Capitolo 30- Vittoria e sconfitta

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"Per tutti, anche per i più fortunati, l'amore inizia necessariamente con una sconfitta" (H. Hesse)

Niall's Pov

Mi sedetti sopra la scrivania di Zayn, mentre facevo scorrere velocemente gli occhi su alcuni documenti che mi stava mostrando Lily, senza prestarle davvero attenzione. Da qualche secondo mi ero reso conto del fatto che Harry stesse parlando animatamente con Megan, probabilmente di qualcosa di estremamente divertente, dato che lei non smetteva di ridere.

Aveva un sorriso sincero, semplice, dolce. Sembrava il sorriso di una bambina, non c'era alcuna ipocrisia o opportunismo, solo innocenza e verità. Avevo notato che non fingeva quasi mai di sorridere, anche se risultava poco carino, e nelle rare volte in cui accadeva, riuscivo a capire che mentiva per il suo sguardo. Quando sorrideva i suoi occhi si illuminavano, brillavano di una qualche emozione, felicità, divertimento, gioia. Mi piaceva davvero troppo vederla sorridere, poter pensare che la causa di quei sentimenti momentanei ero proprio io.

"Niall mi stai ascoltando?" Sbuffò Lily guardandomi con un'espressione irritata, mugolai leggermente distogliendo lentamente lo sguardo da Megan per posarlo sullo schermo del computer.

"A cosa stai pensando?" Mi chiese spazientita. "Non ti ho mai visto così..." sospirò alzandosi e passandosi le mani nei suoi lunghi capelli scuri, era davvero frustrata dal giorno in cui se n'era andato Zayn, lei e Danielle ci avevano rimesso davvero molto.

"Mi dispiace" risposi sinceramente, ero andato nel suo ufficio nella speranza di aiutarla e di risollevarle il morale ma capii che non potevo riuscirci se ero così preso da altro- se io stesso non stavo davvero bene- avrei solo peggiorato le nostre situazioni.

"Zayn mi aveva lasciato queste indicazioni sul caso che stavamo seguendo, ma non riesco a capire se sia davvero opportuno applicare questa legge dato che è entrata in vigore l'anno scorso..." iniziò Lily convinta io annuivo di rimando ma la mia mente era ancora confusa e del tutto presa dall'immagine di Megan insieme ad Harry, probabilmente lui ci stava provando...eppure sapevo quanto ci tenesse a Lily.

Spostai lo sguardo, cercando di passare inosservato, sulla ragazza che mi aveva del tutto stregato. I suoi capelli color miele erano lunghi fino alle spalle e mentre parlava, si muovevano con movimenti fluidi quasi sincronizzati con le sue mani. Oltre al suo aspetto fisico, amavo anche il modo in cui si poneva con le altre persone; si vedeva che aveva un carattere forte, ma era sempre molto pacata quando si trovava a disagio o in un ambiente a lei sconosciuto, sembrava forte come il ghiaccio ma contemporaneamente vulnerabile come la neve.

La cosa che la rendeva ancora più incredibile, era il fatto che in lei riuscissi sempre a trovare un nuovo particolare di cui mi innamoravo sempre di più, una piccola cosa che ai miei occhi non passava semplicemente inosservata- e mai avrebbe potuto farlo.

"Lily" la richiamai alzandomi di scatto dalla sedia, la sua espressione continuava ad essere confusa. "Devo fare una cosa prima..." mi giustificai avanzando verso la porta di vetro.

"Vai da lei" sospirò frustrata voltandosi verso di me e seguendo i miei movimenti, probabilmente aveva capito pienamente le mie intenzioni. Attraversai frettolosamente il corto corridoio che intercorreva tra i due uffici e mi presentai davanti alla sua porta con uno sguardo incerto.

"Lasciaci soli Harry" sospirai non appena entrai nell'ufficio di Megan appoggiandomi contro una delle due pareti, lei mi guardò confusa mentre il riccio si alzò sorridente, comprendendo il motivo per cui mi trovavo lì.

