Capitolo 14- Libri e occhiali

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Entrai nella piccola libreria accanto al nostro appartamento dove lavoravo fino a qualche settimana prima. Allontanarmi da quel posto mi aveva fatto capire quanto amavo i libri, quanto mi piaceva stare immersa in pagine stampate e rilegate. Ma forse era stato meglio così, dopotutto non potevo lavorare là dentro per sempre.

Ho sempre amato leggere, quindi non mi sarei mai separata da questa passione. Ho sempre pensato che ogni libro sia come un piccolo mondo, un mondo dove possiamo rifugiarci quando vogliamo scappare dalla realtà. Un giorno possiamo essere un marinaio naufrago nell'oceano, il giorno dopo una dama ottocentesca o un anziano tirchio e avaro. E, se lo scrittore o la scrittrice sono davvero bravi, possiamo immedesimarci fino al punto in cui ci sentiamo davvero i protagonisti della storia.

"Ehi Meg" Mi salutò Cara riportandomi alla realtà, abbandonò un cliente con cui stava parlando e mi venne incontro.

"Com'è andata?" Chiese sorridente, quello che mi piaceva di lei è che se anche stava passando un brutto periodo sorrideva e rideva di continuo.

"Domani ci sarà la sentenza ma penso di averlo convinto" feci spallucce mantenendomi indifferente, sapevo che, se mi fossi fatta vedere troppo entusiasta, avremmo iniziato a saltare dalla gioia come due stupide.

"Davvero? Megan è fantastico" mi abbracciò con tutto l'affetto che può avere la tua migliore amica.

"Grazie ma questo posto infondo mi manca..." le ricordai, lei alzò gli occhi al cielo.

"Il tuo vero sogno si sta avverando, perché ti preoccupi di quello che avevi? È passato, ora diventerai una delle avvocatesse più brave della città...oh Meg sono così fiera di te" mi accarezzò il viso con una mano per poi tornare dietro al bancone dove alcuni clienti aspettavano per pagare dei libri.

Mi allontanai dall'ingresso, avvicinandomi all'area della libreria che preferivo, quella dei classici. Uno dei vantaggi di lavorare in una libreria è che puoi leggere quanti libri vuoi, tra un cliente e l'altro, ne prendevo uno e mi immergevo nella trama in pochi secondi. Così era andata a finire che ormai avevo letto quasi tutti i romanzi di quella sezione.

Scorsi l'indice su alcuni romanzi, dagli scrittori e dalle scrittrici anglo-irlandesi, come Charles Dickens, Oscar Wilde o James Joyce, a Jane Austen, le sorelle Brontë o Agatha Christie, a quelli francesi, tedeschi e russi come Victor Hugo, Thomas Mann o Lev Toltoj.

Mi allontanai da quei libri, che per me rappresentavano una droga ormai, poiché mi dovevo concentrare solo sullo studio. Mancava così poco all'esame finale e, nonostante il continuo impegno di ogni giorno, mi sentivo sempre più impreparata.

Mi diressi nell'area studio, che in realtà consisteva in una stanza con un grande tavolo di mogano rovinato, dove molti studenti del college venivano a studiare. Erano le due del pomeriggio perciò ero l'unica lì.

Tirai fuori i pesanti libri dalla mia borsa scura immergendomi senza esitazione nello studio. Passarono alcune ore, non so precisamente quante, ma il sole stava tramontando e il mio stomaco iniziava a brontolare. Ma una vocina dentro di me mi ripeteva di resistere ancora per un po'.

"Quindi non è una scusa..." ridacchiò un ragazzo prendendo posto di fronte a me. Alzai lo sguardo svogliatamente, sobbalzando leggermente nel vedere Niall Horan seduto davanti a me.

Indossava una maglietta chiara e una giacca di pelle nera, un look sicuramente con il quale non mi sarei mai aspettato di vederlo. Appoggiò gli occhiali da sole sul tavolo rivolgendomi un sorriso sghembo.

"Cosa ci fai qui?" Chiesi confusa, posando il mio evidenziatore giallo sopra il libro di diritto. Mi guardò per alcuni istanti, come se fosse stranamente incerto su cosa dire.

"Sapevo dove trovarti e così sono venuto qui..." mi informò quasi divertito, sistemandosi più comodamente sella sedia di plastica colorata. La sua affermazione mi faceva rabbrividire, come sapeva dove trovarmi?

"A che ora pensi di finire?" Domandò calmo subito dopo. "Volevo mangiare qualcosa con te verso le otto" continuò dando un'occhiata al suo orologio da polso argentato.

Spalancai leggermente la bocca, la sua insistenza mi lusingava ma la trovavo allo stesso tempo quasi esagerata. Lo avevo già rifiutato un paio di volte, perché era così deciso ad uscire con me?

"Megan sto aspettando..." Sbuffò spazientito passandosi una mano tra i capelli dorati. La calma di cinque istanti prima era sparita, lasciando spazio ad una strana inquietudine.

Deglutii lentamente, una parte di me sarebbe uscita volentieri con lui, non lo conoscevo abbastanza, ma potevo sicuramente ammettere che non era un brutto ragazzo. D'altro canto però, il mio istinto mi diceva di non accettare, forse perché all'apparenza sembrava un ragazzo troppo arrogante, e non avevo dimenticato che avesse già una ragazza.

"Perché insisti così tanto?" Sospirai, sistemandomi un ciuffo di capelli che mi era uscita dalla coda che avevo fatto qualche minuto prima.

"E tu perché sei così decisa nel rifiutarmi?" Ribatté senza esitare un attimo, quasi avesse un copione già pronto e si limitasse solamente a leggere le parole.

"Rispondimi prima tu Horan" dissi indignata appoggiando gli occhiali da vista sopra un libro, osservò il mio movimento con attenzione rivolgendomi uno sguardo insicuro.

"Stavi bene con quegli occhiali, in ufficio non te li avevo mai visto addosso" sorrise sincero. Continuava ad evitare le mie domande in modo così disinvolto che sempre più spesso dimenticavo di aspettare delle risposte.

"Preferisco indossare le lenti, sono più comode" ammisi facendo spallucce. Ero sorpresa che si ricontasse questi dettagli.

"C'è un auto qui fuori che ci aspetta, vuoi venire allora?" I suoi occhi studiarono il mio volto, in cerca della mia reazione.

Mi alzai dalla sedia e mi avviai di qualche passo verso l'appendiabiti, dove avevo lasciato la mia giacca.

"Dove stai andando?" Domandò alzandosi a sua volta velocemente, ritornai al tavolo riponendo i libri e i miei appunti nella mia borsa.

"Non mi devi offrire una cena?" Chiesi cercando di provocarlo, in risposta Niall ridacchiò per un istante abbassando lo sguardo.

The lawyer [n.h.] (#Wattys2015)Where stories live. Discover now