CAPITOLO 10 - IL MAESTRO SENZ'ANIMA

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Mi concentrai su quei piccoli animali, certo di averli già visti. Poi, d'improvviso, avvertii un brivido: "Il fanciullo".

Intanto, Quinto ne aveva addentato uno. «Coraggio, Sesto! Tocca a te.»

«Non saprei.»

«Lascia decidere al Fato» Marco Catone si fece portare un dado «Numero dispari lo mangi, numero pari no.»

"Il fanciullo erano le mie paure" mi ripetevo, mentre il dado rotolava per terra "Il fanciullo non è reale e questa è una mera coincidenza".

«Assaggia anche tu» Vario tese il canestro verso di me «Non c'è pericolo: ho avvisato i proprietari della popina d'intervenire in caso di bisogno.»

Scossi il capo e spostai lo sguardo sui miei compagni. Non volevo vederli perdere il controllo. «Torno a scuola.»

«Ti ricordi la strada? Se preferisci io...»

«No, Vario. Vado da solo». Senza nemmeno salutare, lasciai la popina e camminai fino al villino di Sirone. Lui era seduto nel patio, avvolto in una coperta di lana e con gli occhi persi nel cielo. "Un modo decisamente migliore di trascorrere la serata" pensai, incerto se avvicinarmi. Sentivo un'affinità d'animo con quell'uomo, ma era un estraneo e mi spaventava il tipo di rapporto che legava molti maestri d'Oriente ai loro allievi. Ero in balia dei dubbi, quando una folata di vento lo fece voltare.

«Virgilio?»

«Io stavo... sono...» "Vada come deve andare: ho bisogno di sapere" «Possiamo parlare?»

«Del Passato o del Futuro?». Il maestro aveva già capito che volevo chiedergli del nonno.

«Entrambi» mormorai «Però, prima, ho una domanda. Me la concedi?».

«A patto che io possa non saper rispondere.»

Sorrisi, rivedendo in lui la dolcezza di mio padre. «I miei compagni stanno provando i pesci dei sogni. Si usano spesso qui?»

Sirone sospirò. «Sì, purtroppo. E così i papaveri, l'oppio e molto altro. Nelle scuole per attori, in particolare, li mangiano con regolarità preoccupante. Lo vedrai tra qualche settimana, quando sarete ospiti di Volumnio Eutrapelo.»

"Ha detto attori?" se il fanciullo era un'illusione, come potevo aver immaginato proprio quel pesce e proprio nel contesto in cui era realmente usato? "Ho, per caso, scorto...? No, è impossibile: io vedo segni del Domani, non autentici momenti che devono ancora avvenire".

«I pesci dei sogni fanno emergere parti di noi che dovrebbero restare nascoste» continuò Sirone «Perché chiedere ai nostri demoni di entrarci negli occhi e nelle orecchie?»

«Concordo. Abbiamo anime fragili che...» il cambio repentino nella sua espressione mi tolse le parole «Ti ho offeso in qualche modo?»

Lui scosse la testa, ma rimase serio.

«Maestro, io...»

«Magio non te l'ha spiegato?»

"Il nonno ha dato tanti ordini e poche spiegazioni" non aprii bocca; però, Sirone intuì i miei pensieri.

«Non fargliene una colpa. Come hai detto tu, parlare del Passato significa spesso tracciare una linea sul Futuro, e viceversa. Magio ha bisogno di restare nel Presente.»

«Tu lo sai perché conosci mio nonno?» ecco l'argomento di cui volevo discutere.

«Così mi piace credere» Sirone spostò lo sguardo sull'orizzonte «Di certo, lo conoscevo un tempo, quando eravamo due ragazzi inesperti del mondo.»

Acheronta MoveboWhere stories live. Discover now