"Dacci dentro Horan" mi sussurrò all'orecchio con tono idiota mentre si avvicinava, abbastanza da non permettere alla ragazza di sentire. Lo guardai con sguardo cupo alzando leggermente gli occhi al cielo- non volevo pensasse che mi trovassi lì per qualcosa a cui lui stava pensando maliziosamente.

"Posso aiutarti?" Chiese educatamente Megan alzandosi dalla sedia e raggiungendomi dall'altra parte della scrivania. Ero sicuro che tutta quella gentilezza fosse solo dettata dal fatto che io ero il suo superiore. Incrociò le braccia al petto come a proteggersi da un male immaginario, mentre io premetti le mie labbra in una linea facendo qualche passo verso di lei.

"Sai mi sembra che questa sia solo una perdita di tempo..." mi rabbuiai avvicinandomi ancora di più, notai che si irrigidì più di quanto non lo fosse già, rimanendo però in silenzio, quasi avesse paura di controbattere.

"...senti Meg, non voglio aspettare il terzo appuntamento, non voglio aspettare che tu sia la mia ragazza, non voglio più perdere tempo" abbassai lo sguardo non riuscendo a finire la frase che mi aveva tormentato tutto il giorno.

"Cosa significa?" Corrugò la fronte cercando il mio sguardo, probabilmente per scrutare nei miei occhi una qualche risposta.

"Baciami e basta" continuai con voce roca prendendole il viso tra le mani e avvicinando le sue labbra alle mie. Passai ripetutamente la lingua sul suo labbro inferiore senza riuscire ad entrare in contatto con la sua, Megan tremava e dopo pochi istanti mi allontanò con poca forza, ponendo fine a quel bacio che desideravo così tanto da qualche giorno.

Mi guardò per un attimo negli occhi, erano più scuri e sembravano cercare nei miei in cerca di una qualche emozione- esattamente come aveva già fatto pochi instanti prima. Ero sicuro che lei provasse rabbia e paura in quel momento, potevo leggerglielo chiaramente.

Senza accorgermene, dopo appena qualche istante passato perso nei suoi occhi, sentii la mia guancia bruciare, non passò molto prima che mi rendessi conto che era stata lei a provocarmi quel dolore, con uno schiaffo sul mio viso. Rimasi stupito dal suo gesto e la guardai leggermente offeso aspettando dei chiarimenti.

Ero stato sconfitto ancora una volta.

"Niall" mormorò guardandomi in cagnesco ponendo fino al contatto visivo che si era creato intensamente tra noi. "Non puoi cercare di baciarmi ogni volta che lo vuoi, non stiamo neanche insieme" alzò la voce arrabbiata corrugando la fronte con quello che sembrava un apparente disgusto.

Mi aveva rifiutato ancora. Sentii come una pugnalata al cuore, mi sentivo ferito anche se effettivamente ero stato io stesso a provocarmi quel dolore, avevo sbagliato tutto, ma nella vita non si poteva semplicemente premere il tasto "rewind" e tornare indietro, la vita è fatta di sconfitte e vittorie, e quella era un'apparente sconfitta.

"Perché continui a farlo?" Chiesi indispettito alzando una mano in alto mentre con l'altra mi massaggiavo esageratemente la guancia. Osservò i miei gesti con attenzione prima di rispondere.

"Perché non capisco più niente, quanto ci tieni a me?" Chiese con tono flebile e a voce incredibilmente bassa. Mi guardò con sguardo neutrale, impassibile, senza lasciar trapelare alcuna emozione, quasi ne avesse paura. Sorrisi davanti a tanta insicurezza.

"Ci tengo così tanto da provarci ogni volta nonostante tu stia continuando a rifiutarmi" riposi sincero accarezzandole una guancia prima di voltarmi soddisfatto ed uscire da quella stanza. Suppongo che quella fu la mia prima vittoria.

The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)Where stories live. Discover now