Capitolo 17- Regalo e gioielleria

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Niall's Pov

"Quale era l'emergenza Niall?" Sorrise Harry venendomi incontro, mi stavo pentendo amaramente di aver usato la parola emergenza, ora come minimo mi avrebbe rinfacciato questo aiuto che mi dava per almeno due anni.

Lo affiancai iniziando a camminare lungo il marciapiede di una strada che portava nel centro città. L'emergenza, come l'avevo troppo esageratamente chiamata, era più un problema che non sarei riuscito a risolvere tanto facilmente da solo. Dovevo assolutamente comprare qualcosa per la laurea di Megan, o meglio avrei voluto comprarle qualcosa- dovevo stare più attento con le parole.

"Dovrei regalare qualcosa a Megan per la sua festa di laurea, penso sarebbe un pensiero..." -Horan, stai attento all'aggettivo che usi- mi suggerì la mia coscienza. "...carino" finii per dire, maledicendomi mentalmente per la mia goffaggine. Alzò lo sguardo con sospetto riportandolo sui miei occhi in cerca di qualche ulteriore indizio.

"Carino..." ripeté perplesso, sbuffai rumorosamente, odiavo da sempre quando faceva così. Sembrava avere sempre un'aria superiore in materia femminile, solo perché aveva una sorella più grande che, fin dal liceo, gli presentava un sacco di belle ragazze. Ed io fin d'allora, avendo solo un fratello che aveva avuto una morosa durante tutta la scuola, mi trovavo a richiedere i consigli di Harry per rimorchiare le ragazze.

"Che c'è Harry?" Domandai facendogli affrettare il passo, ero agitato, volevo togliermi questo pensiero al più presto, mi tormentava dal giorno seguente alla nostra uscita, ed erano passati molti giorni nella quale non l'avevo più vista.

"Che l'aggettivo carino non concorda con quello che pensi di fare, voglio dire carino si usa per qualcosa che non ti interessa molto..." fece spallucce. Aveva ragione, ma allora che cosa avrei dovuto dirgli?

"È che..." mi fermai un attimo per riflettere portando il riccio ad osservarmi per un lungo lasso di tempo. "Pensi sia una buona idea?" Mi passai la lingua tra le labbra, era una cosa che facevo sempre quando ero sotto pressione, anche in tribunale.

Si mordicchiò il labbro inferiore con forza per alcuni istanti prima di rispondere. "È un pensierino, non capisco perché ti agiti così tanto..." Mi fece osservare tranquillamente.

"Mi infastidisce il fatto che mi abbia rifiutato..." ammisi parlando chiaramente, l'espressione di Harry tramutò radicalmente da seria a completamente divertita. Adesso si che ero morto, non mi avrebbe più lasciato andare finché non gli avrei riferito tutti i minimi particolari. A volte mi chiedevo se anche le ragazze fossero così pettegole...

"Rifiutato quanto? Ti ha dato buca ad un appuntamento?" Ridacchiò portando ad innervosirmi, sapeva essere davvero fastidioso quando ci si metteva. Se ora gli avessi detto la verità, cioè che non aveva accettato un paio di miei inviti, mi avrebbe continuato a sfottere superando addirittura i due anni, lui era così su queste cose.

"Non ha voluto baciarmi" dissi freddo e leggermente in imbarazzo, evitando il suo sguardo e portandolo per caso sulla vetrina di un negozio che vendeva costumi carnevaleschi.

Londra era una grande città, e come tutte le grandi città c'erano un sacco di persone diverse, per abitudini, cultura, lingua, modi di essere e di pensare, c'era gente onesta che si metteva dalla parte dei più deboli e gente che se ne fregava di chi stava intorno e, chi più chi meno, indossava tutto l'anno una maschera- e non pensavo solo ai ragazzi punk, ma anche a numerosi uomini d'affari o agli stessi avvocati- e, sebbene io dovevo essere dalla parte di ciò che era giusto, mi ritrovavo sempre a pensare a quanto sarebbe stato bello prendere una di quelle maschere, per un po', e fingere di essere qualcun altro. Scappare da tutto e da tutti.

"Niall, può capitare, non sempre le persone a cui siamo interessati ricambiano" rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo, rimase sorridente, probabilmente era un tentativo per cercare di farmi sentire meglio. Mi dava davvero fastidio pensare che io non potessi interessarle, insomma avevo sempre cercato di essere gentile nei suoi confronti.

"Se vuoi regalarle qualcosa nella speranza che cambi idea...non so come la potrebbe prendere" continuò sincero, riprendendomi dai miei pensieri.

"Harry" lo richiamai leggermente arrabbiato. "Questo regalo è per complimentarmi con lei per la laurea alla quale non sono stato invitato" dichiarai sottolineando la negazione, il ragazzo al mio fianco mi guardò quasi deluso.

"Non c'è niente di male ad ammettere di aver perso una causa, ma se davvero ci tieni, riapri il caso, cosa ti costa provarci Niall? Se Megan ti interessa falle cambiare idea" mi incoraggiò sicuro. Non poteva usare delle parole più azzeccate, il lessico era perfetto e mi fece capire cosa dovevo fare. Non era solo per Megan, chiaro, la conoscevo appena, era per me stesso, era da un po' di tempo che la mia vita stava prendendo una brutta direzione, e quel breve discorso fu illuminante, fu come vedere una piccolo puntino luminoso alla fine di un tunnel oscuro.

"Cosa le prendiamo?" Chiesi preso da una maggiore sicurezza, Harry era davvero il migliore. Mi guardò soddisfatto prima di fare spazio alle sue famigerate fossette ai lati della bocca. "Ho un'idea perfetta"

Camminammo per un po' prima di fermarci davanti ad una gioielleria, data l'ora non c'erano ancora molte persone. Entrammo dentro e subito una ragazza mora ci venne incontro con uno splendido sorriso che mi trasmise subito una sensazione di tranquillità.

"Ragazzi come posso esservi utile?" Domandò con voce seducente, guardando soprattutto Harry. Il riccio si guardò un po' intorno prima di incrociare il mio sguardo come per chiedermi il consenso per parlare.

"Stiamo cercando un gioiello per una ragazza che si sta laureando in giurisprudenza, pensavo ad una collana con un ciondolo o un braccialetto..." disse vago, cercando di spiegare alla commessa di cosa avevamo bisogno.

"Una collana" intervenni all'improvviso, avrei voluto vederla con qualcosa di mio indosso. "...una collana" ripetei più piano, la ragazza annuì facendosi seguire lungo un tavolo di vetro sotto il quale c'erano numerose catenine con diversi ciondoli.

"Abbiamo queste di varie forme" disse riferendosi a della collane con pendoli a forma di cuore, fiori, animali...le guardai a lungo senza trovarne una che catturasse particolarmente il mio interesse. Erano così banali, e io odiavo ciò che era banale.

"È possibile farne fare una diversa?" Domandò Harry decifrando il mio sguardo, a volte pensavo a quanto in sincronia fossimo. La ragazza fece una smorfia allontanandosi per andare a parlare con quello che probabilmente era il suo superiore.

"Penso le dovresti regalare un simbolo che rappresenti entrambi voi due, come..." Mi disse il mio migliore amico. Pensai per un attimo a quello che ci accomunava: il nostro lavoro, prima di tutto, il rispetto per la legge, l'amore per la giustizia, e cosa rappresenta la giustizia?

"Una bilancia" sorrisi poi, fiero di ciò che avevo appena detto. Il riccio al mio fianco annuì deciso.

The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)Where stories live. Discover now