CAPITOLO 30: CANTI DI GUERRA

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Erano di nuovo lì, nello stesso accampamento dove quasi diciannove anni prima il re e la regina di Néimey erano morti. Questa volta Aishling non era una neonata in fasce, ma una donna adulta, una regina dalla quale dipendeva la vita dei suoi soldati e dei suoi sudditi. 

Erano riuniti nella sua tenda, il braciere acceso per smorzare il freddo pungente che penetrava fin dentro le ossa. Guardava le carte sul suo tavolo, una serie di carte geografiche e topografiche della zona. Leggeva i numeri di arcieri, cavalieri e soldati semplici sui quali potevano contare... insieme a lei c'erano gli strateghi, ma le loro voci erano un brusio lontano.

Prese la parola: «Voglio che sia il più breve possibile, non voglio una guerra che duri anni. Il nostro obiettivo è conquistare lo spazio del nemico e riportare la vita laddove non c'è più. Non voglio prigionieri. Voglio vederli penzolare tutti» disse Aishling diretta.

«Ma, vostra Maestà, non possediamo abbastanza uomini per compiere questo tipo di operazione...» disse preoccupato Lux.

«A me risulta il contrario» disse lei indicando le carte sul suo tavolo, «basta solo sfondare le loro linee. Corriamo un grosso rischio, ma non possiamo rischiare di perdere. C'è la vita stessa in gioco» rispose la regina.

«Vi avevo avvertito di non lasc...» cominciò il mago.

Ma Aishling lo fermò spazientita. «Lux, tacete ho detto.»

«Trovo un po' ipocrita da parte vostra, voi che non volete far scende...»

Fu interrotto di nuovo e questa volta non era stata la regina, bensì una voce femminile, dolce e decisa che proveniva dall'esterno della tenda. «Se il problema è solo il numero di soldati sui quali contare, ora puoi stare tranquilla.»

Aishling si voltò di scatto guardando incredula la persona che era appena entrata nella sua tenda. «Ainèe!» urlò di gioia, «Hai deciso di combattere con noi?» si abbracciarono.

«Sì, il mio popolo ha evitato questo conflitto da troppo tempo. Questo mondo è nostro quanto vostro, io e te siamo custodi dello stesso sacro dovere, perciò combattiamo per lo stesso motivo» disse.

«Oh! Sono così felice. Adesso vi devo due favori invece che uno. Quando tutto questo sarà finito, indirò un banchetto in vostro onore» esclamò contenta Aishling.

«Vedete Lux, non tutto è perduto, c'è sempre speranza» disse la regina. Il mago non sembrava felice della presenza di Ainée, ma nel suo sguardo c'era più che semplice disapprovazione e furia per quell'ennesimo imprevisto che avrebbe rallentato i suoi scopi.

A quanto pare il suo piano avrebbe dovuto subire una nuova variazione.

*

In quel momento, Alastar irruppe nella tenda furente, stringeva in mano un pezzo di carta. «Che significa?» disse agitandolo in alto davanti alla faccia di Aishling la quale finse inizialmente di non capire. «Questo cosa?» disse.

«Non far finta di non saperne niente, in calce c'è la tua firma! Allora mi vuoi spiegare sì o no?» urlò lui, «Mi obblighi a non combattere? Perché? Dimmelo, voglio saperlo!»

Aishling abbassò lo sguardo, gli occhi velati dalle lacrime. «Alastar, ti prego, non è il momento, perciò...»

«Non è il momento? C'è scritto che non posso scendere in battaglia e io sono il capo del tuo esercito, aspettano miei ordini! Lo capisci? Hai per caso perso il senno?»

Aishling non riusciva neanche a guardarlo negli occhi, lui invece la fissava pieno di rabbia e rancore. Non disse nulla, non serviva, il gelo era calato nella stanza, poi qualcosa attirò la loro attenzione. Una cantilena. Inizialmente era un mero bisbiglio, ma via via si fece più forte.

Giungon da lontano grida di battaglia

La guerra è cominciata ormai..."

Anche Alastar iniziò a cantare. Aishling lo guardò disperata. «Basta, smettila! È un ordine!»

"...Bel banchetto per i corvi è da tanto che non hanno di che mangiare...

«Ti ho detto di smetterla!» urlò di nuovo lei.

"...l'addestramento è finito e io come arciere, son pronto a combattere per donare a coloro che verranno il diritto di amare"

Pronunciò queste ultime parole uscendo dalla tenda reale, gli occhi fissi sulla regina.

Aishling era sconvolta, per la prima volta in due anni si sentì mancare la terra sotto i piedi.

*

«Mia Signora» disse uno dei soldati di Lèan, «abbiamo avvistato vostra sorella... c'è vostra sorella là fuori che combatte contro di noi!» Léan lo guardò con ira. «Cosa? Mia sorella una traditrice? È morta prematuramente per mano dei nostri nemici! Non può essere lei!» disse additando il soldato. Quest'ultimo iniziò a soffocare, lei gli stava bloccando il respiro.

Con il poco fiato che gli rimaneva in corpo, il soldato disse: «Se non credete a me, allora credete ai vostri occhi!»

Lèan si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Il soldato aveva ragione, sua sorella, il sangue del suo sangue era una traditrice.

«Dunque, è vero. Nessuna pietà» disse. «E ora, andatevene.»

*

La spia inviata da Léan confermò quanto il soldato le aveva riferito, Ive viva e vegeta nell'accampamento nemico, arrivata a cavallo insieme alla Custode.

«Vostre Maestà e sire Lux...» esordì Evy inchinandosi in segno di rispetto, «porto con me qualcosa che potrebbe rivelarsi utile, un regalo molto prezioso raccolto durante il viaggio.»

Così dicendo scostò la tenda e lasciò entrare Ive. «Che cosa vedono i miei occhi? Evy avete imprigionato una delle figlie di Emon? Notevole non c'è che dire» disse Lux compiaciuto, «Faccio chiamare le guardie e...»

«Assolutamente no!» disse Aishling. «Che modi brutali e inospitali avete Lux. Non credo che Evy abbia preso questa giovane come prigioniera, non è così?» disse rivolta a entrambe sorridendo.

«Venite mia cara Ive, io ho un debito nei vostri confronti. Il conforto che mi avete dato in quei giorni così terribili...» Ive scoppiò a piangere, «oh, non siate triste. Da questo momento potete contare su una vera casa e nessuno, ripeto, nessuno oserà mai più farvi del male.»

Ive si gettò ai piedi della giovane con gli occhi pieni di lacrime. «Oh Maestà, vi chiedo perdono per ciò che abbiamo tentato di farvi, vi prego accoglietemi nel vostro regno e sarò la più umile tra le vostre serve.»

Aishling la prese per mano e la aiutò a tirarsi su. «Alzatevi ora, io ricordo la vostra umanità, come avete cercato di proteggermi, siete la benvenuta.»

«Maestà» un soldato aveva fatto il suo ingresso nella tenda reale, «Il nostro nemico è pronto, è giunto il momento.»

Aishling sospirò, "La prima battaglia" disse fra sé e sé. «Molto bene, date ordine a ciascuno di prendere il proprio posto.»

La regina e la Custode si scambiarono un'occhiata di sostegno, una sorta di saluto, quello sarebbe stato il loro ultimo incontro. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 08, 2023 ⏰

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