12. Ho bisogno di andare via

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I minuti si susseguono, interminabili, e ormai inizio a chiedermi dove si sono cacciati Jimin e Jungkook.

Dato che mi annoio, decido di tuffarmi nella mia immaginazione per passare il tempo in modo più piacevole. Mi metto in disparte, vicino a una siepe, e guardo le persone che ballano e si stagliano contro il verde del giardino e il blu del cielo notturno. Le luci variopinte provenienti da dentro casa colpiscono i loro corpi e li colorano di fascino.

È in questo momento che penso a Taehyung. Lo vedo tra la gente, intento a ballare come se non ci fosse un domani. Si muove a ritmo, con grazia ed eleganza, e tiene gli occhi chiusi per godersi appieno il momento di libertà.

Lui non si vergogna di ballare. È felice e il suo unico desiderio è staccarsi dalla propria vita per assaporare una notte di puro divertimento.

Lo vedo, mi sembra di vederlo. Osservo i ragazzi che sono di spalle e mi immagino che essi siano Taehyung. In ognuno di loro io vedo Taehyung.

Probabilmente sto impazzendo, ma il pensiero del ragazzo frutto della mia fantasia è ormai quasi tangibile, per me, così tanto che fa male.

A un certo punto Taehyung si volta verso di me e sorride, leggermente sorpreso di trovarmi in un posto del genere. Io sorrido di rimando.
Mi invita a ballare e io accetto, perché di solito non ballo, ma per Taehyung non ci penso due volte ad affrontare l'imbarazzo.

Con un sospiro riemergo dalle mie fantasie ed entro in casa, per cercare il mio migliore amico.

**************

Non riesco a trovare né Jimin né Jungkook, cosa alquanto strana.

Mi domando di cosa stiano parlando e mi domando se stiano davvero solo parlando. Non sono sicuro di volerlo sapere.

Per un po' vago tra i capannelli di giovani adolescenti ubriachi e intenti a strusciarsi gli uni sugli altri. Ogni dettaglio che noto mi ricorda che questo posto non fa per me. Una volta trovato Jimin, lo supplicherò di venire via con me.

Una mano mi artiglia un polso e prima che me ne possa rendere conto mi ritrovo in un corridoio buio.

Due occhi che sprigionano scintille si posano sui miei.

“C-che vuoi?” balbetto, mio malgrado.

Seokjin mi sta stringendo il polso così forte da farmi male, per cui provo a divincolarmi, ma invano.

“Ti avrei dovuto spaccare quella brutta faccia che ti ritrovi già anni fa” sibila il mio peggiore nemico.

Il suo alito sa di alcol e mi fa venire la nausea. Non so dove posare lo sguardo, perché il volto di Seokjin è troppo vicino al mio, come se stesse studiando i pori della mia pelle.

“Lasciami andare”.

Vorrei che la mia voce non fosse così flebile e il mio tono così supplichevole. Vorrei non essere così dannatamente debole.

“Sei soltanto un lurido mostriciattolo, Min Yoongi. Mi fai schifo!”.

Provo a liberarmi dalla presa di Seokjin e a tornare nelle stanze dove c'è la festa, ma lui mi tiene strettissimo. Il buio in cui siamo avvolti mi fa girare la testa, o forse è la paura a farmi questo effetto?

“Ti prego, lasciami andare!” lo prego, ormai con le lacrime agli occhi. “Mi stai facendo male”.

“Ma non hai capito che è proprio questo il mio intento?” ride Seokjin.

La malvagità gli distorce i lineamenti e mi ritrovo costretto a chiudere gli occhi pur di non vederlo. Provo a dare qualche strattone per correre via, ma lui è più forte, decisamente più forte.

You Aren't Real || TaegiWhere stories live. Discover now