capitolo ventiquattro

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 Entriamo nell'acquario, il profumo salmastro e il riverbero bluastro dell'acqua ci accolgono. La luce filtrata dalle vasche crea un'atmosfera magica e un po' misteriosa. Sento il mio stomaco stringersi mentre ci avviciniamo alla vasca di Shira.

L'orca è immobile in un angolo, la sua imponenza contrasta con la quiete che la circonda. Per un attimo, temo che sia morta. Agito la mano per attirare l'attenzione di Bradley, che si sta occupando di preparare il secchio di pesce per lei. Appena mi vede, mi grida di parlarle, avvertendomi che Shira si sente offesa.

Provo a chiamarla, ma il mio cuore batte forte nell'attesa di una reazione. Quando la vedo solo guardarmi senza muoversi, una lacrima mi sfugge. Mi sento terribilmente in colpa per averla fatta soffrire involontariamente.

«Mi dispiace».

Sussurro, sentendomi inadeguata.

Prendo un pesce dal secchio di Bradley e lo lancio delicatamente nell'acqua, sperando che la fame la spinga a muoversi. Ma lei rimane immobile, solo osservando. La mia frustrazione cresce, sento un groppo alla gola e le lacrime

«Non vuoi mangiare? Va bene! Ti faranno sopprimere!»

Esclamo, sentendomi impotente.

Mi alzo di scatto, incapace di restare lì a guardare Shira rifiutare il cibo. Inizio a camminare verso l'uscita, ma l'urlo di Bradley mi ferma netta:

«Guarda!»

Mi volto di scatto e vedo Shira finalmente cedere alla fame e iniziare a nutrirsi. Il sollievo mi invade e la mia rabbia si stempera.

«Quando la mostreranno al pubblico?»

Chiedo, cercando di raccogliere le idee.

«Domenica mattina. Non dovresti essere tu con lei quel giorno?»

Chiede, cercando di capire cosa sia meglio per entrambi.

Bradley cerca di convincermi.

«Stai scherzando, vero? Mamma non vuole che mi avvicini».

Prova a darmi coraggio, continuando:

«Alice! Non me l'aspettavo da te!»

Notando il mio sguardo dubbioso, aggiunge con tranquillità:

«Chi dice che devono saperlo? Vieni prima dell'apertura, mostrale cosa sappiamo fare».

Le parole di Bradley mi fanno riflettere, facendomi capire che sto per gettare la spugna. Non sono abituata a rinunciare così facilmente.

«Ti accompagno a casa?»

Mi offre Bradley, cercando di dissipare il disagio.

«Che dici se invece resto a dormire sulla barca?» 

ShiraWhere stories live. Discover now