CAPITOLO 23: UNA POZIONE

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Sharx era nei sotterranei, davanti a lui un tavolo disordinato con mille carte sparpagliate tra boccette mezze piene, altre vuote, altre con le etichette sbiadite. Non solo il tavolo, ma anche l'intera stanza era nel caos: il pavimento era coperto da almeno un dito di polvere, agli angoli delle pareti c'erano ragnatele e davanti al camino macchie di liquido incrostato di vecchie pozioni. Al momento a bollire ce n'era una, quella per sire Emon, ma questa volta era diverso.

«Si, questa è la notte. Questa è proprio l'ultima, domani potrò scambiare le pozioni e avrò finalmente ciò che voglio: peccato che lui non potrà assistere. Il vostro tempo è giunto, caro Emon. Siete stato un buon servitore ma ora è giunto il mio momento.»

Bofonchiava tra sé e sé, compiacendosi da solo, tra un momento di confusione e l'altro. «Non posso fallire, ma il rischio c'è... sarebbe da provare, ma su chi?» Pochi istanti dopo gridò: «SERVO!»

Pochi istanti dopo entrò Jona. Il suo aspetto si stava facendo sempre più emaciato e malato. Con voce tremante disse: «Avete chiamato padrone Sharx?»

«Certo che ti ho chiamato idiota, non saresti qui altrimenti! Prendi il calice sopra quello scaffale e portalo qui!» Il servo ubbidì e passò la coppa a Sharx, il quale con un mestolo vi versò dentro una sostanza blu e fumante. «Ecco» disse porgendogliela, «Bevetela ora...»

«Ma padrone...?»

«Non dire una parola, bevi e basta chiaro? È una medicina preparata per Sire Emon, non c'è nulla di cui preoccuparsi.»

Il servo, riluttante, portò il calice alla bocca, bastò solo un sorso e non appena lo mandò giù cadde a terra morto.

«Bene, molto bene! Lavoro eccellente Sharx, modestia a parte, non sembra neanche essere stato avvelenato, passerà per un colpo apoplettico e nessuno scoprirà che sono stato io, sta andando tutto secondo i piani.»

«Perfetto! Adesso tocca a Emon. La morte non può, anzi, non sa attendere.» Come spesso gli accadeva a causa della sua debolezza psichica, arrivò un'altra delle sue crisi. Cominciò a parlare tra sé e sé mentre il suo corpo cominciava a muoversi a scatti. Gli succedeva sempre più spesso, era stata colpa di quella strega che aveva cercato di dominare. L'aveva uccisa alla fine ma lei era riuscita a trascinare parte di lui con sé nella tomba. Nel corso degli anni la sua magia aveva cominciato a indebolirsi, non riusciva ancora a spiegarsi come fosse successo ma non gli interessava una spiegazione, doveva trovare una soluzione.

«Ma non credi che sia morto troppo in fretta?»

«No, non succederà, il servo era debole e malaticcio, consumato dalla regina Zenaide, Emon è forte e sano e la morte lo colpirà nel sonno. A tutti sembrerà un malore dovuto all'età.»

«Hai già previsto tutto eh Sharx?»

«Certo che sì... non si poteva fare meglio!» Sharx prese il calice personale di Emon che usava per passargli le medicine, dopodiché uscì dai sotterranei.

Si diresse nello studio di Emon. Il re era seduto dietro la scrivania intento a studiare dei documenti, su un divanetto accanto al camino c'era Zenaide.

«Il castello e tutto il regno si trovano sul centro esatto di Arriét, tutt'intorno si trovano gli altri regni, come se formassero una barriera. I tuoi soldati, Zenaide, dovranno indebolire questa barriera colpendo villaggi e città e creando più ombre che riuscite. Non solo saranno deboli ma non avranno forze a sufficienza per contrastare le nostre. Espugneremo le difese e prenderemo ciò che vogliamo.»

«Sire non siete un po' troppo sicuro? Sapendo della nostra alleanza con Zenaide avranno preso delle precauzioni, non credete?» disse Sharx, entrando e fingendo di comportarsi come sempre.

«Non saranno comunque in grado di fronteggiare il nostro esercito, ci sarà un solo scontro, un'unica e definitiva battaglia, Zenaide date disposizione ai vostri uomini, inizierete questa notte.»

Sharx era rimasto sull'uscio della porta con in mano il calice, fece per posarlo sul tavolo accanto a Emon.

A quel punto alle sue spalle una voce tanò: «MAGO!» Sharx trasalì, «Devi fare una cosa per me».

«Sire» disse Sharx inchinandosi di fronte ad Exitium apparso sulla porta, «qualunque cosa desiderate.»

«Devi rendere i miei soldati più forti. Voglio che siano immuni alla stanchezza, che la loro pelle diventi dura come la pietra in modo da non essere scalfiti dai colpi di lama e dalle Custodi.»

«Farò il possibile Sire» rispose Sharx.

«Che cos'avete lì?»

«Oh, questa è per Emon, Sire»

Emon alzò lo sguardo dalle carte e disse: «Ma non è un po' presto?»

«No sire ve ne ho preparato una in più, in questi giorni vi state affaticando troppo.»

Emon fece un cenno di approvazione col capo. «Va bene lasciala lì, la berrò più tardi ora va.»

Sharx lasciò la stanza nascondendo a stento il suo ghigno soddisfatto, ormai il suo piano era ufficialmente in atto.

LA NOTTE CHE AVVOLSE IL MONDOWhere stories live. Discover now