Capitolo 3: Immobile come una statua

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"Rimettila a posto!"

Ripete Jungkook che ora è dietro di me. Mi strappa la scatola dalle mani.

Mi alzo di scatto, ora gli sono davanti, mi sta guardando, ha gli occhi pieni di rabbia e le sue mani tengono con forza la scatola.

"M-Mi dispiace J-Jungkook... io stav-"

Sto cercando di scusarmi ma Jungkook mi interrompe.

"Vattene..."

Mi ordina.

"J-Jungkook... stavo solo cercando dei v-vestiti e ho vi-"

Cerco di continuare le mie scuse ma Jungkook non mi vuole ascoltare.

"Ho detto vattene..."

Ripete, ha le mani chiuse in due pugni, deduco che stia cercando di mantenere la calma.

"Ti prego Eunjoo... vattene..."

Ora Jungkook sta parlando con una voce supplicante, ha gli occhi lucidi.

Decido di lasciare perdere e lasciarlo solo, lo supero, Jungkook rimane immobile; non mi segue più, non mi indica più la strada, non mi apre più la porta, rimane lì, immobile come una statua.

Arrivo all'appartamento, ricordo che le mie chiavi sono in cucina... sono chiusa fuori casa.

Almeno ho il telefono... mi tocca chiamare qualcuno, ci mancava solo questa...

****

"Grazie mille, arrivederci..."

Quando finalmente il proprietario del condominio apre la porta con la sua copia delle chiavi, lo saluto ed entro in casa.

Prima di tutto vado a controllare l'acqua, va.

Allora mi rilasso, mi tolgo le scarpe e mi stendo nel letto.

Ripercorro mentalmente tutto quello che è successo questa mattina, la giornata più strana di tutte, mi viene in mente che, con tutto quel via vai di fatti, non avevo ancora pranzato. Improvvisamente mi viene una gran fame. Sto per uscire di casa quando mi accorgo che indosso ancora i vestiti di Jungkook.

Jungkook... cos'era successo nel suo appartamento?

E' stato tutto così veloce... un secondo prima stavo guardando tranquillamente nell'armadio di Jungkook e il secondo dopo stavo correndo via dal suo appartamento.

Intanto, persa nei miei pensieri, mi cambio e vado in un ristorante qui vicino a mangiare.

****

Finalmente un po' di calma, il ristorante in cui mi sono fermata ha pochi clienti oggi, siamo in due, io ed un ragazzo indaffarato a schiacciare i tasti del suo computer. Il suo tavolo è cosparso di fogli evidenziati di tutti i colori, a volte si intravede qualche appunto fatto con la penna che in questo momento si tiene in bocca, la morde e la rimorde, a volte gli scappa e va a sbattere contro gli occhiali un po' troppo grandi per il suo piccolo viso. Provo un po' di gelosia nei suoi confronti, quanto vorrei essere lì, al suo posto, a studiare e a ripassare per la verifica del giorno dopo, solo un anno fa non avrei mai pensato che mi mancasse fare una cosa del genere.

Ho appena finito il mio pranzo quindi mi alzo e mi dirigo verso casa. 

L'ascensore si è fermato, appena scendo il mio occhio guarda la porta numero 7, quella di Jungkook, la fisso per qualche secondo, come se il tempo si fosse fermato, poi riprendo controllo del mio corpo e vado verso la mia porta. Entro in casa, mi tolgo i jeans e il maglione che sto indossando e mi vesto più formale. Mezz'ora dopo avrei avuto il tanto atteso colloquio con il proprietario del pub. Dopo essermi preparata e truccata esco di casa. Arrivo in anticipo di dieci minuti, sono davanti al ristorante, le gambe mi tremano e non riesco a farle smettere. Quando sono le quattro in punto entro nel pub. Ad un tavolo è  seduta una signora, sulla cinquantina che, appena entro, mi guarda, mi sorride e mi fa cenno di sedermi. 

****

Finito il colloquio torno a casa. Sono stanca morta e le mie gambe non mi sorreggono più quindi mi butto sul letto. Il sonno si fa subito sentire, le mie palpebre iniziano ad essere sempre più pesanti e infine mi addormento. 

Quando mi sveglio la luce mi acceca gli occhi, mi giro dall'altra parte. D'un tratto la mia pancia inizia a brontolare quindi mi costringo ad alzarmi. Quando guardo l'orario rimango spiazzata, era già la mattina del giorno dopo. Quindi, ormai sveglia decido di accendere il computer per vedere se ci sono email dal pub. Ancora niente. Allora mi inizio metto una tuta e decido di andare a fare un passeggiata. Quando torno a casa sulla mia porta vedo un biglietto attaccato con lo scotch, accelero il passo sempre più  curiosa, quando arrivo la prendo in mano e lo leggo.





Jungkook voleva incontrarmi

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Jungkook voleva incontrarmi.

The boy with a BROKEN HEARTWhere stories live. Discover now