Capitolo Cinquantatre

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Apro la porta di casa provando a non fare rumore, e quando la chiudo dietro le mie spalle sento qualcuno schiarirsi la voce :

<<Sai che non riuscirai ad evitarmi per sempre?>> Domanda Kayden.

Mi giro verso il divano su cui è seduto. Indossa solo dei pantaloncini come al solito. I suoi capelli sono rigorosamente pettinati e tirati indietro col gel.

Sospiro. <<Lo so.>>

Kayden si alza e si avvicina a me.

<<Cosa?>>

Non ho tempo di finire la domanda che il ragazzo tatuato apre le braccia e mi circonda in un abbraccio.

<<Non sai quanto fossi preoccupato.>> Mormora lui appoggiando il suo mento sulla mia testa.

Mi lascio andare ricambiando l'abbraccio.

Dopo qualche secondo il modo mi lascia andare e mi guarda da capo a piedi. <<Non ti ha fatto niente vero? Harvey.>> Chiede con la voce quasi rotta.

Scuoto la testa.

Per quanto sia un coglione, continuo a volere un bene dell'anima a Kayden. È mio fratello e c'è sempre stato per me. Forse è giunto il momento di parlargli. Di chiarire ogni mio dubbio.

Lo prendo per mano conducendolo al divano, mi siedo invitandolo a fare lo stesso. <<Abbiamo bisogno di parlare.>> Mormoro tirando su col naso. Non abbiamo nemmeno iniziato e già sto piangendo. Mi asciugo velocemente le lacrime e mi schiarisco la voce. <<Risponderai alle mie domande?>>

Kayden annuisce appoggiando la sua mano sulla mia.

<<Come...com'è iniziato tutto?>>

Mio fratello si morde il labbro. <<Ti ricordi quando studiavamo a Londra da piccoli?>>

<<Avevamo 10 e 15 anni, non eravamo tanto piccoli...>>

Kayden mi zittisce. <<A quell'epoca avevo un migliore amico : Harvey. Aveva un anno meno di me ma era sveglio, siamo andati  subito d'accordo. Tu andavi alle elementari quasi medie, io alle superiori. In quella scuola ci conoscevamo tutti, io e Harvey eravamo popolari. E come tutti i ragazzini ci siamo montati un po' la testa diciamo.>> Sorride malinconicamente iniziando a giocare con la mia mano. <<Abbiamo iniziato ad uscire con i ragazzi più grandi, abbiamo iniziato a fumare e spacciare... Eravamo finiti in un brutto giro. E fidati, se entri in un giro è difficile uscirne. Harvey aveva un fratello, della mia stessa età. Una sera ci siamo messi a litigare... lui voleva entrare nel giro e io non volevo. Non volevo che ci finisse dentro anche lui. Se potessi tornare indietro nel tempo non ripeterei mai gli errori che ho fatto.>> Si inumidisce le labbra abbassando lo sguardo sulla mia mano con cui sta giocando. <<Comunque, quella sera Harvey aveva portato suo fratello Viktor da me, eravamo sul terrazzo della scuola, ci eravamo fermati lì dopo il suono della campanella, quindi non c'era nessuno. Io e Vik ci siamo messi a discutere, e dopo poco ci stavamo alzando le mani a vicenda. A quel tempo avevo tanti problemi a gestire la rabbia, non che ora non abbia questi problemi, ma sono migliorato.>>

<<Lo so.>> Alzo leggermente gli angoli della bocca in un piccolo sorriso, incitandolo a continuare.

Kayden si sistema meglio sul divano. <<Ad un certo punto io...>> Mio fratello si blocca un'attimo, e noto i suoi occhi diventare lucidi.

Gli afferro la mano stringendola.

<<Io... Kim io l'ho spinto giù dalla terrazza.>> Dice con voce rotta mentre le lacrime iniziano a scendere sul suo viso. Non lo avevo mai visto piangere.

Senza pensarci due volte mi butto in avanti abbracciandolo.

<<Non l'ho fatto apposta. E-eravamo vicini alla ringhiera, ci-ci stavamo spintonando e-e io l'ho spinto troppo forte.>> Singhiozza.

Dopo qualche minuto Kayden si calma e dopo essersi asciugato le lacrime, prosegue col suo racconto.

<<In pratica ho ucciso Vik proprio davanti a Harvey. Mamma e papà fecero insabbiare tutto, facendolo passare per uno sfortunato incidente. E Kim, so a cosa stai pensando, e no, mamma e papà non sapevano di nulla. Gli avevo detto solo che stavamo litigando e che era caduto. Per quanto riguarda Harvey, lui provò ad accoltellarmi proprio davanti alla polizia quindi lo portarono via e non credettero molto a quello che aveva da dire.>>

Annuisco. Non so cosa pensare. Papà ha aiutato Kayden ad insabbiare tutto... Va bene che non sapevano che Vik fosse stato spinto giù, ma ogni incidente viene indagato.

Quindi Harvey non è il cattivo della storia.

<<É per questo che ci siamo di nuovo trasferiti qui. Da quel giorno ho iniziato a ricevere lettere e messaggi da Harvey. Mi giurava vendetta per quello che avevo fatto a suo fratello. Quindi ho continuato a fare qui quello che avevo iniziato a Londra. Mi sono creato il mio giro, avevo un bel gruppo di ragazzi pronti a fare qualsiasi cosa per guadagnare. Eravamo diventati una grande famiglia. Ed eravamo pronti a difenderci a vicenda. Un giorno Harvey si è presentato davanti a me, non me l'aspettavo, e non mi aspettavo nemmeno che avesse delle armi. Non le ha usate, non poteva, però quel giorno ho pensato che dovevo far crescere il mio gruppo, così da potermi difendere e soprattutto difendere te. Non ero uno di quelli che non ti fanno più uscire dal giro, anzi, appena qualcuno voleva uscirne poteva farlo tranquillamente, durante gli anni però la maggior parte dei miei amici sono rimasti. Tra cui, Lucas, Asher, Brian, Jace ed infine Erick.>>

Rimango scossa dalle sue parole. Incredibile come quel giorno abbia cambiato completamente la vita di Kayden.

<<Perché non l'hai detto a mamma e papà? Potevano aiutarti...>>

Kayden si alza dal divano e va a prendere una birra. <<Sono già una delusione per loro dopo quello che è successo a Londra, non voglio fargli sapere tutto questo.>>

<<Non sei una delusione Kay...>> Dico alzandomi a mia volta raggiungendolo. <<Saranno stati solo preoccupati.>>

Kayden fa spallucce. <<Quel che è fatto è fatto ormai. Devo continuare per la mia strada, ti ho raccontato quello che volevi sapere, sta a te decidere se...>> Sbuffa una risata. <<...boh... Farmi arrestare o cosa.>>

Scuoto la testa lentamente. <<Non fare lo stronzo.>> Borbotto con gli occhi lucidi.

Kayden mi afferra il viso con le sue mani, sono grandi e calde. Chiudo gli occhi mentre lui mi da un bacio sulla fronte. <<Hai ragione scricciolo, scusami. Sono solo nervoso. Sei l'ultima persona che avrei voluto sapesse di tutto questo casino.>>

<<Ti voglio bene.>>

My brothers bestfriendWhere stories live. Discover now