CAPITOLO TRE

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 «Perché non sopporta il contatto umano, solo mio padre e tua madre possono».

Spiega Bradley mentre mi guarda con un misto di cautela e comprensione.

Lo guardo con il labbro inferiore all'infuori e gli occhi da cerbiatto, una mossa che di solito funziona quando voglio ottenere qualcosa.

Bradley sospira, capendo benissimo le mie intenzioni, e puntualmente il suo dito si alza verso di me.

«Non ci provare».

Supplico fino allo sfinimento, usando tutte le mie migliori espressioni di supplica, finché il ragazzo non si arrende.

«E va bene! Oggi la chiusura tocca a me, ti aspetto qui alle 18.00».

Le ore sembrano passare lentamente, e prima di raggiungere Bradley, decido di passare dall'ufficio di mia madre.

«Mamma, io resto ancora qui ad aiutare a chiudere».

Annuncio, cercando di apparire determinata.

Mia madre annuisce sorridendo, Julia alza gli occhi verso di me, iniziando a scherzare.

«Uh! Siamo qua da dodici ore e già hai una cotta per Bradley!».

Le faccio la linguaccia, e a mettere fine al nostro battibecco ci pensa proprio mamma.

«Se vuoi rimanere, fai pure, ma fatti accompagnare da Bradley».

Prima di uscire, le do un bacio sulla guancia, un gesto carico di affetto che non ci concedevamo da mesi, soprattutto dopo la notizia della mia partenza imminente.

Raggiungo Bradley che mi sta aspettando appoggiato alla colonna.

«Come ti ho promesso, ti farò vedere Shira a un solo patto».

Dice, lo guardo con interesse, pronta ad accettare qualsiasi condizione.

Le parole di Bradley sono un sussurro carico di determinazione mentre ci avviciniamo alla vasca di Shira.

«Nessuno deve sapere che te l'ho lasciato fare».

Mi spiega con voce sommessa, come se fosse importante mantenere il segreto.

Piego leggermente la testa, accettando il patto con un sorriso complice.

«Sarà il nostro piccolo segreto».

Rispondo, sentendomi parte di qualcosa di esclusivo, solo nostro.

Mentre ci avviciniamo alla vasca, Bradley mi blocca improvvisamente afferrandomi per una mano. Sento delle piccole scosse di eccitazione percorrermi la schiena mentre mi preparo ad affrontare l'incontro con Shira.

«Sta attenta».

Mi avverte, il tono di preoccupazione tangibile nella sua voce.

«Se noti che è irritata, esci immediatamente».

Incrocio i suoi occhi azzurri, leggendo l'urgenza nella sua espressione.

«Non mi farà nulla, lo sento. C'è qualcosa...»

Inizio a dire, ma Bradley sospira e scuote la testa, completando la mia frase:

«Spero che tu abbia ragione».

La sua voce è un sussurro carico di dubbi, ma mi fa sentire protetta, come se fossi accompagnata da un alleato fedele. 

ShiraWhere stories live. Discover now