che adora stare al centro dell'attenzione. Non è un caso che passi tanto tempo sui social: TikTok e Instagram sono il suo regno.

«Seriamente ragazze, e poi Alice, ti piaceva passare l'estate qui da piccola».

«Appunto ero una bambina».

Sbuffo, cercando di difendermi.

«Io...»

Julia sembra incerta sul cosa dire, come spesso le accade quando si trova in imbarazzo.

Cambia discorso rapidamente.

«Possiamo scendere?»

Portiamo i bagagli e vari scatoloni nella nuova casa.

Fortunatamente, è tutto su un piano, con tre stanze da letto e un'ampia cucina comunicante con la sala da pranzo.

Ci sediamo sfatte su un divano bianco di pelle, posizionato ad angolo nella sala.

A interrompere il silenzio è mamma:

«Per voi è un problema se domani mattina iniziate a sistemare? E dopo pranzo mi raggiungete all'acquario?»

ShiraWhere stories live. Discover now