- Bene - dice il poliziotto - diteci esattamente cosa è successo. - Elijah non dice nulla, non guarda nemmeno il poliziotto e tocca a me provare a mettere insieme i pezzi. Abbiamo trovato Charlie in quello stato, ci ha chiamato una signora che aveva sentito dei rumori, la vicina probabilmente. No, non abitiamo con lui, i nostri genitori sono separati e noi viviamo con nostro padre. Sì, è stato avvisato e sta venendo. - Avete idea di chi potrebbe essere stato? - mi chiede alla fine.

Ingoio il groppo che ho in gola, un'idea che è rimasta accantonata in un angolo del mio cervello finalmente inizia a rivelarsi, ma è Elijah che parla. - Nostra madre... - alza lo sguardo su di me, poi su di lui - è stata lei.

Annuisco e lui ci chiede perché pensiamo questo. La vicina ce lo ha detto, ha aggiunto che picchia Charlie di frequente. E gli diciamo dei lividi con cui si era mostrato delle volte, di come la mamma era diventata strana, di come si rifiutasse di dirci dove abitavano dopo essere scomparsi per quattro anni. - E non avete mai provato ad approfondire la questione personalmente?

Mi sento sprofondare di vergogna, non ho insistito con Charlie. Anche se qualche frase di mamma sembrava strana quando parlava di lui, ho dato per buona la sua versione del bullo. - Le abbiamo chiesto cosa fosse successo e lei ci ha detto che Charlie era stato preso di mira da qualche bullo a scuola.

Lo sguardo del poliziotto sembra giudicarmi, e ha ragione. Mi sento uno schifo, sta iniziando tutto a incastrarsi. Charlie che aveva paura di fare tardi nel rientrare, lui che non nominava mai la mamma o ci diceva come si fosse ferito. Lui che non parlava proprio e la mamma che gli diceva di non balbettare. Era impazzita e non ce ne eravamo accorti?

- Sapete dove sia ora vostra madre? - chiede il poliziotto e la nausea risale. Non ne abbiamo idea, diciamo, forse al lavoro, ma non sappiamo dove lavori.

Il poliziotto sospira frustrato e si sposta per dare spazio all'altro più mingherlino e dallo sguardo meno severo. Ci chiede informazioni su dove abbiamo trovato Charlie, dove abitiamo noi, com'era la signora che ci aveva avvisato, dove Charlie va a scuola, la nostra scuola e il nostro numero per poterci contattare di nuovo. Rispondo meccanico alle sue domande. Sta di nuovo diventando insopportabile. Mi sto di nuovo agitando, la rabbia e l'ansia che continuano a voler uscire a ogni sua stupida domanda. Non è il momento di sapere queste cose. Bisogna trovare mamma, accertarsi che sia stata lei, capire cosa sia successo esattamente. Cosa se viene qua e pretende di vedere Charlie dicendo che è suo figlio come l'ultima volta? Panico. Guardo i poliziotti, loro mi dicono che indagheranno sulla questione e la troveranno. Vanno via e io ed Elijah rimaniamo soli, senza nessuna nuova informazione, di nuovo al punto di partenza.

Elijah si risiede tossendo e tirandosi il colletto. - Papà sta davvero venendo?

- Sì - gli rispondo cacciando l'inalatore dalla tasca e mettendoglielo in mano.

Lui lo guarda, lo stringe e se lo porta in faccia. - James - la voce incrinata e lo vedo piangere - Charlie...

- Aspettiamo che ci diano notizie - mi stringo il pugno che mi pulsa e mi siedo anche io. L'attesa che mi uccide.

—-

Mi alzo quando vedo papà entrare di corsa e venirci incontro. Si blocca per un istante guardandoci e il secondo successivo mi mette una mano sulla spalla, mi squadra e poi si accovaccia di fronte Elijah. - È di Charlie - dice Elijah in appena un sussurro.

Papà è impallidito vedendo tutto quel sangue su di noi. Accarezza il viso tremante di Elijah e si volta verso di me. - Che è successo? - Il mio discorso non ha ancora senso perfino per me, ma tento di spiegare anche a lui l'intera mattinata. - Yvonne - dice alla fine, da un sacco non nominava il nome della mamma - è stata lei? - Sappiamo che non ci crede, neanche noi ne siamo ancora sicuri al cento per cento, ma Charlie era in casa, abita solo con lei. La mamma se ne è andata lasciandolo in quello stato. No, facendogli quello. Papà si alza e mi mette le mani sulle spalle. - Siedi, James, siete ancora troppo scossi - non capisco come faccia lui a non esserlo. Poi alzo lo sguardo su mio padre, ha gli occhi umidi e un solco terribile tra le sopracciglia. Faccio come dice e lui mi guarda la mano che tengo stretto. - Che hai fatto? Sei ferito?

Missing Brother [Completa]Where stories live. Discover now